A cura di Silvia (10/2015)
Voto: ---
Leggere Musso
potrebbe diventare un vizio. Mi piace proprio.
Questa volta l'autore francese gioca con la trama e il vissuto
dei personaggi per dar vita a una
storia che sembra uscita direttamente
dalle turbe mentali di Sebastian Fitzek e Wulf Dorn,
abbandonando, ma
solo apparentemente, i risvolti sentimentali tipici delle sue storie.
Pur amando sinossi in cui l'amore vuole essere il protagonista
indiscusso e assoluto, Musso ama anche la suspense, pertanto non
avrebbe dovuto stupirmi questa sua ultima uscita anche se, lo ammetto,
l'avevo sottovalutata. Non come contenuti, sia chiaro, mi aspettavo un
bel romanzo, ma non un vero e proprio thriller. Invece nonostante non
possa - e soprattutto non voglia - rivelarvi troppo, devo dirvi che il
ritmo teso e i continui ribaltamenti ti portano a consumare le pagine
in poche ore e il finale è di quelli che rimette a posto
ogni singolo
tassello di un puzzle abilmente disfatto.
Insomma, anche questa volta, Musso ha fatto centro!
Central Park
è un romanzo veloce e incalzate, l'autore non si
perde in inutili descrizioni e in dettagliati approfondimenti
psicologici, preferisce far conoscere i suoi personaggi attraverso le
parole e le azioni ed è una scelta oltremodo obbligata, perché solo
alla fine si scoprirà il loro vero volto.
Tutto inizia a Central Park dove Alice si risveglia ammanettata a Gabriel. Lei poliziotta francese, lui jazzista americano, non ricordano nulla, sanno solo che il giorno prima erano da tutt'altra parte del mondo; una a Parigi con le amiche, l'altro in un locale di Dublino. Ma c'è di più. La camicia di Alice è sporca di sangue e sul braccio di Gabriel sono incisi una serie di numeri... poco alla volta il passato della donna torna prepotentemente a farsi strada nel suo presente, un passato che non ha mai avuto un volto, ma che le ha tolto le persone più importanti della sua vita rendendola schiva e diffidente.
I continui fashback faranno luce su un caso che tre anni prima aveva sconvolto Parigi e che per Alice era diventato una vera e propria ossessione. Era lei che voleva fermare il killer interrompendo la catena dei delitti; era lei che voleva fare giustizia a nome di tutte le donne che avevano perso la vita; era lei che, sprezzante del pericolo, aveva infranto le regole e dato un calcio al buon senso. Ma oggi è tardi per voltarsi indietro, Alice ha pagato a caro prezzo la propria ostinazione e forse solo la vendetta potrà placare quel tormento che non le da tregua.
Attraverso una serie di indizi e sconvolgenti rivelazioni che scoperchieranno i fantasmi della memoria, Alice e Gabriel si muoveranno in una New York fatta di verità e cliché, e nonostante alcuni momenti di stallo e altri i n cui la logica sembra abbandonare il filo conduttore, il finale sbroglierà i nodi di una matassa di cui non ci si aspetterebbe mai il risvolto. Allo stesso tempo ribalterà il piano di lettura dell'intero romanzo, ogni singola situazione avrà un nuovo significato, ogni parola pronunciata un peso diverso. Avrei solo evitato la vena sentimentale a cui Musso non può fare a meno di ricorrere, non se ne sentiva il bisogno e anche se potrà appagare il lato romantico di molte lettrici toglie credibilità alla storia (ecco perché non ho dato 4 stelline intere).
Ma il punto forte di Central
Park per me resta la scoperta di
una verità scomoda, impietosa, amara. È anche lo stile di Musso -
pacato, dosato, privo di fronzoli e eccessi - che ti fa presagire un
epilogo in grado di colpirti senza ferirti, invece una volta sfogliata
l'ultima pagina ti accorgi che tutti quei colpi,
apparentemente lievi,
hanno lasciato il segno.