A cura di Silvia (02/2018)
Voto:
Inaspettato. E le cose inaspettate sono le più belle. Raramente mi
capita di buttarmi alla cieca su un libro, solitamente ci arrivo
preparata dopo aver ribaltato il web come un calzino alla ricerca di
recensioni e commenti. Non ho voglia di perdere tempo e non ho voglia
di farne perdere alle case editrici. Ma questo è stato un colpo di
fulmine. Visto e voluto.
L'Uomo di Gesso più
che un thriller è un mistery, ed è quel tipo di romanzo capace di far
presa sul lettore attraverso una
trama che si costruisce e distrugge nel corso del tempo. Ben
trent'anni separano il prima e il dopo, ma passato e presente restano
sempre legati; gli amici che ci hanno accompagnato, le scelte che
abbiamo fatto, il bene e il male seminato, sono nodi che non si possono
sciogliere.
L'estate del 1986 per Ed, Nicky, Gav la Palla, Hoppo e Mickey Metallo
doveva essere felice e spensierata, senza scuola, senza impegni, solo
loro, un gruppo di ragazzini con il moccio al naso e le ginocchia
sbucciate pronti a esplorare la vita a bordo di biciclette scassate.
Ma le giornate ad Anderbury sarebbero state terribilmente monotone
senza quegli scossoni che il destino aveva deciso di riservare a una
comunità solo apparentemente solida e serena. E quando hai dodici anni,
cosa c'è di più emozionante di un cadavere? Forse un'astronave, magari
un giornaletto porno, ma il gusto del macabro, per quanto sbagliato, ha
sempre un fascino impareggiabile.
C. J. Tudor, attraverso la voce di Ed, un ragazzino un po' nerd,
timido, ma sveglio, esplora
l'età dell'inadeguatezza, delle convinzioni sbagliate e delle scelte
difficili. Lo fa attraverso gli occhi innocenti di chi
forse ha troppa fantasia per razionalizzare i fatti, ma è così labile
il confine tra quello che vedi e quello che credi di aver visto che
spesso la verità può sfuggire di mano.
E ad Anderbury niente è come sembra. E niente è come dovrebbe essere.
Dalle strane indicazioni lasciate coi gessetti sui muri, alle concitate
prediche di un pastore che esorta alla vita e condanna l'aborto. Dalle
sfavillanti luci di un Luna Park al rosso del sangue che imbratta le
giostre. Dai giochi innocenti alle sfide crudeli. Dalle sonore risate
alle urla soffocate.
Trent'anni dopo quei bambini sono diventati uomini logorati dal tempo.
Il 1986 li ha cambiati, trascinandoli in oscure spire da cui devono,
una volta per tutte, liberarsi. Ma sarà davvero possibile?
Un
romanzo davvero bello, in cui un inquietante senso di
declino e morte sembra contaminare, poco alla volta, cose e persone. Le
atmosfere del passato riportano a grandi titoli come It e Stand By Me e
anche se C. J. Tudor non è Stephen King ha saputo catturare con un
misto di tenerezza e morbosità tutte le ombre della preadolescenza per
poi riconsegnarle alla luce con disillusione e amarezza. Alla fine
L'Uomo di Gesso forse non è nemmeno un mistery, ma "solo" una terribile storia di segreti,
bugie e amicizie. Alcune scomode, altre un po' meno. Ti
sorprende, ti ferisce, ti confonde. E ti lascia con uno strano prurito
addosso. Come se ad Anderbury ci fossi stato anche tu.