A cura di Silvia (03/2014)
Voto:
Ecco un romanzo che andrebbe venduto con allegate le
istruzioni per l'uso e un dettagliato elenco degli effetti collaterali
che potrebbero insorgere durante e dopo la lettura. Sapevo che non
sarebbe stato emotivamente facile iniziare Proibito, ma non
credevo che la bolla di dolore che mi avrebbe imprigionata ci avrebbe
messo tanto a scoppiare... così sono ancora qui a pensare a Lochan.
Nonostante il romanzo alterni la sua narrazione a quella della sorella
Maya io penso a lui, a ogni capitolo dedicato a questo ragazzo di
diciassette anni intrappolato in una routine infinita fatta di bambini
da svegliare, pranzi da preparare, compiti da svolgere, bollette da
pagare.
Lochan condivide il peso della famiglia con Maya, fanno da genitori ai
loro fratelli più piccoli e anche se sono pieni di casini si
spalleggiano a vicenda e insieme sanno di essere forti. Ma per Lochan
questa regola vale solo tra le quattro mura di casa sua, mentre fuori
la realtà è come un terribile incubo claustrofobico, un luogo troppo
grande per lui che si smarrisce così facilmente, un luogo cacofonico in
cui anche solo dire una parola richiede uno sforzo
sovrannaturale. Lochan vorrebbe solo essere invisibile ed
esistere unicamente per i suoi fratelli e per Maya, in quella casa che
anche se di "casa" ha poco, anche se non c'è un padre ad abbracciarli e
la madre sempre ubriaca sembra essersi dimenticata di loro, è uno scudo
che lo protegge dal dolore che lo consuma.
Innamorarsi non rientrava certo nei piani di Maya e Lochan. Sembra
addirittura l'ennesimo scherzo del destino, un ulteriore casino in
quella vita già così precariamente instabile, eppure è solo quando sono
insieme che tutto il resto si annulla e possono essere felici. Lochan
può addirittura essere se stesso. Non sente quel fastidioso bisogno di
strisciare fuori dalla sua pelle, quella costante sensazione di essere
sbagliato, perchè con Maya non ci sono muri da abbattere o barriere da
erigere.
Ma l'incesto è un reato. Lui lo sa molto bene e nonostante la sorella
viva la loro storia - rigorosamente segreta - come una boccata
d'ossigeno, lui non ce la fa, e se quando è con lei quel grido
disperato che gli sconquassa il petto si mette a tacere quando è solo,
quando pensa, quando fa ipotesi sul futuro... è la fine.
Ed è stata la fine anche per me che ho letto ogni capitolo
narrato da Lochan con un nodo legato stretto intorno al cuore soffrendo
con lui, soffrendo per
lui. Ho pianto per tutte le
ingiustizie che l'hanno reso fragile e trasparente, per quella madre
che non l'ha amato abbastanza, per quel fratello tredicenne che non è
riuscito a capirlo, e per tutte quelle persone chiuse, rigide e bigotte
che hanno condannato il rapporto di Maya e Lochan senza sapere niente
di loro e di quello che hanno passato.
Proibito è un libro che taglia, ferisce, sanguina, e per quanto racconti la storia di un grande amore, ricorda anche quanto a volte l'amore stesso non basti, non quando siamo sotto la lente imperscrutabile di una società pronta a giudicarci e a condannarci senza possibilità d'appello. Ci sono persone per cui la vita è un abito troppo stretto e altre che di stretto, piccolo e angusto hanno solo il cuore, ma la vera ingiustizia è che spesso i primi sono destinati a soffrire, i secondi a essere felici.
In tutti questi
anni, in tutta la mia vita, la lunga strada aspra e accidentata doveva
condurmi a questo preciso istante. Io l'ho seguita alla cieca,
inciampando qua e là, graffiata e stanca, senza sapere dove conducesse,
senza mai rendermi conto che a ogni passo mi avvicinavo alla luce in
fondo a quel tunnel così lungo e buio. E ora che l'ho raggiunta, ora
che sono qui, voglio stringere questo momento tra le mani,
aggrapparmici con la forza per riviverlo in eterno: l'attimo esatto in
cui è iniziata la mia nuova vita. Tutto ciò che ho sempre desiderato è
racchiuso in quest'unico momento, qui, adesso. Le risate, la gioia, la
vastità dell'amore tra noi. Questa è l'alba della felicità. Tutto
comincia adesso. |