Rosemary's Baby di Ira Levin

A cura di Silvia  (10/2012)
Voto:


Con questa recensione dichiaro il mio amore totale e assoluto per Ira Levin.
Sarà che sono reduce da The Woman in Black di Susan Hill a cui ho dovuto perdonare una serie di difetti che mi hanno impedito di classificare il suo libro come un capolavoro (nonostane sia universalmente riconosciuto come tale), ma appena ho iniziato Rosemary's Baby ho capito subito da che parte sta il talento (e parliamo di un libro che ha più di 40 anni!!!).

Stringato, diretto, incisivo, Ira Levin è moderno e sa spaventare. Come? Come solo un autore geniale può fare. Con intelligenza e astuzia, grazie a un continuo crescendo di ansia e al cappio (virtuale) che pagina dopo pagina si stringe sempre di più intorno a Rosemary, una protagonista che rappresenta la donna media della classe borghese la quale, fragile e oppressa, si troverà vittima e prigioniera del suo stesso carattere altruista e fiducioso.
Rosemary è felice e innamorata e lo è ancora di più quando si trasferisce con il marito Guy, un attore emergente, nella casa dei suoi sogni. Vuole essere moglie e madre, ma rispetta i tempi del marito al momento troppo preso dalla sua carriera per diventare genitore. Finchè, poco tempo dopo il trasloco nel Bramford, palazzo dal funesto passato, non decidono di avere un bambino. Un evento che dovrebbe rappresentare il coronamento di un sogno, ma che si rivelerà l'inizio di un incubo. Quella di Rosemary sarà una gravidanza diversa da tutte le altre, soprattutto dolorosa, "perchè ogni gravidanza è a sè", almeno così la tranquillizza il suo medico, mentre i dubbi che si accavallano nella sua mente non trovano sbocco, e nemmeno i consigli e il supporto dei premurosi vicini, i Castevet, la rincuorano. Anzi. ..
Rose non lo sa, ma intorno a lei c'è un mondo fatto di streghe, fattucchiere, adoratori di Satana, pozioni e amuleti. E mentre il parto si avvicina il suo matrimonio vacilla, ogni certezza l'abbandona, l'angoscia l'opprime, tutte le persone che credeva amiche diventano dei bugiardi traditori e gli incubi che di notte la tormentano... sono davvero incubi?

Rosemary's Baby è un classico della lettura che si merita senza dubbio il massimo dei voti. Pubblicato negli anni '60 quando la magia nera e il satanismo dilagavano per tutta l'America (e non solo), Rosemary's Baby è un  libro che provoca malessere, che angoscia senza  ricorrere a scene paurose o a inutili spargimenti di sangue, perchè il nemico è l'uomo stesso. Quello che ci sorride la mattina in ascensore, quello che ci presta zucchero e sale quando l'abbiamo finito, quello che ci tiene aperto il portone se abbiamo le mani impegnate. Sono le persone  che crediamo di conoscere quelle di cui dobbiamo diffidare. E sono le cose che desideriamo quelle da cui dovremmo tenerci lontani. Un romanzo che oltre alle paure scandaglia l'anima superficiale, vanesia e ambiziosa dell'uomo. Rosemary's Baby non è solo un horror, ma è anche, e forse soprattutto, un thriller psicologico che avvolge nelle sue diaboliche spire, un libro dotato di una struttura narrativa a spirale, con poche descrizioni, molti dialoghi, e la giusta dose di azione. Quest'opera di Ira Levin non dovrebbe mancare nella libreria di nessuno, perchè è suggestivo e inimitabile come pochi. Dicevo all'inizio, come riesce Ira Levin a spaventare? Con tutto quello che c'è di astratto intorno a noi. Con un sorriso, un gesto gentile, una carezza... perchè spesso è dietro al bene che il male riesce a celarsi al meglio. E quando riusciamo a vederlo, ormai, è troppo tardi.
L'intero dramma di Rosemary trova infatti sfogo nell'epilogo, in un finale macabro, potente, agghiacciante...  reso possibile solo dal cuore dilaniato di una donna che voleva solo essere madre.

Nota: Ira Levin nel 1997 ha scritto un seguito (non pubblicato in Italia) intitolato Il Figlio di Rosemary.


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Titolo originale
rosemary's baby

Casa Editrice 
fuori commercio

Scritto nel 1967

Genere
horror

Pagine  280





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