Lemonade di Nina Pennacchi

A cura di Silvia  (10/2013)
Voto: 


Il rimorso è come vedere il cielo ed essere all'inferno
Edward George Bulwer Lytton


Mai e sottolineo mai, mi era capitato di leggere un romance con un protagonista maschile così infimo, meschino, abietto, insensibile, e spregevole. Anche i più bastardi e corrotti hanno sempre un minimo d'onore che li rende comunque umani agli occhi della lettrice, ma Christopher Davenport no. Lui è un vero stronzo bastardo.
E pensare che tutto ha inizio per colpa di una limonata che Chris rovescia accidentalmente addosso ad Anna per poi andarsene senza degnarla di uno sguardo né tanto meno di una scusa (non è nemmeno un gentiluomo!). Dopo poco sarà però Anna a prendersi una piccola rivincita che le costerà molto, molto cara e Christopher, che si è appena trasferito a Coxton per mettere in atto la sua vendetta verso l'uomo che gli ha rovinato la vita, allargherà il suo raggio d'azione a questa povera e semplice ragazza che ha osato oltraggiarlo pubblicamente. Sì, tutto per una limonata! (Sì, è anche dannatamente permaloso!
Quello che le farà è meglio che non lo dica, ma preparatevi a tanti pugni nello stomaco, la Pennacchi è una che colpisce duro e senza mezzi termini.
La cosa incredibile è che nonostante questo libro condensi tante cose che non mi sarei mai aspettata di trovare in un romance, lo stile ricco dell'autrice mi ha fatto attorcigliare le budella, mandandomi quasi in trance. Ho letto come un'ossessa, sembravo una disperata a cui mancasse l'aria, ero in costante stato d'apnea. Perché? A volte me lo sono chiesta anch'io... Cercavo, agognavo, speravo in un'assoluzione per Christopher? Volevo vedere qualcosa di così profondo e nascosto che solo la mia immaginazione di lettrice romantica era in grado di scorgere? O volevo semplicemente che la protagonista riacquistasse il suo caratterino e lo spedisse all'inferno con un bel biglietto di sola andata? Non lo so. Forse tra qualche giorno lo capirò, forse non dovrei essere qui a scrivere una recensione delirante, ma avrei fatto meglio a mettere ordine alle mia budella che ancora non si sono risistemate a dovere e aspettare... assimilare... metabolizzare. Ma non si può. I libri vanno vissuti e io Lemonade l'ho vissuto eccome, con pregi e difetti: per me è stata un'esperienza nuova e devastante. Sì, perché di solito se leggo un romance lo faccio per innamorami insieme alla protagonista, ma sinceramente io di Christopher non mi sono innamorata (non subito almeno...), e più volte mi sono ritrovata a immaginare una serie infinita di torture che gli avrei voluto infliggere. Ma non l'ho odiato, nemmeno quando avrei dovuto. L'ho trovato insopportabile, spocchioso, borioso, pieno di sé, con due dita di cervello, eppure ho sempre cercato di ritrovare in lui quegli occhi di bambino che hanno visto morire tragicamente la madre. Lo so, sono una cretina. Una che vede rosa ovunque, eppure vi assicuro che il rosa non è nemmeno il mio colore preferito, tutt'altro. Ma la colpa non è di Christopher, bensì della Pennacchi. Eh sì, mia cara Nina, se mi hai fatto perdere ore di sonno, facendomi somigliare a un panda rincoglionito, la colpa è solo tua. Tua, tua, tua e ancora tua. Quindi sai che ti dico? Brava! Hai dato vita a una storia che ricalca i classici canoni del genere, l'hai ambientata in una piccola e semplice contea inglese e invece di condire il tutto con fiocchi e nastrini hai sbattuto in faccia al lettore una realtà cruda, ma consona ai tempi. Sì, perché l'uomo violento c'era e c'è sempre stato, così come la donna che s'innamora del suo carnefice. Sei stata coraggiosa, forse sarai risultata impopolare, sicuramente qualcuna non avrà condiviso le tue scelte narrative, ma io sono in fase "standing ovation". Nel testo ci sono delle imprecisioni, l'uso delle parentesi non posso dire di averlo amato alla follia, ma la tua prosa è davvero suggestiva. Unica. Mi hai ricordato la Heyer per l'ironia, ma allo stesso tempo sei stata impietosa come la Small e la Henley, un connubio insolito che non avrei mai creduto possibile e che invece mi ha sconquassato le viscere.
Alla fine mi si è stretto addirittura il cuore per Chris, così immorale, vergognoso, insensibile, maschilista, strafottente, ma anche solo, tanto solo, cresciuto senza una carezza e con la sola compagnia del suo insaziabile desiderio di vendetta... e io mi sono sentita un po' vittima come Anna, vittima del suo sguardo pieno di dolore, della sua aggressiva dolcezza, delle sue false e benevoli bugie, ma al contrario della protagonista avrei voluto provare a smacchiare la sua anima nera prima che la vita gli sferzasse il colpo decisivo. Ma forse se lo meritava... o forse no... 
Quindi adesso Nina riprendi carta e penna e continua il seguito, Lo Zoppo di Coxton, perché non solo voglio sapere se Christopher e Anna a distanza di anni non si sono ancora ammazzati, ma voglio anche leggere che fine farà Leopold (spero una fine lenta e molto dolorosa), cosa succederà a Lucy e Daniel, e se anche Matthew, l'impavido cugino del protagonista - che meriterebbe un happy end solo per averlo sopportato - troverà la sua dolce metà. E poi ci sono i fratelli di Anna, loro non li vogliamo sistemare? 
Bene, credo di aver detto tutto, finalmente posso ricominciare a respirare...


Commenti (19) |  Intervista all'autrice
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Titolo originale
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Casa Editrice 
Naftasia Edizioni, 2012

Traduzione
/

Genere
romance storico

Pagine 400 ca