A cura di Silvia (2007)
Voto:
Primo romanzo della zooarcheologa francese Fred Vargas, e per
rendere subito l'idea di questo titolo mi viene solo da dire "il più
solare dei noir che mi sia mai capitato di leggere". A
tratti cupo, in altri meno, ma sempre caratterizzato da una sottile
ironia che tende a stemperare il dramma che si consuma.
Ma procediamo con ordine.
La trama. Molto semplice, lineare, equilibrata.
Sophia Siméonidis, nota cantante lirica, trova nel giardino di casa sua un faggio che sembra apparso dal nulla e nonostante il disinteresse del marito, vive l'inspiegabile evento come un presagio negativo. Diversi giorni dopo infatti scompare… Scappata? Rapita? Assassinata? Le indagini finiranno nelle mani della polizia, ma la storia la vivremo attraverso gli occhi di più di una persona che ci metterà il naso…
Ed ecco il punto forte del romanzo. I Personaggi.
Su di loro mi è veramente impossibile non soffermarmi, perché
se non apprezzerete la storia, non potrete provare un pizzico di
empatia per l'allegra combriccola.
Marc, Mathias e Lucien sono i "tre evangelisti", come si diverte a
soprannominarli Armand Vandoosler, ex poliziotto ed anche zio di Marc.
Un uomo arguto, che esercita un notevole fascino nonostante non sia più
un giovincello e con il vecchio distintivo che gli batte sempre nel
petto. Per qualche strano scherzo del destino si trova a fare da
"padrino" ai tre squinternati. Marc, il medievista, minuto
capelli e vestiti neri, una mano carica di grossi anelli d'argento, un
volto spigoloso; Mathias, l'appassionato studioso di
Preistoria, biondo, con i capelli troppo stopposi per essere
pettinati decentemente, indifferente, per non dire ostile, nei
confronti di tutto quello che è accaduto dopo il 10000 A.C.;
Lucien lo storico della grande guerra, un contemporaneista
agitato, con le guance smorte, la ciocca di capelli castani sempre
sugli occhi, la cravatta stretta al collo, la giacca grigia, le scarpe
di cuoio scalcagnate ma inglesi (…) un
inafferrabile miscuglio di rigidità e lassismo.
Sono loro i Tre Evangelsiti, San Marco, San Matteo e San Luca. Tre ragazzi appassionati di tre epoche storiche differenti, che, come sono soliti ricordare, navigano "nella merda" e coabitano nella casa, vicino a quella della povera Sophia, insieme a Vandoosler. Oddio, la loro più che una casa è una stamberga… quattro piani con giardino contando il sottotetto, in una via fuori dal mondo e in uno stato disastroso. Buchi dappertutto, niente riscaldamento e bagno all'esterno. Strizzando gli occhi, una meraviglia. Tenendoli normalmente aperti, una tragedia.
Marc, Mathias e Lucien si improvvisano detective per simpatia nei confronti della vicina scomparsa, per amicizia (o qualcosina di più) nei confronti della principale indiziata e perché d'altronde non hanno niente di meglio da fare.
Un giallo fatto di piccoli indizi che si accumulano grazie a
velati ed amichevoli interrogatori, quotidiane sbirciate dalle
finestre, e logiche deduzione (i nostri tre amici non sono poi così
stupidi come sembrano!).
"Chi è morto alzi la mano", titolo decisamente invitante, ha ben poco a
che vedere con i soliti noir, sul generis di Patricia Highsmith, sembra
più una commedia gialla vecchio stampo rivisitata in chiave moderna:
semplice, curiosa, ben scritta e caratterizzata dalla sottile ironia
francese. Un "cozy" direi (consultate
la pagina dei sottogeneri per la definizione)
o per dirla in termini più chiari, un romanzo deduttivo su uno sfondo
noir.
Se le indagini dove è il "dettaglio apparentemente insignificante che fa la differenza", troverete soddisfacente la lettura, mentre chi cerca solo il thriller ad alta tensione, adrenalinico e tachicardico, è meglio che guardi altrove.
Una lettura fresca e veloce, con personaggi facilmente riconoscibili come i vicini di casa che avreste sempre voluto avere!