A cura di Silvia (2005)
Voto:
Devon e Margaret si amano, o almeno così sembra. Sono giovani,
belli e
ricchi, ma un improvviso crollo finanziario abbassa drasticamente il
loro tenore di vita e mina la loro apparente felicità. Margaret non
sorride più, rimpiange il passato e punta con disprezzo il dito contro
il marito dimostrando di essere più legata al titolo nobiliare che a
lui, finchè un'improvvisa malattia non la strappa da un suo ultimo
abbraccio.
Dopo anni passati a piangere la donna tanto amata, Devon matura un
desiderio. Far ritornare all'antico splendore la tenuta di campagna di
famiglia, barattando il suo titolo di conte con una nuova moglie
provvista di una cospicua eredità.
L'incontro con il padre di Georgina cade a puntino; lui vuole i suoi
soldi e la ragazza, già ventiseienne, desidera tanto una famiglia e dei
figli. A dire il vero Gina ha un cassetto traboccante di sogni, ma si
accontenta di aprirlo nei momenti di maggiore nostalgia, per vivere il
presente in modo più razionale, nonostante la vita di Londra le vada
stretta quando un vestito di tre taglie più piccole. È
cresciuta in
Texas, ha respirato l'aria della libertà, ha viaggiato per il mondo con
la sua famiglia e ora, in Inghilterra, le rigide regole e le nette
distinzioni sociali la fanno sentire sola e spaesata. Il suo mondo a
colori è diventato in bianco e nero e il suo immaginario principe
azzurro ha il volto bellissimo di un cinico nobile che di lei vuole
solo i soldi. Una situazione decisamente squallida, che
Gina decide di
accettare per amore del padre, che tanto desidera vederla maritata, e
perché spera che la vita coniugale possa essere l'alternativa più
giusta a una vita di solitudine.
Il rapporto tra i due, apparentemente privo di fondamenta,
sorprende
entrambi, che scoprono in breve tempo quanto piacevole sia la compagnia
reciproca. Devon è incantato dal sorriso sbarazzino e
dall'atteggiamento di gioia verso il mondo che Gina non manca di
esternare e lei è fermamente convinta che sotto al titolo di conte si
nasconda il più incredibile degli uomini.
Forse c'è una possibilità che il loro matrimonio funzioni.
O forse no.
Come reagirà Devon quando scoprirà che il vecchio padre di Gina, nel
dirgli che sposandola avrebbe avuto tra le mani una ricchezza
inimmaginabile, non stava affatto parlando di soldi?
Un romanzo gradevole, di semplice lettura, che alterna momenti
ironici
ad altri più tesi e drammatici.
La felicità, anche se a portata di mano sembrerà irraggiungibile, ma
una lacrima sospesa tra le ciglia cambierà le sorti dei loro destini.
Una lacrima che si è sempre ostinata a non cadere, e che è stata
prontamente raccolta da due amorevoli dita.
Una storia senza fronzoli e priva di argomenti complessi che fa
riscoprire il piacere della quotidianità.
Gina è una protagonista solare, simpatica e divertente, nonostante i piccoli e grandi dolori subiti trova motivi di gioia in ogni piccola cosa, mentre Devon l'uomo tutto d'un pezzo, orgoglioso, ermetico e dannatamente bello, si rivelerà solo nel finale.
Già dalla metà in poi del libro è evidente che sotto la
corazza batte
un cuore (come potrebbe essere altrimenti!) e forse avrei accorciato
certi tempi; il suo essere ostinatamente cieco nel non capire la donna
che ha davanti risulta quasi estenuante. Fortunatamente le piccole
situazioni che si susseguono sono a loro modo divertenti e compensano
un protagonista che per quanto bello, in certe circostante, è
paragonabile solo a un mulo (un
gran bel mulo, ovvio ).
Serie
"Daughters of Fortune"
1. The Outlaw and the Lady -- Prendimi e Portami Via
2. To Marry an Heiress -- Sposare un'Ereditiera
3. Love with a Scandalous Lord -- Un Amore Scandaloso
4. An Invitation to Seduction
Estratto
(©
Sposare
un'Ereditiera - ed. I Romanzi Mondadori pag. 41, 42)
(...) -La bellezza della luna impallidisce paragonata alla
vostra
grazia- Si raccapricciò. Dannazione. Era la cosa più orribile che
avesse mai mormorato a una donna.
Era da tempo che non corteggiava nessuna ed era diventato
inspiegabilmente sdolcinato. Tutto ciò di cui aveva bisogno era una
piccola bugia, un piccolo commento seducente e l'avrebbe avuta
accoccolata sul suo palmo. Il problema era che non la voleva veramente
sul suo palmo. Voleva solo la propria mano sui soldi del padre.
Era quasi sicuro che lei non avesse mai ricevuto un complimento.
Altrimenti perchè il padre sarebbe stato disposto a comprare quello che
lei doveva ancora ottenere? Perchè aveva insistito che lui la
convincesse che era bella? Perchè fare finta di amarla a meno che lei
non avesse alcuna esperienza nell'essere amata?
Si era aspettato che lei si voltasse verso di lui con occhi pieni di
ammirazione. Invece Georgina continuava a guardare il prato ombreggiato
dalla luna.
-Consideratemi brutta, milord. Consideratemi noiosa. Ma non
consideratemi mai, mai stupida.
Poi si girò verso di lui, un sopracciglio inarcato, sfidandolo a negare
la sua accusa, sfidandolo a farle un altro complimento. Lui non potè
far altro che desiderare che un' immensa voragine si aprisse
all'improvviso e la terra l'inghiottisse.
Gli fece un piccolo cenno col capo come se il silenzio di lui
confermasse i propri sospetti, poi voltò di nuovo lo sguardo verso il
prato.
-Dovete essere un uomo disperato - mormorò. - Che cosa vi ha offerto
mio padre?
Altro che mantenere la promessa fatta al signor Pierce, che lei non
avrebbe mai saputo dell'accordo! Ma se lui non avesse rispettato la
propria parte dell'accordo, il padre avrebbe mantenuto la sua? O
avrebbe trovato un uomo più esperto enll'inganno?
Pensò di negare tutto, ma quanto tempo avrebbe impiegato una relazione
costruita sull'inganno a crollare? Corteggiarla con false lusinghe era
una cosa. Mentire sfacciatamente...
Come se avvertisse il suo dilemma Georgina aggiunse: - Non gli dirò che
lo avete ammesso.
-Accesso illimitato alla sua ricchezza.
Devon strinse la mascella e serrò i pugni sui fianchi, odiando il
bisogno che aveva sentito tremolante nella propria voce. La
disperazione che anche lei doveva avere udito.
Il silenzio della donna parlò a gran voce. Lei aveva desiderato
umiliarlo e ora stava assaporando il suo successo. Non gli serviva
questa mortificazione e non la voleva nemmeno. Avrebbe trovato un altro
modo per far fronte alla sua grave situazione. Girò i tacchi e cominciò
ad allontanarsi.
-Non sono contraria al vostro corteggiamento, milord. (...)
Commenti (0)