Ci sono storie che nascono per essere lette, altre per essere vissute. Il Ladro di Ricordi fa
sicuramente parte di questa seconda categoria, perché ha gambe in grado
di portarti lontano e mani capaci di magie e nefandezze. E tocca un
tasto a me molto caro, quello della vendetta. Miei cari lettori, datemi
un romanzo in cui i personaggi non sanno dimenticare e soprattutto non
vogliono farlo, e fate di me una lettrice felice.
Tiffany Reisz racconta di una famiglia ricca e potente che ha gettato
le basi del proprio impero sulla produzione in larga scala del bourbon.
Uomini e donne che nel corso delle generazioni hanno creduto di meritarsi tanto
la ricchezza quanto il potere a discapito di qualsiasi altra cosa.
Niente è più importante del nome e del prestigio. Un nome, quello dei
Maddox, macchiato di whisky e sangue, un nome che la giovane Tamara ha
tutta l'intenzione di cancellare dalla faccia della Terra.
L'inizio della fine
ha luogo il giorno del suo compleanno. Tamara ha appena compiuto sedici
anni e c'è una sola cosa che desidera ardentemente: essere baciata da
Levi, lo stalliere ventottenne con
il viso da attore e lo sguardo sexy. Ma la madre di lei li
sorprende e da quel momento niente sarà più come prima. Una serie di
segreti, omissioni e bugie verranno a galla nel corso del tempo, un tempo che Tamara impiegherà
per fare le due cose che le riescono meglio, amare Levi e odiare sua
madre Virginia. Un odio motivato destinato a espandersi
lungo tutto l'albero genealogico dei Maddox, un odio che non troverà
mai la pace, perché quando il potere e il denaro affondano le radici
nel sangue, non esiste cura, non esiste redenzione, non esiste
perdono.
La Reisz racconta una storia familiare addentrandosi in tantissimi
vicoli, uno più buio dell'altro, e sono così tanti i tasti che tocca,
dall'emarginazione, alla tratta dei neri, al suicidio, che per una
volta non mi dispiacerebbe leggere qualche spin off per avere un quadro
ancora più completo. E io non ho mai di questi bisogni, ve l'assicuro,
ma l'autrice ha aperto
troppe porte e in tante ci ha fatto solo guardare dentro per brevi
istanti. Chissà, magari un giorno leggeremo un romanzo su
Paris, la donna disposta a tutto pur di mettere le mani sull'ultima
bottiglia di bourbon con il nastro rosso intorno al collo, o forse ci
sarà un prequel su Veritas, la giovane schiava venduta insieme al
bambino che le cresceva nel ventre,
due al prezzo di uno. Però lo so, sono bisogni
del momento, dettati da una lettura compulsiva, probabilmente,
a mente fredda, tra qualche giorno, non vorrò sapere altro, perché il
libro è giusto così. Non deve esserci una spiegazione a tutto, la vita
non ha sempre una risposta per ogni domanda, e certi scheletri vanno
lasciati nell'armadio.
Tra l'altro è la coralità della storia una delle cose che ho preferito,
per non parlare dell'impatto emotivo.
Il
Ladro di Ricordi
è pieno di sentimenti contrastanti, idiosincrasie e conflitti emotivi
che porteranno la stessa Tamara - in costante bilico tra l'amore e
l'odio - a un passo dalla follia. Ed è questo che mi è piaciuto, che
non ci siano certezze, che manchi totalmente il classico happy end, che
l'autrice invece di accompagnarti tra le pagine ti abbandoni a più
riprese.
Il
romanzo è forse un po' troppo carico, c'è davvero tantissima carne al
fuoco, ma niente che non possa essere sopperito da una lettura veloce
capace di mandare all'aria un po' di insano raziocinio. È
bello godersi un libro senza sviscerarlo in modo troppo logico e se ho
potuto farlo il merito è solo dell'autrice. Insomma, sapevo che la
Reisz
fosse brava, ma di suo hanno pubblicato solo erotici (genere
che non mi appartiene) temevo quindi che non avrei mai scoperto la sua
penna
tagliente, i suoi dialoghi pieni di doppi sensi, le sue trame al limite
del lecito. Sono pertanto felicissima che abbia voluto cimentarsi in un
romanzo che è impossibile inquadrare in un unico genere, ma che
nonostante tutto ha molto in comune con gli altri suoi scritti,
vedi il
rispetto per
chi è diverso, la totale mancanza di pregiudizi, il bisogno di
abbattere qualsiasi barriera, morale o sociale che sia.
Non posso quindi fare a meno di consigliare Il Ladro di Ricordi
a chiunque voglia un titolo capace di catapultare nel
passato, in un'epoca in cui il gesto più riprovevole ha un
peso diverso a seconda di chi è compierlo, in una storia fatta di odori
e colori in cui l'amore
- ostacolato, negato, ingannato - dovrebbe
essere l'unica moneta in grado di comprare le persone.