A cura di Silvia (2005)
Voto:
Un romanzo abbastanza datato (ha più di vent'anni!), probabilmente sconosciuto dalla nuova generazione, ma forse noto alla vecchia. Ricordo di averlo visto sulla libreria di mia madre per tanti e tanti anni, ma mai una volta ho pensato di leggerlo; troppe pagine e tutte fittissime di parole stampate in piccolo. Poi, col tempo, mi sono avvicinata al genere rosa e alla filosofia che un libro, quando è bello, se è lungo può essere ancora più bello, così mi son detta "perchè non provare?".
Oserei definirlo un graduale colpo di fulmine.
Lo inizio e resto impressionata dal vasto palcoscenico di personaggi, dalla loro minuziosa caratterizzazione fisica e psicologica, dalle descrizioni dettagliate di ogni particolare. Ma non è niente rispetto a quello che pagina dopo pagina l'autrice riserva, non so cosa aspettarmi, ma voglio scoprirlo e leggo, leggo, leggo...
Una volta sfogliata l'ultima pagina ho gli occhi umidi e la consapevolezza di aver appena terminato uno dei romanzi più drammatici e struggenti che abbia mai letto, inesorabilmente amaro e crudele, ma bello.
Siamo agli inizi del Settecento in un'Inghilterra calda e tumultosa, scissa dalle rivalità tra gli Stuart e gli Hannover. In un clima di dissolutezza e corruzione si fa strada Barbara, una giovane donna che incontriamo per la prima volta a quindici anni, quando i suoi sogni sono ancora intatti, l'innocenza le colora le guance e l'ideale d'amore eterno le fa battere forte il cuore.
La perversione, l'odio e il tradimento, sono ancora concetti a lei ignoti, eppure, in futuro, sarà vittima impotente del più imperdonabile dei tradimenti.
Il presente però pare offrirle il più bel regalo che osasse mai sperare. È stata promessa in sposa a Roger, l'uomo che ama da sempre, il più bello, affascinante e generoso uomo che abbia mai conosciuto. Un marito, una casa, una famiglia. Tutto le sembra meraviglioso, quasi troppo bello per essere vero...
Nonostante negli anni la vita non le si riveli per come la sognava da ragazzina, Barbara è, e resta, una figura positiva che lotta per affermare il suo diritto di essere donna in un tempo che non glielo permette e che ama come poche osano fare. Accanto a lei spicca la figura saggia e materna della duchessa, che tenta di custodire e preservare il più possibile la felicità della nipote, proteggendola come solo una madre dovrebbe fare, a meno che, la madre in questione non sia Diana. Spregiudicata e frivola Diana. Dissoluta e superficiale Diana. La madre peggiore che potesse capitarle.
Che dire poi di Roger. È una figura tutta da scoprire e ancora adesso non so se l'ho amato o odiato... tutte e due credo, ma una cosa è certa: non lo dimenticherò.
Serie
1. Dark Angels
2· Through a Glass Darkly - Come in uno Specchio
3· Now Face to Face - Custodisci il tuo Cuore
Nota: Dark Angel è un prequel, ma la scrittura è postuma agli
altri due romanzi.
Estratto
(© Come in uno Specchio ed. Euroclub
su lic. Rizzoli pag.21)
(...) Ma certo pensò Barbara. Un marito. Era ora. Lo sapeva. Chi aveva
scovato sua madre? E perchè la prendeva così alla larga? Perchè non
spiattellava la sua idea nel solito modo diretto... a meno che il
candidato... Barbara si morse il labbro. Una volta Harry aveva
raccontato a lei e a Jane la storia di una ragazza francese trascinata
all'altare dal fratello, mentre lo sposo sbavava e tremolava e
annaspava per palparla, a tal punto era decrepito e senile. Non vedo
l'ora di trascinare te, l'aveva canzonata Harry per stuzzicarla.
Barbara aveva riso e Jane si era messa a piangere. Ma lei non aveva
dimenticato, e dietro la sua risata c'era la consapevolezza che potesse
toccarle la stessa sorte, anche se non era probabile, perchè la nonna
le voleva tanto bene. Era suo dovere accettare docilmente lo sposo che
le destinavano i suoi genitori. Non aveva paura del dovere e non vedeva
l'ora di avere una casa tutta sua, dei figli. Ma non aveva previsto di
dover affrontare tutto ciò quel giorno... e in assenza della nonna. Già
solo questo bastava a farle sentire una fitta di paura: la sentiva
scorrere in tutto il corpo, dalla testa alla punta dei piedi. Si sforzò
di nasconderlo, sollevando il mento e dicendo: "Un marito? Avete in
mente qualcuno?". La voce, purtroppo, le tremò.
"Sì. Ho in mente qualcuno. Una persona che s'interessa a te. Il conte
Devane.
Barbara serrò le mani in grembo. "Non lo conosco."
Diana scoppiò in un'altra risata, e Barbara si impose di non
manifestare la minima emozione. Era tipico di sua madre tenerla così
sulla corda, come aveva fatto prima con Harry. Non le avrebbe dato la
soddisfazione, proprio no...
"Si tratta di Roger Montgeoffry."
Rimase folgorata, e non le importava che sua madre se ne avvedesse.
Roger, il bel Roger, che un tempo veniva a trovare il nonno, che aveva
sempre una parola gentile per lei, o un regalino. Era l'uomo più bello
del mondo, era affascinante, era tutto quanto. lo aveva sempre amato,
sempre, e pensare che sua madre stava combinando di farglielo
sposare... era come un miracolo divino... era troppo splendido per
sopportarlo. Barbara si alzò a abbracciò la madre.
"Grazie! Grazie!" farfugliò.
Diana la fissò sconcertata, poi disse lentamente: "Non è ancora
deciso... solo una cosa di cui lui e io abbiamo discusso. Deve prima
vederti, e... ci sono mille particolari da definire".
"Lo incanterò, madre. Vedrete." (...)