A cura di Silvia (2004)
Voto:
"Codice
Cinque" è il primo titolo di una serie thriller che J. D. Robb (Nora
Roberts sotto pseudonimo) dedica a Eve Dallas, tenente della squadra
omicidi, e a Roarke, un miliardario con un passato così misterioso da
non concedergli neppure un cognome.
Siamo a New York nel 2058 e alla protagonista viene affidato il caso
di una prostituta orrendamente assassinata nel suo letto. Uno su sei è
l'inquietante messaggio ritrovato sotto al cadavere che lascia
presagire altri delitti. Durante le indagini Eve interroga tutti gli
indiziati possibili, scova prove su prove, ma non può fare a meno di
focalizzare la sua attenzione su Roarke che pare essere l'indiziato
numero uno. Se non risvegliasse in lei emozioni sopite da
anni,
sarebbe facile metterlo sotto torchio e infilargli un bel paio di
manette, ma per la prima volta nella sua vita Eve è in difficoltà e
rischia di mischiare la vita privata con il lavoro...
Nora Roberts è un autrice che ho evitato per anni. I suoi
numerosissimi
titoli all'attivo me la facevano apparire come una scrittrice che
pubblicasse troppo, e secondo me un buon romanzo nasce da mesi e mesi
(anche anni) di lavorazione. Invece mi sbagliavo. Nora Roberts è un
vero talento, con l'ispirazione giusta nove volte su dieci e anche i
suoi romanzi minori hanno saputo regalarmi ore di ottimo
intrattenimento, grazie all'ironia che li caratterizza e a uno stile
fluido e avvolgente.
Ma veniamo a "Codice Cinque" e alle note dolenti. Nonostante l'autrice
abbia un posto d'onore nella mia libreria, questo romanzo non mi ha
pienamente convinta.
Eve è una protagonista che a primo impatto mi ha divertita. E' una
gatta randagia, priva di qualsiasi formalità; è scontrosa e prepotente,
diffidente verso chi non conosce, e guardinga negli approcci con gli
uomini. Ha un atteggiamento molto maschile verso il mondo, alza le mani
quando le cose prendono una piega che non le piace e zittisce tutti con
sboccate taglienti e colorite. Ma questo carattere poco femminile è
frutto di un antico tormento che non riesce a placare e con cui vive da
anni.
Non c'è dubbio, Eve non è la solita protagonista e conoscendola
arriveremo a giustificare tanti suoi comportamenti. La corazza di
simpatico cinismo che ha deciso di indossare ormai le va comoda come
una di quelle calde coperte in cui ci si avvolge d'inverno davanti a un
caminetto, quindi perché toglierla? La protegge e la conforta e non le
importa se solo in pochi sanno chi è veramente.
Per lei è più facile non mostrare mai cedimenti, essere dura e
affrontare il mondo di petto per non restarne schiacciata... ma non
potrà essere sempre così.
La fragilità è donna e anche Eve non ne è immune.
Veniamo ora a Roarke, un uomo dal passato nascosto dietro un muro di
nebbia; di lui si sa pochissimo tranne che è paurosamente bello e ricco
sfondato (hai detto
niente!). Sa come comportarsi in ogni situazione, e
come ottenere qualsiasi cosa attraverso mezzi leciti o... un tantino
illeciti. E' furbo, ironico, sexy. Corteggia con chicchi di caffè
invece che con fiori (e
per Eve che adora il caffè è la cosa più
seducente che le sia mai capitata!) e ha una sensibilità
tale da far
capitolare qualsiasi donna. Con infinita pazienza aiuterà Eve ad
affrontare il ricordo che la tormenta, perché il male per vincerlo va
combattuto, non celato.
E' dunque l'uomo
perfetto? Ebbene sì, e per quanto potrà sembrare
strano è proprio questa perfezione che me l'ha reso così
irraggiungibile e finto da non farmelo piacere pienamente.
Lei è la donna imperfetta?
Proprio così, e per quanto adori i difetti
che rendono più umani i personaggi, Eve ne ha un tantino troppi.
