A cura di Silvia (06/2010)
Voto:
Come sempre recensisco il classico
evento dell'anno (così è stato definito nel 2009 l'esordio di Glen
Cooper) con notevole ritardo, ma è più forte di me: più si parla di un
romanzo, più ne vengo respinta. Poi quando tutto quello che c'era da
dire ormai si è detto, ecco che arrivo io, della serie "ormai
non frega più niente a nessuno!"
Tanto per essere incisiva parto subito con l'affermare che sono
contenta di non averlo comprato, ma di averlo letto tramite la
biblioteca.
Non che il romanzo sia brutto, anzi, è buono, più che buono, ma prima
che decolli ci vogliono circa 200 pagine. I continui salti temporali -
VIII secolo, Dopo Guerra, 2009 - distolgono in parte l'attenzione del
lettore, che ha come l'impressione di accingersi a leggere una serie di
storie autonome, ma che, ovviamente, autonome non sono. La vera
suspense arriva quando i capitoli iniziano a concatenarsi e a diventare
gli anelli di una catena lunga Secoli.
Ma veniamo alla trama. Difficile raccontarla senza svelare il cardine
attorno a cui tutto ruota, nonostante ad un certo punto sia abbastanza
prevedibile. Difficile raccontarla anche perchè svelando quel cardine
tutto si riassumerebbe in poche parole.
Si narra di un'antica profezia legata al numero 7, un numero troppe
volte ricorrente nella religione cristiana per essere casuale: le 7
chiese, i 7 peccati capitali, i 7 sigilli e 7 gli angeli inviati sulla
Terra durante l'Apocalisse. E poi c'è il settimo figlio di un settimo
figlio... colui che avrà un potere tanto oscuro quanto illuminante,
messaggero di vita, ma anche di morte. Siamo a Vectis, sull'isola di
Wight, Anno 777, settimo giorno del settimo mese, quando viene alla
luce un bambino dai capelli rossi e gli occhi verdi. Un bambino strano,
dallo sguardo perso, che non parla ma scrive ininterrottamente senza
che nessuno gliel'abbia mai insegnato. Octavus, chiamato così perchè si
è pensato erroneamente fosse l'ottavo figlio, ha un grande potere ed è
colui in grado di dimostrare che l'esistenza di ogni essere è legata al
Destino, che tutto è già stato scritto e che nulla può essere cambiato.
Ma tutto questo ovviamente va tenuto segreto...
Siamo ai giorni nostri, quando a New York un serial killer, denominato
Doomsday, semina il panico, inviando alle sue vittime una cartolina in
cui annuncia la data del loro decesso. Il caso viene affidato a Will
Piper un esperto profiler ormai prossimo alla pensione, un ex bello la
cui nemesi si chiama Jhonnie Walker, cinico, disilluso e misogino. Gli
viene affiancata la giovane Nancy Lipinski, un'agente tutta teoria e
interminabili appunti su taccuini sempre più spessi, ma che col tempo
abbandonerà i suoi modi affettati e compiacenti per lasciare spazio a
furbizia e acume. Una coppia forse già vista nel panorama del thriller,
ma comunque ben assortita.
Will è fermamente deciso a mettere le manette al misterioso serial
killer, ma non ci sono collegamenti tra i delitti, nessuna impronta
sospetta e come se non bastasse certe morti sembrano più suicidi che
omicidi.
Poco alla volta emergerà il segreto più grande custodito nel luogo più
sorvegliato del mondo. Poco alla volta emergerà la perversione umana,
l'avidità, l'ira, l'odio. Scoprire quel segreto sarà come aprire il
vaso di Pandora, non scoprirlo avrebbe comunque alimentato la cupidigia
di uomini già così potenti da non aver bisogno d'altro.
Un romanzo intelligente, ben concatenato, ma con qualche pecca, dovuta
forse all'esordio dello scrittore. L'idea è senza dubbio di primordine,
anche se tutti gli elementi mischiati, fantapolitica, religione, serial
killer, misticismo, forse sono un po' troppi e un po' troppo abbozzati.
Un approfondimento maggiore dei personaggi l'avrei preferito, in quanto
Will e Nancy offrono vari spunti su cui lavorare, ma la loro psicologia
è tradotta in poche righe. Dalla sua ha capitoli brevi che si leggono
in fretta, una scrittura semplice e fluida che non annoia... mi viene
naturale il paragone con Dan Brown: una grande idea, dall'ottimo
potenziale, che poteva essere sfruttata ancora meglio.
La parte migliore è quella ambientata nell'VIII secolo, decisamente
scarna e veloce quella del Dopo Guerra, intrigante, ma prevedibile il
risvolto che prende il caso Doomsday, catastrofico e fantascientifico
il finale, ma sicuramente sconcertante. L'autore grazie a quel tocco ha
reso inevitabile l'acquisto del seguito "Il Libro delle Anime".
Intelligente, niente da dire, perchè nonostante i pro e contro
riscontrati lo leggerò, con la speranza di imbattermi in una trama più
fitta e corposa e un po' meno ricca di stereotipi.
Un romanzo sicuramente commerciale, da leggere più per curiosità che
con l'aspettativa di avere tra le mani il titolo dell'anno. Come opere
prime ne ho preferite senza dubbio altre, tipo Il Suggeritore o Bambino 44, ma anche Io
Uccido del nostrano Faletti lo reputo un gradino superiore.
Un libro che con un aggettivo solo definirei astuto.