A cura di Silvia
(01/2018)
Voto:
Urka! Passare da Il Richiamo del Cuculo a Ogni Piccola Bugia
è stato destabilizzante. Prima mi sono (in parte) annoiata nel seguire
un'indagine fin troppo canonica, poi eccomi qui a districare i
deliranti nodi di una voce narrante totalmente inaffidabile. Bene Silvia, volevi un libro
capace di stravolgere ogni tua certezza? L'hai trovato.
Ammetto che nonostante abbia iniziato il romanzo carichissima di
aspettative dopo una settantina di pagine ero un po' perplessa. Be'? E allora? Tutto qui? Dove
vuole arrivare la Feeney? Poi, complice una narrazione su
tre piani temporali distinti e un ritmo sempre più serrato, la luce si
è spenta e il vero incubo ha avuto inizio. #gioiedalettori
Che
Amber Raynolds - trentacinque anni, assistente di una nota speaker
radiofonica e moglie insoddisfatta - non sia del tutto normale, lo
capiamo da subito. I piccoli disturbi ossessivi compulsivi, il non
essere a proprio agio in mezzo alla gente e la pochissima stima che ha
di sé sono solo alcuni dei suoi tanti disagi. L'autrice ci dipinge una
donna rabbiosa, insofferente, abituata a indossare maschere e a
recitare ruoli. La sua
vita sembra un'estenuante corsa priva di traguardi, nemica del tempo
che scorre senza che lei riesca a stargli dietro.
Poi l'incidente - se di
incidente si è trattato... - e il coma. Un coma che mette
in pausa il suo corpo ma non la sua mente sempre vigile, costantemente
in grado di registrare tutto quello che le succede intorno. Amber ha
molto tempo per riflettere su se stessa e sugli altri; ricorda quanto è
stato difficile vestire i panni della figlia invisibile, vivere
all'ombra di Claire, la sorella perfetta, gestire i successi e gli
insuccessi lavorativi, tutte cose che l'hanno resa meno interessante
agli occhi del marito Paul.
A intervallare il presente con il recente passato ci sono le parti che
ho preferito. Quelle di un diario. Un diario in cui conosciamo una
bambina introversa, asociale, solitaria e bugiarda, cresciuta senza un
solo amico. Pagine
intrise di disprezzo e rancore in cui prenderà forma un estenuante
giocoforza che vedrà contrapporsi l'odio di una figlia all'amore di una
madre.
Sorprendente
al punto giusto, intrigante quanto basta per farti sorvolare su alcuni
difetti, Ogni Piccola
Bugia si è rivelato un
romanzo d'esordio davvero d'effetto. Un romanzo cattivo,
traditore, ma soprattutto divertente, perché un thriller deve
assolutamente esserlo. Non
c'è soddisfazione più grande nel rimettere insieme i pezzi di una trama
stravolta a regola d'arte, e come se non bastasse,
l'autrice, non paga di averti affollato la testa con mille domande, ha
pensato bene di rispondere a tutte per poi insinuare in extremis un
nuovo tarlo. Così. Giusto per farti passare qualche notte in bianco a
rimuginare e a maledirla. Però alla fine a me piace l'effetto fregatura
nei thriller, non posso negarlo. E mi è piaciuto scoprire in Alice
Feeney una grande manipolatrice.
Insomma, un romanzo non perfetto al 100%, ma fidatevi, merita... e io
bugie non ne dico. Quasi mai.