A cura di Silvia (10/2018)
Voto:
"Eunice Parchman sterminò la famiglia Coverdale perché non sapeva leggere, perché non sapeva scrivere. Non c'era movente, non ci fu premeditazione: non ottenne denaro, né sicurezza. Unico risultato del delitto fu che non solo una famiglia e un villaggio, ma l'intera nazione seppe dell'analfabetismo di Eunice Parchman. Per sé non ottenne niente, se non la rovina totale. Da sempre, nella sua mente distorta, c'era la convinzione che non sarebbe mai stata in grado di avere successo. Eppure, sebbene la sua amica e complice fosse pazza, lei non lo era. Possedeva quella terribile e realistica lucidità dell'atavica scimmia travestita da donna del ventesimo secolo."
La recensione potrebbe fermarsi qui, con l'incipit del
romanzo, uno dei più belli e d'effetto che mi sia mai capitato di
leggere in un noir.
In queste poche
righe c'è tutto: l'epilogo, il nome dell'assassino, quello
delle vittime e anche il movente.
Eppure il romanzo non perde un colpo, conta meno di duecento pagine, ma
l'analisi è così spietata e l'autrice talmente brava nel gestire una
trama semplice ma di grandissimo effetto che lo si legge tutto d'un
fiato.
In modo quasi morboso si vuole arrivare alla fine per capire cosa può
spingere una donna come Eunice Pachman a compiere una strage. Ed è
presto detto. L'ignoranza. La
totale mancanza di empatia. Eunice non prova nulla per
nessuno, è una pietra che respira, e passare la vita a nascondere con
mille sotterfugi il suo analfabetismo sta all'origine della nevrosi che
la consuma. È una lavoratrice instancabile, una domestica perfetta (ma come potrebbe non esserlo dal
momento che ama più le cose delle persone), passa le ore a
pulire e a riordinare e i suoi unici passatempi sono guardare la tv e
mangiare cioccolata.
Potrebbe far pena una donna come Eunice Pachman, ma no, non ne fa.
Scialba, inetta, inconsapevolmente cattiva, Eunice nel momento in cui
conosce il male non lo evita, ma lo infligge.
L'autrice inoltre non manca di infierire ulteriori colpi inserendo una
serie di ipotesi che avrebbero potuto evitare il massacro finale, ma
allo stesso tempo si "diverte" a sottolineare come il destino abbia
invece voluto diversamente, facendo precipitare le cose nel giro di un
attimo. Sono tutti questi elementi messi insieme che rendono La Morte
Non Sa Leggere un
titolo disturbante e un
perfetto esempio di quel genere noir che pone gli accenti sulle nature
distruttive degli esseri umani.
Scritto nel 1977, ha appena superato la quarantina, eppure, come tutti i piccoli grandi capolavori, non risente per niente del tempo che è passato.
Film: La morte non sa leggere USA, 1986 Durata: 96' Regia: Ousama Rawi Cast: Rita Tushingham, Ross Petty, Jonathan Crombie, Jessica Steen, Tom Kneebone, Jackie Burroughs, Shelley Peterson, Peter MacNeill, Donald Ewer Curiosità: David Bowie è al suo esordio cinematografico. |
Film: Il buio nella mente Francia Germania, 1995 Durata: 111' Regia: Claude Chabrol Cast: Isabelle Huppert, Sandrine Bonnaire, Jean-Pierre Cassel, Jacqueline Bisset, Virginie Ledoyen |