A cura di Silvia (05/2016)
Voto:
Se avete seguito i miei vaneggiamenti sul blog e su facebook sapete già quanto questo romanzo mi abbia messa alla prova. Probabilmente era assurdo anche solo pensare che stringere tra le mani un altro libro di Paullina Simons avrebbe significato rivivere quelle emozioni - potenti e devastanti - provate con la trilogia del Cavaliere d'Inverno, ma quando un'autrice ti ha coinvolto fino al midollo compromettendo il giudizio di qualsiasi lettura romantica "post Tatiana e Alexander", credo sia normale.
Lone Star
è un romanzo che inizia molto lentamente e che per certi versi si
potrebbe definire di formazione; il percorso di Chloe, la protagonista,
si focalizza prevalentemente sui suoi quasi diciotto anni
e su una
torrida estate del 2002 che le porterà via l'innocenza in
cambio di un'intera vita da vivere in pochi giorni.
Barcellona doveva essere il regalo per il diploma, il viaggio perfetto
da condividere con la sua migliore amica Hannah e i loro
fidanzati, Blake e Mason, ma al di là di ogni previsione non
ci
saranno risate, nacchere, balli e spiagge, ma bugie, segreti e
rancori che verranno a galla travolgendo la loro esistenza, che giovane non sarà
mai più.
Dopo, niente sarà come prima.
Il problema è che prima di
arrivare al momento di svolta, la cara
Paullina ci delizia con
duecentocinquanta pagine di tutto e niente. Dalle motivazioni a mio
avviso poco chiare che spingono la famiglia di Chloe a farla partire a
patto che cambi il suo itinerario e si faccia un bel giretto in
Lituania e Polonia tra campi di sterminio e orfanotrofi, all'incontro
con Johnny Rainbow, un ragazzo
tutto fascino e distruzione.
È lui il cuore di un mistero che si cela dietro un nome fatto di sole, pioggia e
colori.
Johnny che risponde per enigmi, che non si separa dalla sua chitarra,
che incanta il mondo con una profonda voce d'angelo e tenta di
ingannare la vita con cordialità. Un vagabondo, un piantagrane, un
mosaico di gioia, estasi e terrore. Vicino a lui tutte le certezze di
Chloe andranno in frantumi, perché l'amore è così, irrazionale e
spaventoso, incondizionato e privo di argini.
Paullina
Simons non ci ha mai abituati a storie semplici e personaggi perfetti,
ed è chiaro fin da subito che la maggior parte delle
relazioni hanno crepe e veleno.
I quattro amici che
ci vengono descritti all'inizio non trasmettono nemmeno per un attimo
unione e forza. Non sono dei moschettieri pronti a tutto l'uno per
l'altro, ma quattro individui cresciuti insieme che non hanno il
coraggio di prendere ognuno la propria strada.
Nel loro rapporto c'è la
paura di crescere, il disagio del non sapere chi sono e cosa vogliono
diventare.
Solo Blake, con il suo essere grossolano, sciatto e
istintivo, non
inganna, non indossa maschere, non recita nessuna parte. Lo stesso non
si può di dire di Hannah, frivola, superficiale, annoiata; di Mason che
sembra indifferente a qualsiasi cosa; e anche di Chloe che
nonostante i suoi silenzi nutre l'infondata convinzione che il
tempo non distruggerà le cose, ma le sistemerà.
Poi c'è Johnny Rainbow. Un tassello che si aggiunge alle vite dei
personaggi che ci hanno accompagnato per tre libri. Il
Cavaliere d'Inverno, Tatiana e Alexander, Il
Giardino d'Estate. Un tassello che non mancava, ma che porta
con sé un piccolo eco.
Non lo nego. Nonostante la frustrazione iniziale, la lentezza narrativa
e il voto non eccelso, la
figura di Johnny Rainbow è come un respiro mozzato. Questo
diavolo incantatore che ha visto tanto e vissuto troppo, nel suo zaino
di inganni e magie ha una cosa rara e preziosa. La voglia di esserci. Di sapere.
Di ricordare.
Lui si concede di tutto, dalle cose belle a quelle brutte, ma agli
altri cerca di lasciare il meglio, perché non è mai troppo tardi per
dipingere un momento di infinito in uno spazio finito.
Oddio.
Io e te Johnny Rainbow.
Che altro rimane? Niente. Solo io e te.
Carnikava,
Treblinka, Cracovia, Trieste. L'arrivo, la scoperta, l'accettazione,
l'estasi. Quattro città per quattro tappe diverse. Un viaggio che
improvvisamente dà voce a tutti i personaggi, alternando la terza
persona alla prima, una scelta stilistica che non avrei fatto, ma
questa è la Simons di Lone
Star, prendere o
lasciare. E io, giuro, stavo per lasciare; ho
inveito per una trama che non decollava e ho anche interrotto la
lettura per un paio di giorni. Poi ho deciso di prendere.
Così, anche se in ritardo, anche se in extremis, sento che
queste
cinquecento pagine qualcosa mi hanno dato. Qualcosa che non si può
riassumere in un voto e in una recensione, ma che è racchiuso nei
quindici anni che mi separano dal giorno in cui aprii Il
Cavaliere d'Inverno
per la prima volta. Quando scrissi che era un libro con l'eco non
sapevo ancora che avrebbe avuto il potere di infettare qualsiasi storia
a esso collegato. Bene. Adesso è ufficiale. Non ho perso la mia
capacità di giudizio, ma a questo contagio non c'è cura. Sono
felicemente malata.
Romanzi di Paullina Simons
1· The Bronze Horseman -
2· Tatiana & Alexander - Tatiana
& Alexander
3· The Summer Garden - Il
Giardino d'Estate