A cura di Silvia (12/2018)
Voto:
A dieci anni dall'uscita del Suggeritore
(qui la recensione) e a uno
dall'Uomo del Labirinto
(qui la recensione) ero convinta
che questo
Natale sarei rimasta a bocca asciutta o che Donato Carrisi pubblicasse
un romanzo dedicato alla serie dei penitenzieri.
Non sono mai stata così felice di sbagliarmi.
Quando hanno annunciato per il 3 dicembre l'uscita del Gioco del
Suggeritore il pacemaker mi è andato in tilt.
Ansia. Ansia. Ansia.
Sono state le tre
settimane più lunghe della mia vita. E sono stata
attenta a tutto in questi venti giorni, anche ad attraversare la
strada, sia mai che una macchina m'investisse e mi impedisse di leggere
Donato.
Ovviamente il libro non ha fatto in tempo ad uscire che io avevo già
rotto le palle all'ufficio stampa Longanesi. Ovviamente l'ho iniziato
subito. Ovviamente l'ho finito in due giorni.
Che dire. Se ti bruci quattrocento pagine in quarantotto ore è palese, quello che leggi ti piace, però (e questa credo sia la prima recensione dedicata a Donato dotata di una congiunzione avversativa) Il Gioco del Suggeritore non mi ha stravolto come gli altri romanzi della serie. Niente standing-ovation una volta sfogliata l'ultima pagina. Nessuno scroscio di applausi. Solo la terribile sensazione di sentirmi orfana per l'ennesima volta e una logorante bramosia dovuta al bisogno di avere subito tra le mani un altro libro dedicato a Mila & c. Perché quello che mi aspettavo non c'è stato. Perché quello che c'è stato me l'aspettavo. Quindi ne volevo ancora. Seduta stante.
Come sempre Donato Carrisi ci
regala un incipit di
grande effetto. Una
fattoria alle porte di una città senza nome, un misterioso uomo
tatuato, la telefonata di una donna terrorizzata e poi l'efferato
eccidio di un'intera famiglia.
Il colpevole sembra avere ben presto un volto, ma il Male, ormai lo
sappiamo, ha radici
troppo profonde per essere estirpato, ha ramificato
nel tempo, seminato, germogliato e forse adesso è
addirittura troppo
tardi anche per dargli un nome.
Solo Mila, abbandonata la polizia per crescere la figlia Alice -
convinta che smettendo
di affacciarsi al Buio, allora il Buio l'avrebbe
lasciata in pace - può entrare in connessione con questo
linguaggio
segreto, lei, che soffre di alessitimia, una sorta di analfabetismo
emotivo che le impedisce di provare empatia, riconosce l'odore malvagio
delle cose, vede ombre che gli altri non possono vedere e le segue.
Senza indugio.
Le regole del gioco questa volta però sono cambiate e il territorio su cui scontrarsi è inospitale e sconosciuto. La rete. Internet. È questo il terreno fertile del Male, è qui che che le persone possono dare libero sfogo a quei pensieri che nella vita vera hanno confinato in un angolo segreto della loro mente. Qui possono essere chi vogliono. E fare quello che vogliono.
Ritmo, enigmi, verità
continuamente ribaltate, il
romanzo procede quasi
come un videogame tra realtà che sfumano nel virtuale e
rapimenti
scanditi da crudeli countdown.
Intanto l'hype sale, i battiti accelerano, i pezzi del puzzle sembrano
trovare il loro posto, ma il finale ti appaga solo in parte. Manca il
fatidico colpo di scena eclatante, quello che ti fa cadere dalla sedia.
Mi duole dirlo, ma sono sopravvissuta a quest'ultimo romanzo di Carrisi
senza ferite da medicare, lacerazioni da suturare e fratture da
saldare. Sto
bene insomma. E io non sto mai bene quando chiudo un libro
di Donato, è questa la cosa che mi fa specie.
Certo, mantenere l'asticella sempre altissima non è facile e Il Gioco
del Suggeritore rispetto a tantissimi thriller in
circolazione è
diecimila volte superiore, ma paragonato agli altri della serie no.
Leggerlo è stato divertente, questo sì, è stato come giocare fianco a
fianco con Mila, ma al momento del game over ero già pronta a una nuova
partita. Senza voltarmi indietro. Senza troppa nostalgia.
1.
Il
Suggeritore, 2009
2. L'Ipotesi
del Male, 04/2013
3. Il Gioco del Suggeritore, 12/2018
Nel mondo del Suggeritore
- L'Uomo
del Labirinto, 12/2017