A cura di Silvia (02/2013)
Voto:
Non starò qui a dire che la bellissima copertina mi ha tratto
in inganno, ormai so com'è la storia. Non vi dirò nemmeno che non
impazzisco per gli autori italiani, se no mi prendereste per una mezza
matta visto che continuo a leggerli. E che le rivisitazioni
delle favole per me sono dei veri e propri specchietti per allodole...
è scontato, no? (Altrimenti non avrei letto libri come Cinder
o Alice
in Zombieland ma essendo matta avrei anche potuto).
Sinceramente mi sono fatta corrompere dalla mia compagna di letture che
mi ha fatto gli occhi a cuoricino e mi ha ripetuto all'inverosimile "leggiamolo, leggiamolo,
leggiamolo, leggiamolo, leggiamolo, leggiamolo, leggiamolo, leggiamolo,
leggiamolo..." Ecco, io l'ho finito, lei no...
E purtroppo lo so cos'è che la frena, perchè è stato l'unico limite che
posso imputare a questo libro:
la mancanza di emozioni.
La storia è davvero originale, il finale bello e sconvolgente, ma
purtroppo dove avrei dovuto ridere non ho riso, dove avrei dovuto
avere il batticuore non l'ho avuto, dove avrei dovuto piangere, non
l'ho fatto.
Con il Sogno
della Bella Addormentata si sono innescati solo i
meccanismi che Talia, la protagonista, deve recuperare e distruggere
secondo il volere del padre, ma i miei ingranaggi interiori non si sono
mossi di una virgola.
Prendo atto che la protagonista è coraggiosa per come si
comporta, che la sua governante è pedante per come parla, che Nicholas
è l'eroe di turno... perchè 9 volte su 10 è così. Ma purtroppo la mia
sensibilità di lettrice non ha vissuto nessun sogno.
L'avventura non mi ha
avvinto, l'amore non mi ha coinvolto.
Il colpo di scena finale,
dai toni struggenti e malinconici di una favola
d'altri tempi, ha infranto il muro dell'indifferenza. E
così ho dato la sufficienza al
romanzo. Luca Centi si è
meritato la mia stima per il coraggio dimostrato in un epilogo che
esula dai soliti canoni, e se a volte mi è capitato di
dire che un bel finale non può salvare un libro, non è questo il caso,
anche se si è trattato di un salvataggio in extremis.
Il problema di tutto quello che viene prima è dovuto alla mancanza di
particolari. E non parlo di quei particolari pomposi e arzigogolati a
cui molti autori attingono per apparire forbiti e colti,
assolutamente no.
Parlo di quei dettagli che mi avrebbero reso la
Londra Ottocentesca più suggestiva; di una maggiore attenzione
all'interiorità dei protagonisti; di ulteriori spiegazioni che mancando
hanno portato a liquidare certe situazioni troppo alla svelta. Ed è per
questo motivo che non vi dico nulla della trama, per godervi il romanzo
dovete iniziarlo nella più totale "ignoranza".
Non lo so se sono io troppo esigente, o se semplicemente questo libro è
indicato per un pubblico rigorosamente giovanissimo, ma non credo, la
morale è profonda e Il
Sogno della Bella Addormentata
poteva essere uno di quei libri che lasciano il segno, perchè in fondo
le favole non dovrebbero avere età...