Il Bambino di Sebastian Fitzek

A cura di Silvia  (08/2013)
Voto: 


Dopo due piccoli capolavori come Il Ladro di Anime e La Terapia, era inevitabile che arrivasse la delusione. E Il Bambino a conti fatti lo è stata. Una piccola e cocente delusione che non mi aspettavo e che ci ho messo un po' a metabolizzare, non per niente ho rimandato all'inverosimile questa recensione a discapito del libro stesso: purtroppo più tempo faccio passare, più i pregi sfumano e i difetti emergono in tutta la loro dirompente veridicità. Ma adesso è tempo di toglierci i sassolini dalle scarpe. 
Questa volta l'autore tedesco, nonostante abbia ideato un plot molto intrigante - un bambino malato di cancro che afferma di essere l'incarnazione di un serial killer morto anni prima e un avvocato che tenta di scoprire la verità a costo di rimetterci prima la  reputazione e in seguito anche la vita - non ha saputo mantenere accesa la suspense. E 360 pagine senza suspense non sono poche ve l'assicuro. Oddio non proprio 360, l'inizio infatti è intrigante e devo ammettere che mi è anche piaciuto moltissimo, ma dopo che Fitzek ha finito di gettare le basi, di seminare misteri e i avvolgere il protagonista nelle oscure ombre di un drammatico passato, il mio interesse ha iniziato a scemare... È brutto da dire, ma ho finito il libro soprattutto per curiosità.
La parte centrale è un calderone di idee mal gestite, fughe rocambolesche e situazioni anche inutili allo svolgimento stesso della trama. Per non parlare dei personaggi che arricchiscono la storia tratteggiati fin troppo sommariamente e della piega che prende la vicenda. A un certo punto Fitzek si addentra in un terreno non facile come quello della pedofilia, ma senza risultare convincente, senza nemmeno commuovere, e non si può parlare di abusi sui bambini lasciando freddi e insensibili i propri lettori, eppure è quello che mi è successo.
Il Bambino mi è sembrato un libro scritto a tavolino, un agglomerato di frasi d'effetto che in realtà sortiscono poco effetto e di una suspense quasi pilotata.
Il finale come al solito prende i tasselli del puzzle e li ricolloca nella loro giusta posizione e anche se durante la lettura sembrava impossibile trovare una logica che legasse le farneticazioni di una ragazzino malato terminale, i cadaveri che spuntavano nei luoghi da lui indicati e la morte prematura del figlio di Robert (il protagonista), tutto viene chiarito minuziosamente: in questo Fitzek è bravo, decisamente. Ma questa volta ha esagerato mettendo a mio avviso troppa carne al fuoco e gestendo il tutto senza la consueta maestria.
Un buon inizio e un epilogo strutturato degnamente non salvano una lettura che dovrebbe essere un crescendo di tensione e di ansia. Io non vedevo l'ora di finire il romanzo solo per iniziarne un altro e questo è un gran brutto segno, lo so, ma una cosa è certa: tra me e Fitzek non finisce qui. 


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Titolo originale
das kind

Casa Editrice 
Elliot, 2009

Traduzione
E. Cambini

Genere
thriller psicologico

Pagine 360
Prezzo € 17,50