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IL PRINCIPE E IL DESIDERIO
di
Elizabeth Hoyt
Titolo originale: the leopard prince © Mondadori I Romanzi Passione n°21 (2009) Genere: romance storico *A cura di Yoko Ammetto
di essermi avvicinata a questo romanzo non sapendo cosa aspettarmi.
Avevo sentito pareri altamente discordanti, ma visto quanto mi era
piaciuto il primo della serie avevo comunque un buon numero di
aspettative. E queste aspettative sono state ampiamente premiate, tanto
che penso di dover annoverare quest’autrice tra le mie preferite. E’ il
suo secondo libro che leggo e forse non dovrei dirlo troppo forte, ma i
suoi romanzi tendono a insinuarmisi sotto pelle. Mi piace il suo modo
di scrivere, le sue storie e l’introspezione che da alle vicende e ai
personaggi… che chiedere di più? La lettura inizia senza preamboli: la
carrozza su cui viaggiano i protagonisti si è rotta e loro si ritrovano
in mezzo al nulla bagnati come pulcini appena naufragati. Per quanto
viaggiassero sulla stessa carrozza i due sono fondamentalmente due
estranei: lei la tenutaria di un grande appezzamento terriero e lui il
suo nuovo amministratore. Ambedue hanno pregiudizi verso l’altro, che
però vengono subito infranti da questa prima conoscenza forzata che li
vede rifugiarsi in una catapecchia di fortuna per la notte. La Hoyt
stessa non perde tempo e disegna due protagonisti dalla forte
personalità marcata, dalle sfaccettature differenti ma ugualmente
interessanti. Una conoscenza che continuerà a infarcirsi durante tutto
il libro, a cui bisognerà aggiungere l’evidente attrazione tra i due e
l’alto muro rappresentato dall’ovvio dislivello sociale dei
protagonisti. Ho gradito molto la scelta dell’autrice
di fare dell’impronta caratteriale l’elemento fondamentale dei
protagonisti, subito seguito dal loro dislivello sociale, lasciando
leggermente in ombra il loro aspetto fisico. Un romanzo che si fa
quindi apprezzare per i personaggi curati e non esagera nella trama in
scelte assurde, rimanendo in un ambito strettamente reale. P.S. è
un vero peccato che l’autrice non abbia dato spazio al personaggio di
Bennet in un libro a se, è stato un elemento assolutamente intrigante.
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