A cura di Alberto Mino (2012)
Voto:
Ogni volta che penso al romanzo
giallo di stile piuttosto
contemporaneo, non posso fare a meno di prendere in considerazione la
famosissima autrice Patricia Highsmith.
Sì, perché nonostante sia mancata dall'ormai lontano '95, i
suoi scritti continuano a riscuotere enormi successi anche tra i
lettori dei
nostri giorni.
Il libro che ho riletto molto volentieri e con una certa
avidità, e che ho deciso di proporvi sotto forma di recensione, è Senza
Pietà.
Questo
splendido esempio di romanzo giallo sfornato,
appunto, dalla grande capacità creativa dell'autrice Patricia Highsmith
è
improntato su di un gioco che si fa a mano a mano sempre più pericoloso.
La trama non è molto elaborata, ma è sviluppata in modo da
lasciarvi sempre sulle spine.
Abbiamo lui, scrittore di origini americane in piena crisi
economica, che rappresenta il protagonista della strana vicenda che si
dipana
tra le campagne inglesi del Suffolk.
E abbiamo una lei, appassionata pittrice non professionista,
ma che non riesce ad astenersi dal formulare commenti impertinenti sul
lavoro
del suo “lui” – lo scrittore.
Insieme, formano una coppia strampalata in crisi continua
fin dalle prime pagine.
Anche se, fin qui, il lettore non può nemmeno immaginare le
risorse possedute dai due “artisti” nel combinare fatti loschi.
Poi, un giorno, dopo la partenza della moglie – Alicia
Sneezum – per intraprendere un periodo di vita “extra-coniugale”
d'accordo con
il marito, nonché protagonista – Sydney Bartleby –, esplode la
scintilla nella
mente dello scrittore di gialli, che decide di fingere la morte della
moglie
Alicia.
Sydney, a tu per tu con il lettore, si trova così a mimare
nei minimi dettagli i gesti di un'eventuale assassino, a studiarli nei
minimi
particolari, impegnandosi in un'imitazione accurata con vicini, amici e
parenti
della vittima (con tanto di “diario dell'assassino”).
Tutto ciò, per poter capire come si sente un vero assassino
e per raccogliere il maggior numero di materiale per un suo prossimo
romanzo.
Sydney si è calato così a fondo nella parte dell'omicida,
che scopre di sentirsi veramente male e colpevole di un omicidio che
non ha
commesso.
Intanto, i suoi strani movimenti, destano un concatenarsi
di
curiosi sospetti (ovvero, che sia proprio Sydney ad aver ucciso Alicia,
visto
che di lei non vi è traccia) da parte dei vicini di casa, dei genitori
di
Alicia, degli amici di Sydney e Alicia, della genete del piccolo
paesino del
Suffolk, fino a quando le voci giungono anche alle porte del
commissariato
Polizia, che di conseguenza, bussa a casa del falso omicida, scrittore.
Leggendo
questo libro, ho sentito di avere tra le mani
l'ennesima prova di talento della regina della suspense, che non riesce
nuovamente a deluderci.
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