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LA MOGLIE DELL'UOMO CHE VIAGGIAVA
NEL TEMPO
di Audrey Niffenegger
Titolo originale: The Time Traveler's Wife
© Mondadori 2005 - pag. 503
Genere: contemporaneo/fantastico
*A
cura di Silvia
Harry de Tamble soffre di cronoalterazione, una strana e rara malattia
genetica che lo fa saltare da un punto all'altro della sua vita.
Quando incontra Claire lui arriva dal futuro e ha 36 anni, mentre lei
è solo una bambina di 6 che non sa di trovarsi di fronte all'uomo che
sarà suo marito.
Dopo una lunga amicizia tinta di rosa si incontrano nel presente comune:
Harry ha 28 anni e Claire 20. Lui la vede per la prima volta, mentre lei
lo conosce da quattordici anni; quattordici anni in cui non ha fatto altro
che aspettare quel momento.
Il loro sarà un amore travagliato e ostacolato dall'imprevedibilità, ma
predestinato e di conseguenza unico. Un amore che non segue lo scorrere
del tempo e sfida le lancette dell'orologio; difficile dare un appuntamento
a chi rischia di svanirti da sotto gli occhi lasciandoti sola con i suoi
vestiti.
Ma Claire è paziente, innamorata e lo aspetterà. Sempre.
Un libro particolarmente elogiato, secondo me a torto.
Nonostante i profondi significati, è a tratti lento e noioso ma, bisogna
ammetterlo, anche commovente e toccante, peccato che i pochi picchi, in
cui le parole colpiscono nel segno, non sono sufficienti a risollevare
un titolo che di buono ha solo l'idea. Un'idea sviluppata male, purtroppo.
L'autrice ha dichiarato in un'intervista di aver creato i protagonisti
pensando ai nonni materni. Sua nonna, rimasta presto vedova, non si è
mai risposata e lei si è divertita a fantasticare su delle visite periodiche
del nonno alla moglie che non aveva smesso di pensarlo. La prima scena
che si è immaginata è quella finale, poi ha iniziato a scrivere vari episodi,
dialoghi, scene che ha incollato e collegato tramite un filo logico. Di
questo "collage" si sente un po' il peso; certi anedotti sono
esageratamente lunghi, altri ininfluenti, c'è solo la curiosità di sapere
come andrà a finire la storia che mantiene viva l'attenzione.
Sono stata spettatrice delle vicende di Claire e Henry, per nulla partecipe
della loro drammatica storia che mi scorreva indifferente davanti agli
occhi, per la quasi totale incapacità di affezionarmi ai personaggi. Eppure
non lo voglio totalmente bocciare. Ci sono delle grandi verità nascoste
tra le righe e dei passi che valeva la pena rileggere, ma tutto qui. Per
un romanzo così lungo troppo poco.
La narrazione in prima persona , forse più difficile da padroneggiare
rispetto alla terza, è stato un altro muro contro cui mi sono ritrovata
a sbattere. Le voci di Harry e Claire mi si sovrapponevano nella mente
e per quanto la loro sofferenza sia descritta e ribadita più volte, non
mi era tangibile.
L'epilogo strappalacrime è forse la parte migliore del romanzo, peccato
che prima di girare l'ultima pagina bisogna averne lette più di 500 e
superare un'inizio surreale, che improvvisamente assume tinte tragiche
e ripetitive, non è semplice.
Un'opinione del tutto personale, a volte un buon libro è tale per qualcuno,
ma per altri no. Un reale motivo non c'è.
*A
cura di Laja
La tematica del Viaggio nel Tempo è vecchia e stravecchia, non è più originale,
nè interessante, eppure questo romanzo è capace di rendere REALE una fantasia.
Il viaggio nel tempo non è sempre un gioco, è una problema che provoca
non poche conseguenze. Vi è una profonda sofferenza quando si parte e
non si sa per dove e se mai si tornerà. Questa è la vita di Henry, catapultato
da una parte all'altra del flusso temporale, solo con se stesso, nudo
e senza soldi; ed ogni vota lui deve cercare di "sopravvivere", sperando
di tornare al suo presente il prima possibile. Costretto a rivivere momenti
tragici della sua vita, come la morte della madre, senza poter intervenire,
senza poter far nulla per cambiare le cose. Impossibilitato a vivere appieno
il suo presente perchè sballottolato, come in un flipper fra passato e
futuro.
E' un libro diverso da solito, particolare, che fa riflettere ed emozionare
al tempo stesso. Credo sia difficile identificarsi in un personaggio tanto
poco "temporale" come Henry, ma non rimane uno sconosciuto.
Il gioco di cambiare punto di vista è altresì difficile in un primo momento,
ma permette di avere una paronamica più completa della situazione e soprattutto
della cronologia, che se venisse lasciata da un solo personaggio diventerebbe
confusionaria ed assurda.
Guardare dagli occhi di clare e di Henry permette di cogliere il loro
paradosso, ciò che per Henry è la prima volta, per Clare no. Clare conosce
da sempre Henry, lui impra a conoscerla nel tempo, dopo il matrimonio.
Se si considerasse solo un punto di vista questo sottile gioco non sarebbe
possibile.
Inoltre se si usasse la Terza Persona non si riuscirebbero, con molta
probabilità ad esprimere le stesse emozioni, che invece si vivono direttamente
con i personaggi.
Un buon libro poco pubblicizzato in Italia, che vale bene 2 giorni di
lettura, o magari la nottata ^_*
La Critica
Affascinante, splendidamente scritto, frutto di una singolare immaginazione
e sublimemente romantico
- Scott Turow
Uno dei romanzi più originali, magici e struggenti di queste ultime stagioni
- La Stampa
Una macchina narrativa perfetta, senza sbavature
- Il Giornale
La Frase
"E' dura rimanere indietro. Aspetto Henry senza sapere dov'è e se sta
bene. E' dura essere quella che rimane. Lui scompare senza preavviso e
involontariamente. Io l'aspetto. Ogni minuto scorre lento, trasparente
come vetro. Perché se ne va' dove io non posso seguirlo?"
Un Amore all'Improvviso
U.S.A. 2009
Durata: 1h e 47'
Regia: Robert Schwentke
Fotografia: Florian Ballhaus
Musica: Mychael Danna
Montaggio: Thom Noble
Cast
Rachel McAdams: Clare Abshire
Eric Bana: Henry De Tamble
Ron Livingston: Gomez
Jane McLean: Charisse
Stephen Tobolowsky: Dr. David Kendrick
Arliss Howard: Richard De Tamble
Brooklynn Proulx: Clare da giovane
Alex Ferris: Henry da giovane
Michelle Nolden: Annette De Tamble
Produttore: Brad Pitt, Nick Wechsler, Dede Gardner
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