Sono comunque ottimista e propensa a credere che questo titolo sia
molto introduttivo e serva soprattutto per presentarci i vari
personaggi al
loro stato più grezzo e farcene apprezzare la successiva e graduale
muturazione (la serie è composta da ben 40 romanzi!).
Altro piccolo neo da sottolineare riguarda il "colpo di fulmine"
(soprattutto di lui nei confronti di lei) e l'alchimia che aleggia tra
i due dall'inizio. Doveva essere tutto più approfondito per risultare
credibile, perché è vero che i poli opposti si attraggono, ma qui
stiamo parlando di due poli opposti che hanno di opposto anche i ruoli
che normalmente e tacitamente si assumono all'interno di una coppia
(Eve fa troppo l'uomo e non che Roarke sembri una donna, ma ha delle
caratteristiche che solitamente il "sesso forte" se le sogna).
Continuiamo con i difetti. Codice
Cinque viene spacciato per un
thriller, ma cari lettori, di thriller ha ben poco. Per la precisione è
un romantic suspance (queste sfumature l'editoria non le chiarisce), un
mix di rosa-giallo, ma in questo caso la storia d'amore è messa troppo
in primo piano, a tal punto che poco importa chi sia l'assassino,
l'importante è che non sia Roarke e che alla fine resti con Eve.
Per questo motivo mi sento di consigliare il romanzo a un target
prettamente femminile, con la speranza che nei titoli successivi la
parte thriller sia meglio congegnata e
non banale e prevedibile dopo meno di cento pagine.
L'autrice però scrive bene e ha costruito una trama che per quanto
possa
piacere o meno, certamente non annoia. Il punto forte sono i dialoghi,
le battute e la sfrontata maleducazione di Eve, per non parlare del
disarmante fascino di Roarke (che su di me al momento ha fatto cilecca
;_;).
Darei un oscar come miglior attore non protagonista allo scontroso
maggiordomo Summerset, che nonostante le poche e taglienti battute è
così ben caratterizzato da risultare subito antipatico!
E un cammeo come scena più ilare (che si gusta a 360° solo leggendo il
libro) al momento in cui Eve lo affronta... una volta per tutte!
"Devo
vedere Roarke", gli disse, superandolo.
"Mi dispiace, tenente, ma non è in casa."
"Oh." Il senso di delusione la fece sentire ridicola. "Dov'è?" Sul
volto del maggiordomo calò una maschera impenetrabile. "Credo che sia
una riunione. E' stato costretto a cancellare un'importante viaggio in
Europa e pertanto ha dovuto lavorare fino a tardi."
"Già." Il gatto scese i gradini e cominciò subito a strusciarsi contro
le gambe di Eve. Lei lo prese in braccio e gli gratto la pancia. "Sa
quando torna?"
"Per Roarke il tempo è denaro, tenente. Non so quando tornerà."
"Ascolta, bello, non ho storto un braccio a Roarke per costringerlo a
passare con me il suo prezioso tempo. Perché allora non la pianti di
stare lì impalato, neanche ti avessero infilato un bastone nel culo, e
non mi spieghi perché, ogni volta che compaio, assumi quell'aria
schizzinosa?"
Lo shock sbiancò il volto di Summerset. "Non sono abituato alle
volgarità, tenente Dallas. Lei invece a quanto pare sì."
"Mi calzano a pennello, come un paio di vecchie pantofole."
"Esattamente." Summerset tornò a irrigidirsi. "Roarke ha gusto, stile,
potere. E' ascoltato da presidenti e sovrani. Si è sempre scelto donne
d'illustri natali e dall'educazione impeccabile."
"Io invece ho pessimi natali e nessuna educazione." Si sarebbe messa a
ridere se la frecciata non l'avesse colpita così vicina al cuore. "Ma,
a quanto pare, persino un uomo come Roarke può trovare attraente una
bastardina. Riferiscigli che mi sono ripresa il gatto", concluse, e se
ne andò.