A cura di Russell
Si può fare una recensione dopo quasi 7 anni? Sì,
probabilmente si può... Farla bene? Ci si prova... e ci si potrebbe
anche riuscire se il libro in oggetto non fosse questo.
Per ricordarsi tutto quello che succede e saperlo spiegare, servirebbe
una memoria spaventosa anche un mese dopo averlo letto.
Per fortuna quello che rimane è tutto quello che un libro ti può dare;
e questo libro è uno di quelli che ti rimangono dentro.
A mio parere il capolavoro assoluto di James Ellroy (se la gioca con
"Sei pezzi da mille" - il suo seguito e per me supera "L.A.
Confidential").
Un romanzo a suo modo epico, un periodo fondamentale della storia
americana come nessuno l'ha mai descritto.
Ellroy fa il salto in maniera incomparabile: in L.A. confidential ci
aveva narrato la sua Los Angeles marcia e corrotta, quella dei
giornaletti da due soldi in cui la gente vede il Verbo, quella delle
prostitute di alto bordo, dei poliziotti corrotti e violenti, del
razzismo.
Anche questa è dunque epica. Epica del potere e della
corruzione..."L'America non è mai stata innocente".
In "American Tabloid" trasferisce quanto ci aveva già narrato di Los
Angeles in una prospettiva nazionale e internazionale, mostrandoci la
piramide del potere con al vertice i personaggi storici reali (J.E.
Hoover, i due fratelly Kennedy, il leader del sindacato degli
autotrasportatori Jimmy Hoffa e Howard Hughes) e scendendo via via fino
ai personaggi minori, quelli che fanno il lavoro sporco (ma sarà
davvero il loro quello più sporco?).
Non si può raccontare la trama se non in maniera superficiale...
incredibile ma vero. Troppi colpi di scena, troppi avvenimenti.
Ellroy ci descrive comunque da par suo l'ascesa e la caduta di JFK e di
chi gli è vicino, mostrandoci uomini troppo potenti all'improvviso
troppo deboli per controllare i loro desideri, giri di denaro per
comprare tutto e tutti filtrati da mafiosi, narcotrafficanti (Santo
Trafficante è anche lui presente), starlettes di night club compiacenti
(con chiunque paghi), picchiatori, piccoli spacciatori di strada ecc...
Si tratta dunque di un romanzo in cui realtà storica e finzione si
mescolano mirabilmente, tant'è che non risulta difficile credere che la
storia dell'America sia davvero questa (e forse lo è).
Si dice in giro che i fatti narrati siano veri e che Ellroy ne sia
venuto a conoscenza a seguito della decisione di Bill Clinton di
rimuovere il segreto sugli archivi CIA: questo spiegherebbe alcune
cose, ma non basta per far capire la padronanza e la maestria che ci
vogliono per rendere verosimile una storia del genere narrandola
attraverso i suoi vari personaggi, la stampa dell'epoca, i rapporti
CIA, le telefonate intercettate.
La lettura non è affatto semplice, anzi... è facile smarrirsi nella
miriade di luoghi, personaggi (poteva mancare Marylin?) e avvenimenti,
ma al tempo stesso smettere è difficile, si vuole sapere, si procede
nella lettura dicendosi "Sì, lo sapevo che dietro questo c'era...".
Questo può essere un difetto, ma del resto Ellroy non è uno scrittore
facile; anzi un romanzo con una trama così forte e affascinante può
essere l'ideale per accostarsi a questo autore.
Ogni avvertimento sulla violenza, sul sesso e sul linguaggio è
assolutamente inutile per chi conosce Ellroy... chi non lo conosce, è
meglio che si prepari.
In definitiva, un romanzo capolavoro, indicato per chi ama le storie
complesse, di ampio respiro, ma sconsigliato per chi vuole qualcosa di
disimpegnato.
Di sicuro non è una lettura da spiaggia.
Bene... ci ho provato, probabilmente ho fallito. Non Importa. Leggetelo
mi ringrazierete o mi odierete, ma di certo non resterete indifferenti.
Trilogia
Underworld
1. American Tabloid - American Tabloid
2. The Cold Six Thousand - Sei Pezzi da Mille
3. Blood's a Rover - Il Sangue è Randagio