A cura di Silvia
Voto:
Siamo nella malinconica campagna
dello Yorkshire, in un cupo castello abitato da sinistri personaggi.
L'ignara Alexandra si fa assumere con un piccolo inganno come
infermiera di Sam, un ragazzo ritardato che in seguito a un misterioso
avvenimento ha smesso di parlare.
Damien, il proprietario del maniero, dubita che la donna possa
realmente aiutare il fratello, ma decide di metterla alla prova sia sul
lavoro che sul piano personale, divertendosi a renderle la vita
impossibile, minacciandola e spaventandola.
Solitamente nei romance questa traccia potrebbe far pensare al classico
inizio "amore/odio";
un rapporto fatto di battibecchi, di continue
provocazioni che vogliono celare la passione che sotto la cenere
brucia, ma attenzione... non è questo il caso.
Damien non è solo un personaggio tormentato (come si incontrano
solitamente), più che altro va definito… disturbato, ossessionato,
malato anche più del fratello che cerca nel silenzio un'apparente pace,
mentre lui deve sfogare rabbie e paure scagliandosi, senza riserve,
sulla povera Alexandra.
Dov'è l'amore in questo libro? Molto ben nascosto e vissuto in modo
insano e distorto, almeno da parte di Damien, perché lei saprà
accettare l'irrazionalità del sentimento e comprendere la natura umana
nella sua follia come nella sua vulnerabilità.
Il loro amore nascerà tra le spine e le lacrime, per molti forse sarà
incomprensibile, ma è nelle debolezze che spesso le persone trovano il
terreno giusto dove piantare le radici. E Damien dietro il suo sadico e
arrogante cinismo, nasconde un mondo intero fatto di cristallo.
Incredibilmente bello, ma difficile da maneggiare. Un mondo che
Alexandra riuscirà a vedere e che vorrà portare alla luce.
Ma la sua vera battaglia sarà quella di restare lucida, sempre e
comunque, perchè se di giorno la natura sembra baciare i muri, le
finestre e le porte del grande maniero, dopo il tramonto il buio
avvolge in un freddo abbraccio ogni cosa, viva o inanimata che sia. I
fantasmi si risvegliano, misteriosi rumori le impediscono di prendere
sonno, oggetti che improvvisamente spariscono turbano una quiete solo
apparente. Più volte la sua determinazione vacillerà e non sarà facile
decidere: restare o fuggire? La sola idea di abbandonare Sam e ancor
meno Damien l'unico che debba essere veramente salvato, ma che si
ostina a volerla far sprofondare nella pazzia con lui, le è
intollerabile, così, armata di coraggio e determinazione Alexandra
scoprirà l'agghiacciante verità a costo della propria vita.
L'epilogo, nel bene o nel male, risanerà gli animi.
Notte dopo Notte
è il romance più gotico che abbia mai letto, ancora
più di "Lily"
e "Nella Gioia e nel
Dolore" della Gaffney. Mai
il tema
della morte l'ho visto andare a braccetto così bene con l'amore,
eppure
l'autrice ha creato una storia straordinariamente coinvolgente,
addirittura paurosa.
Lo stile? Impeccabile. Ridondante nei punti e nei momenti giusti, come
una campana che batte gli ultimi rintocchi al tempo del tuo cuore.
Sempre più incalzante alla fine di ogni capitolo e man mano che le
pagine si sfogliano la
trama diventa torbida e ingarbugliata.
Ma questo romanzo è anche
introspettivo e psicologico. L'autrice ti
prende per mano e ti porta a scoprire i labirinti più nascosti di una
mente torturata e il processo di guarigione di Sam, che poco alla
volta, grazie ad Alexandra, riuscirà a far riaffiorare il suo ricordo
rimosso, è graduale e coinvolgente, la consapevolezza che solo grazie a
lui si potranno districare tutti i nodi che lo tengono, insieme al
fratello, incatenato a un tragico passato ti fa vivere la storia con
l'ansia dell'attesa e il fiato corto fino all'ultima pagina.
Qual è la reale causa di tanto dolore? Possibile che un fantasma si
aggiri minaccioso nel castello? Cos'è successo in passato di così
terribile da non poter essere neppure ricordato? Scopritelo in un
romance eccezionale dal finale inaspettato.
Si
fermò sul pianerottolo. Fu una reazione istintiva, quasi primitiva.
Come un orso che fiuta il pericolo. Tuttavia resistette all'impulso di
scendere di sotto. Damien stava per arrivare, si disse. Sarebbe uscito
dalla biblioteca da un momento all'altro e avrebbe visto quello che
vedeva lei.
Voleva restare dov'era, immobile a metà della scala, ma d'un tratto venne colta da una perversa curiosità. Qualcuno aveva acceso una candela e l'aveva sistemata sulla scala. Era lì per illuminare qualcosa, ma lei non sapeva che cosa. Alle proprie spalle udì la porta della biblioteca che si apriva. Facendosi coraggio al pensiero che Damien fosse vicino, sollevò la gonna e riprese a salire la scala buia. Salì sempre più in alto, finché l'ingresso di sotto non fu altro che un vuoto buio, il pianerottolo inghiottito dall'ombra. Sei gradini ancora. Cinque. Quattro. Vide che cosa c'era accanto alla candela. Il libro. Certo. Lentamente, come se fosse una vecchietta piena di reumatismi, superò l'ultimo scalino. Un alito freddo l'avvolse mentre leggeva il brano evidenziato da un sinistro inchiostro rosso. "Addio. Non sprecherò altre parole su di te; il tempo che resta sulla terra alla figlia di Giacobbe va speso in altro modo." Dall'oscurità sopra di lei spuntò una mano che le toccò la spalla. Lei pronunciò il nome di Damien come un animale ferito. Ma non era Damien che l'aspettava. |