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IL LAMENTO DELL'USIGNOLO - Laura
Schirru
Primo libro delle "Cronache di Davidia"
© Montag - Collana Altri Mondi
A cura di Ayame
Romanzo d’esordio di Laura Schirru, Il lamento dell’usignolo non
sembrava esattamente nelle mie corde letterarie. Ho sempre preferito i
thriller ma, dopotutto, non ho mai disdegnato i fantasy. Anzi, i fantastici,
definizione che personalmente applico a libri nello stile Marion Zimmer
Bradley.
In realtà, Il lamento si è rivelato precisamente nelle mie
corde. Non solo l’atmosfera rievoca a tratti quella meravigliosa che caratterizza
Le nebbie di Avalon della già citata Zimmer Bradley, ma anche lo
stile dell’autrice rimanda lontanamente alla grande scrittrice fantasy.
La trama: La storia narra il conflitto
tra Zagart, tiranno di Elunar, e i seguaci del culto di Aslim Fen, che
rifiutano di riconoscere la sovranità di colui che definiscono un usurpatore.
La vicenda si apre con il re che cattura Lara, bellissima figlia del sommo
sacerdote di Aslim Fen. Zagart s’invaghisce dello splendore della ragazza
e, affascinato dal suo orgoglio e dalla sua testardaggine, decide di prenderla
come sua concubina e come sua sposa. Lara inizialmente è divorata dall’odio
per colui che ha violato la sua verginità sacra e votata alla dea, ma
lentamente affioreranno in entrambi i ricordi di una vita precedente,
in cui Zagart e Lara si amavano alla follia. Quando anche la sacerdotessa
cede all’amore, la sventura si abbatte sui due sovrani, appena diventati
genitori: i seguaci di Aslim fen rapiscono Lara, per farla sposare con
il sacerdote Vargas, legittimo erede al trono. La ragazza sprofonderà
per l’ennesima volta in un incubo, in cui si renderà conto che i suoi
amici non sono in realtà tali, che per suo padre altro non è che una pedina
per il potere…fino a quando il passato non tornerà prepotente a reclamare
ciò che gli spetta.
Lo stile di Laura Schirru è fluido,
scorrevole, attraente: sa cattura l’attenzione sin dalla prime pagine,
dove fa intuire alcuni sottili fili rame della storia.
Il libro non concede sosta, non dà tregua: in alcuni parti mi sono sentita
accalappiata per il collo, in perenne ansia e in perfetta sintonia con
i sentimenti di Lara, sacerdotessa violata combattuta tra l’amore che
cerca di reprimere e la devozione ad Aslim Fen.
Un fantasy senza draghi, senza elfi (per fortuna!), senza l’interminabile
viaggio presente di norma in tutti i fantasy dell’epoca post Tolkien:
un fantasy in cui fa da padrone la lotta per il potere, un potere che
sottomette e che viene sottomesso…ma non completamente.
Il libro è senz’ombra di dubbio bellissimo. Un fantasy non banale,
non scontato, scritto bene, senza i tipici errori degli esordienti come
inforigurgiti e compagnia bella.
Molti scrittori esordienti, quando scrivono fantasy, sono presi dalla
smania di raccontare tutto il mondo da loro creato, di mostrare tutti
i regni, tutti i monti, tutti i laghetti, i santuari e anche le latrine;
Laura Schirru no, non lo fa. Mostra il necessario, l’indispensabile, non
eccede e fa bene.
La violenza presente è sufficiente a placare il mio animo malvagio e compensa
perfettamente l’amore tra i due protagonisti: non è il solito amore sdolcinato,
ma neppure il solito amore dannato; è un misto di orgoglio, destino, dannazione
e felicità che sorprende, che appassiona. Non aspettatevi cose alla Beautiful
o alla Twilight, sia chiaro: qui c’è classe.
Ci sono alcuni refusi dovuti a un editing forse non troppo accurato, ma
solo nella prima parte: quando il romanzo prende il via non si trovano
più errori. Non chiedetemi perché, non ne ho idea. Se volete acquistarlo,
lo trovate su IBS, sul sito della Montag e sul sito dell’autrice Stella
Scarlatta, dove non pagate le spese di spedizione.
Per concludere, il voto è 9,5/10.
Cronache di Davidia
1. Il Lamento dell'Usignolo
2. Ombra di Luce
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