A cura di Silvia (03/2013)
Voto:
Mondo difficile quello dell'autopubblicazione. Per gli autori,
ma anche per i lettori.
Easy fa
parte di questo grande calderone in cui si buttano speranzosi
giovani talenti che subiranno il verdetto impietoso di un pubblico
capace di portarli al successo o di farli sprofondare nell'abisso del
dimenticatoio. Tutto in tempi brevissimi.
Tammara Webber è stata fortunata. Il suo Easy ha riscontrato consensi, è piaciuto, in poche parole ha fatto innamorare. Tante lettrici, ma non la sottoscritta. E mi odio per questo, odio vedere del potenziale e non riuscire a sorvolare sui difetti, perchè purtroppo la storia non mi ha coinvolto a tal punto da farmi mettere i paraocchi (e quando posso li indosso anche molto volentieri!).
Partendo dalla trama, posso dire che ha una base molto
intrigante; Jacqueline,
la protagonista, è stata appena scaricata dal fidanzato storico (per
cui ha rinunciato al conservatorio iscrivendosi a economia) e
nonostante non abbia nessuna intenzione di rimettersi subito "sul
mercato" si ritrova involontariamente divisa tra due ragazzi.
Lucas, giovane, bello, palestrato e tatuato (il perfetto bad boy)
e
London, tutor di economia con cui comunica per email (il perfetto good
boy). I due sembrano diametralmente opposti quando
invece... *mi censuro*
Quella
che si crea è una situazione alquanto curiosa e a mio parere l'autrice
avrebbe potuto giocare di più
su questo dualismo invece che stemperare in fretta i toni leggeri
del romanzo a favore di qualcosa di più forte come la violenza
sulle donne. Per carità, è giusto, il romanzo poi è per quel target di
lettrici più sensibili, quindi sì, sensibilizziamole alla grande, ma io
non avevo voglia di simili risvolti. Jacqueline infatti
conosce
Lucas quando lui la salva da un
tentativo di strupro e da lì inizia una sorta di pellegrinaggio emotivo
che coinvolgerà anche altri personaggi secondari. Il problema (se così
si può
definire) è che tutto resta molto delicato e come avrete già
capito io preferisco le burrasche e le tempeste alle piogge
passeggere.
Se dovessi descrivere Easy con degli aggettivi sarebbero tutti diminutivi e vezzeggiativi (carino, bellino...), ma nessun superlativo, figuriamoci assoluto. Resta comunque un romanzo che si legge volentieri anche se a tratti ho notato dei passaggi poco chiari (la traduzione?) e qualche banalità tipica di chi è un'autrice esordiente. Ma niente di grave.
Lo consiglio? Sì, ma alle giovanissime. Io non sono
riuscita a catapultarmi indietro nel tempo per quanto Lucas sia
oggettivamente un bellissimo personaggio per cui è facile perdere la
bussola, e tra l'altro non ho
nemmeno empatizzato con Jacqueline, una voce narrante troppo
diplomatica, troppo
composta, troppo precisa: a 20 anni non puoi essere così, altrimenti
sei una
palla assurda e uno come Lucas col cavolo che s'innamora di te
Ma per fortuna ci sono i libri, dove
all is possible.