A cura di Silvia (10/2018)
Voto:
È proprio vero che una stessa storia, se raccontata da autori
diversi, può risultare molto bella o incredibilmente brutta. A fare la
differenze in un romanzo non è solo lo stile, ma anche la struttura
narrativa, cosa si sceglie di dire, come lo si dice e quando, perché
sì, anche i tempi sono fondamentali. Insomma non basta avere una buona
idea, tutt'altro, spesso la base può essere anche scontata, basta
saperla gestire.
Perché dico questo? Perché l'epilogo di Ellie all'Improvviso
potrà
essere intuibile quasi subito al lettore più navigato, eppure non è
minimamente importante, il totale godimento del romanzo non ne
risentirà nel modo più assoluto, molto semplicemente perché l'autrice è
brava.
Lisa Jewell insinua il
dubbio, lo elabora, lo manipola, ti fa temere
delle tue stesse supposizioni e se fondamentalmente sai di aver
ragione, allo stesso tempo non vorresti; scoprire che tutti i tuoi
incubi non erano frutto di una mente troppo allenata ai thriller e ai
gialli, non ti appaga di nulla, anzi. Ti fa un gran male. Perché questo
libro non vuole essere solo un mistery, non cerca di dare un volto a un
colpevole, ma scava nella quotidianità, in quell'ordinaria e apatica
normalità che spesso ci fa sentire al sicuro e che invece di sicuro non
ha nulla, fino a dimostrarci che niente è come sembra e che tutto
cambia a seconda della prospettiva di chi guarda.
Sono i vari tipi di
registro usati, uniti a una narrazione tagliente,
incisiva, ma anche evocativa, che hanno reso la lettura di
Ellie
all'Improvviso una corsa contro il tempo. Dovevo sapere.
Dieci anni da
vivere nell'incertezza sono tanti per una madre che ha visto la figlia
uscire di casa per andare a scuola e non tornare più e me li sono
sentiti tutti addosso: centoventi mesi di silenzio, di
speranze, di
buio. Poi la verità, dura come la pietra, fredda come le ossa di Ellie.
Laurel deve farsene una ragione, deve andare avanti per il bene degli
altri suoi due figli e per se stessa, ma non è semplice. L'incontro con
Floyd - aria
baldanzosa, sguardo languido - sembra ridarle il sorriso,
finché non conosce la figlia di lui, Poppy, una bambina di un'ingenuità
disarmate, ma allo stesso tempo di una saccenteria fastidiosa, una
bambina con una fossetta a sinistra, la fronte spaziosa, le palpebre
pesanti, un modo particolare di inclinare la testa come se cercasse di
leggere nel pensiero di chi ha di fronte... una bambina così simile
alla sua Ellie... certo, una coincidenza. Cos'altro potrebbe essere?
Finché l'armadio dei segreti non si apre. Travolgendo tutti coi loro
scheletri.
Che dire... Amato. Tantissimo.
Ellie all'Improvviso
è quel genere di romanzo che non solo ti tiene con
il fiato sospeso, ma riesce a consumarti, a limare gli angoli già
smussati del tuo cuore, a farli sanguinare.
Raramente un thriller mi commuove, di solito sono altre le sensazioni
che provo: sgomento, incredulità, sollievo, ma tra queste pagine ho
versato lacrime su lacrime, non
puoi chiudere il libro e pensare di
essere sopravvissuta indenne alla storia di Ellie, perché
c'è un
pezzettino di lei in ognuno di noi. Siamo stati tutti adolescenti con
la testa piena di sogni, il cuore innamorato, una voglia pazza di
spiccare il volo verso l'età adulta, di fare cose improbabili come
lanciarsi con il paracadute e il bisogno fisico, urgente, di sentire la
vita scorrere prepotente nelle vene. Ci siamo sentiti forti e
invincibili a quell'età. Senza pensare che in un attimo tutto poteva
finire.
Per questo il romanzo di Lisa Jewell non è solo un semplice thriller,
ma una storia profonda, ingiusta, dolorosa, cattiva. Terribilmente
cattiva. Ma è un "libro"
e questo mi consente di definirlo anche
terribilmente bello.