A cura di Silvia (10/2004)
Bellissimo! Ma non quel "bello" passabile, non sto parlando di
un libro semplicemente godibile e piacevole, bensì di uno di quei
romanzi che ti conquistano e da cui non vorresti mai staccarti. La
trama è ricca e lo stile impeccabile. Difficile spiegarlo a parole, ma
tutti i personaggi risulteranno sorprendentemente veri nel loro essere
imperfetti.
Miranda è una protagonista dai molteplici aspetti e dalle infinite
risorse: appassionata, divertente, semplice e coraggiosa. Sicuramente
crescere nei bassifondi di Londra, tra prostitute, ladri e gente di
malaffare non l'ha resa fine ed educata, eppure, nonostante il suo
essere irriverente, sboccata, furba e abile nel rubare, ha un
temperamento così fiero e indomito che non può lasciare indifferenti.
D'altro canto Cam Gordon è forse l'unico a non lasciarsi intenerire dai
suoi supplichevoli occhi blu. Mai visto uomo dal carattere più spinoso.
Brusco, ostinato, indisponente... "un vero bastardo scozzese" come lo
definisce Miranda, anche se questo è solo uno dei tanti coloriti
epiteti che usa per apostrofarlo. La loro storia, come si può ben
intuire, sarà decisamente atipica e così il suo evolversi.
Un amore fatto di manchevolezze, di parole non dette e gesti repressi,
eppure, durante la lettura, vi sembrerà ugualmente ed innegabilmente
amore...
Sulla trama preferisco non anticipare nulla, gustatevela parola per
parola, riga dopo riga...c'è una grande ricercatezza di vocaboli, una
spiccata sensibilità nel tratteggiare gli stati d'animo (nonostante
l'autore sia un uomo) e un'accurata descrizione della Londra del XIX
secolo. In conclusione credo proprio che le amanti del romance lo
troveranno irresistibile, ma lo consiglio anche a chi rifugge il
genere, potrebbe decisamente ricredersi!
ESTRATTO
© Sonzogno Best Sellers - pag. 365-366
"Avanti," lo incitai "di' quello che devi dire."
"Miranda non avresti dovuto immischiarti." dichiarò, calmo.
"E tu non avresti dovuto essere lì. Cam, sei un dannato idiota. Finirai
col farti impiccare."
"Non cercare di cambiare argomento."
"Quel tuo cugino... è pazzo. Voleva ammazzarmi. Io pensavo che glielo
avresti lasciato fare."
"Forse avrei dovuto." replicò lui.
Brancolai con la mano dietro la schiena e afferrai una spazzola,
scaraventandogliela contro con tutte le mie forze. S'abbattè
rumorosamente contro lo stipite ad appena qualche centimetro sopra la
sua testa. Cam non battè ciglio.
"Non ti lascerai sfuggire neppure una parola di quanto hai sentito."
disse.
"Miserabile che non sei altro, non ti permetterò di farti impiccare.
Non intendo starmene in silenzio a guardare mentre tu..."
"Non dirai una parola," m'interruppe con voce ferma ma calma. "Fingerai
di non aver né visto né sentito niente."
"Un corno che lo farò. Se pensi di..."
"Prenderò i provvedimenti che riterrò necessari," soggiunse. "Dovessi
essere costretto a tenerti prigioniera in casa, a legarti, a
imbavagliarti. Ma dubito che sarà necessario."
Tutta la rabbia che provavo scemò, e mi sentii debole, inerte,
indifesa. Cam si abbassò a raccogliere la spazzola e la ripose sul
tavolo. Mentre si muoveva le maniche della camicia svolazzavano
vaporose. Per un istante si girò a guardarmi, l'espressione atteggiata
a indifferenza.
"Cam è una pazzia, un'autentica pazzia."
"Miranda, non desidero più parlarne."
Si tolse la pistola dalla cinta e l'adagiò sul tavolo, e la canna
luccicò al bagliore della candela.
"Tanto vale che m'ammazzi ora," gli dissi con voce tremante. "Tu
finirai impiccato, e io... io non potrei vivere senza di te. Se ti
succedesse qualcosa, non avrei più ragione di esistere. Io... io ti
amo, brutto figlio di puttana e..."
"Taci, Miranda." mi disse pacato.
Mi raggiunse e cercò di prendermi tra le braccia, ma io lo
schiaffeggiai duramente sentendo il polso che mi cedeva. Cam trasalì,
ma senza cambiare espressione. Avevo il palmo che mi bruciava e il
polso dolorante. Sulla sua guancia destra apparve l'impronta rossa
delle mie dita. M'attirò a sè e mi coprì la bocca con la sua, e io mi
divincolai per qualche istante prima di aggrapparmi a lui,
singhiozzando disperatamente. Cam scostò il viso e mi guardò negli
occhi. I suoi erano di un azzurro profondo e scintillante. Mi baciò
nuovamente, labbra tiepide che carezzavano le mie con una tenerezza
sempre più urgente. Mi sentii sollevare da terra e trasportare sul
letto, e da quel momento ogni cosa fu perduta, travolta da quell'amore
splendido e crudele che era la mia salvezza e la mia estasi, il mio
tormento e la mia perdizione.