A cura di Silvia
(08/2015)
Voto:
Basta,
la Phillips va certificata, non c'è storia. È uno
strumento di garanzia
a sostegno di tutte le donne romantiche del Pianeta Terra e i suoi
libri dovrebbero esporre un bel bollino a testimonianza di quanto bene
facciano. In questo caso è stata così brava che ha rivoluzionato l'idea
che avevo in testa dei cosacchi, ovvero questa:
Per antonomasia il cosacco è un uomo dall'aspetto incolto, fiero verso
il padrone e impietoso con il nemico; un essere truce e selvaggio,
anche se agilissimo di gambe, come ci dimostra l'immagine a puro scopo
esplicativo posta qui sopra. Il solo pensiero di avere un uomo così
credo che faccia venire alla mente immagini del tipo - Donna! Toglimi gli stivali!
- oppure - Donna!
Spidocchiami la barba! - ma leggete questo libro della
Phillips e poi parliamone.
Anzi, parliamone subito.
Immaginate un uomo fisicamente prestante, un uomo la cui natura emotiva
si è modificata - in peggio - nel corso degli anni, figuratevelo a
cavallo, fiero e indomito, mentre fa schioccare le sue fruste e una
folla lo applaude con ammirazione.
Questo uomo, che trova nella vita del circo il suo elemento naturale,
non sa però rapportarsi con le donne se non tra le lenzuola, e un
giorno si ritrova sposato con una ragazza che ritiene stupida, viziata,
egoista, vanitosa e mondana.
Insomma... wooow ! Cosa c'è di meglio di due
caratteri agli antipodi e di una convivenza forzata?
Convivenza poi, che non avverrà tra gli agi e i lussi, ma tra le
quattro mura di una sgangherata roulotte.
Alex e Daisy devono stare insieme sei mesi, poi ognuno andrà per la
propria strada.
Non vi dico il motivo che li ha portati all'altare, ma come potrete ben
immaginare i nostri due protagonisti - come in ogni libro della SEP che
si rispetti - avranno molto da raccontarci e tanto per farci emozionare.
Alex è un uomo pieno di invisibili cicatrici, mentre Daisy si rivelerà
una ragazza con più cuore che buon senso, fermamente intenzionata a non
rompere un vincolo per lei sacro e a redimere quel diavolo di suo
marito. Sarà il suo angelo,
si affiderà a lui con cieca fiducia, trasformerà i suoi silenzi in
fragorose risate, instillerà nel suo granitico cuore speranze e
desideri e alla fine lo manderà totalmente in corto
circuito.
Un personaggio delizioso quello di Daisy che mi ha vagamente ricordato
Francesca, la protagonista di un
Fiore nelle Polvere, anche se non arriva a toccare i suoi
eccessi. Daisy è semplicemente lo specchio del mondo da cui proviene,
una realtà fatta di eventi mondani e lusso sfrenato, tutte cose che a
lei interessano fino a un certo punto, ma che hanno innegabilmente
fatto parte della sua quotidianità. Almeno finché non si ritrova a
spalare letame in un circo. Un bel salto di qualità, non c'è che dire,
infatti il passaggio dalle stelle alle stalle non sarà per niente
facile, ma non per i motivi che potrebbero sembrare ovvi. Daisy si
sentirà soprattutto sola, praticamente abbandonata; si ritroverà in un
posto di cui non conosce le regole, circondata da persone che la
guardano in modo quasi ostile e ogni tentativo per farsi accettare le
sembrerà vano. Il circo non è il paese dei balocchi, e devo dire che
l'autrice è riuscita in un'altra impresa pressoché impossibile. Me lo
ha fatto amare. Mi ha
fatto vedere con gli occhi di una bambina quel luogo a cui ho sempre
associato sentimenti come la malinconia, il sacrificio e lo
sfruttamento degli animali.
Più volte la Phillips lo descrive come un ambiente disordinato e
soffocante, ma grazie a un tocco di misticismo il romanzo si trasforma
in una bella favola, una favola di cui a volte si sente il bisogno e
che speri nasconda un pizzico di verità.
Personalmente però, confido maggiormente nell'esistenza di uomini come
Alex, già il nome è una garanzia (vedi qui, qui e qui), ma siccome incontrarne uno è
difficile, accalappiarselo ancora di più, mi accontento di sprofondare
e di sognare tra le pagine di libri come questo.
Se non si era capito, il
cosacco ha fatto un'altra vittima