Era da un po' che non mi addentravo nelle perverse dinamiche
di un giallo e farlo con Lisa Gardner mi è sembrata la scelta migliore.
Scelta di cui non mi sono affatto pentita, questa donna scrive da Dio!
Avrei voluto bruciare le pagine, consumarle il più in fretta
possibile
per scoprire il mistero che avvolgeva non solo Sandy, la protagonista,
ma
anche suo marito, il vicino Aidan, il geniale alunno
Ethan, e anche Mr Smith il gatto rosso... insomma, in breve ero
entrata in un vortice da cui non avevo via di scampo, potevo solo
leggere!
Sandy è giovane, bella, e a soli 23 anni si ritrova
già
sposata
con Jason Jones, di professione giornalista, e con una bellissima
bambina di 4 anni per cui stravede. Sono una famiglia discreta che non
dà
adito a pettegolezzi, con giornate sempre scandite da
un'ordinata ripetitività. E allora perchè Sandy è
improvvisamente scomparsa?
Già dall'incipt scorgiamo la normalità di questa ragazza nella
semplicità di una serata come tante. La cena, il bagno a Ree, la
favola della buonanotte, i compiti da correggere...
ma poi succede qualcosa. E non ci sono parole che possano spiegarlo
meglio di quelle usate dalla stessa Sandy.
"Negli ultimi istanti del mondo come lo conosco io, vorrei poter dire di aver sentito il grido di un gufo nella notte, di aver visto un gatto nero saltare oltre lo steccato, o di essermi sentita drizzare i peli sulla nuca. Vorrei poter dire di aver fiutato il pericolo, lottato come una forsennata. Dopotutto, dovrei essere la prima a sapere quanto è facile che l'amore si trasformi in odio, il desiderio in ossessione. Avrei dovuto essere la prima a capirlo. Invece no. Devo ammetterlo. E Dio mi assista, quando la sua faccia si è materializzata nell'ombra della porta il mio primo pensiero è stato com'è bello, come il primo giorno, e avrei voluto ancora accarezzargli la guancia, far scorrere le dita tra i suoi riccioli... Poi, vedendo cosa stringeva in mano, ho pensato di non dover urlare. Devo protegger mia figlia, la mia amatissima figlia che dorme in fondo al corridoio. È entrato in camera. Ha sollevato il braccio. Non ho fiatato. Lo giuro." |
Cos'è successo a questa giovane insegnante dal sorriso che ammalia?
Qualcuno l'ha rapita? Forse uccisa? E perchè?
Entra in scena D.D. Warren, sergente di polizia, giovane,
attraente, in gamba, alle prese con un caso
apparentemente semplice. Puntare il dito contro al marito sembrerebbe
la cosa più ovvia, d'altronde lui è così freddo, distaccato, non si
preoccupa nemmeno di recitare la parte del consorte disperato. Ha
sempre la risposta pronta (quando risponde), un'ironia
tagliente, quasi
provocatoria, e si ammorbidisce solo nell'attimo in cui incrocia gli
occhi
disperati della piccola Ree. Ma è solo una frazione di secondo, un
momento di smarrimento da cui si riprende in fretta, per poi rintanarsi
di nuovo in un angolo buio della sua anima.
I numerosi punti
di vista permettono subito al lettore di
avere un quadro completo della situazione. Sappiamo che
Jason non è
effettivamente coinvolto nella sparizione di Sandy, ma non comprendiamo
il perchè di certi suoi comportamenti assolutamente inusuali e
contraddittori. Scopriamo poi che
uno
dei suoi allievi è cotto di lei e che il vicino in fondo alla
strada
è un criminale acclarato per violenze sessuali, ma soprattutto capiamo
che la verità è lontana, niente può essere come sembra. Nessuno è chi
dice di essere.
A
unire i
capitoli la voce di Sandy che ci porta indietro nel tempo, quando prima
di essere madre era figlia. Questi sono i passaggi più forti e toccanti
di tutto il libro che svelano i mali
incurabili di un'infanzia negata. Si possono seppellire certi fantasmi?
Il passato può tornare a bussare alla
porta dopo tanti anni? Una cosa è certa, a volte è peggio
vivere con tante
domande che essere in possesso di tutte le risposte...
La Vicina
è il terzo romanzo dedicato alle indagini della tosta D.D., ma ogni
libro è del tutto autonomo; D.D. non ruba mai la scena agli
altri personaggi, non è mai protagonista assoluta, ma fa solo da filo
conduttore a quella che è una vicenda intricata, enigmatica e dolorosa.
Peccato il finale un po' frettoloso, avrei voluto più
chiarimenti non su come vengono scoperti
i retroscena, ma su come vengono risolti.
Ma resta un buon libro, non adrenalinico come un thriller, ma
indagatore come giallo sociologico e psicologico, un libro che
instilla una notevole curiosità, questo è indubbio.
Lisa Gardner apre uno
squarcio di
luci e ombre su quella che
è la classe media americana, soverchiandone segreti e perversioni, e ci
ricorda che i mostri, quelli veri, non
abitano sotto il letto.