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Julia Quinn
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"I Romanzi"
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CIELI DI CORNOVAGLIA di Julia Quinn
Titolo originale: Minx
© I Romanzi Mondadori n° 690
Genere: storico
A cura di Silvia
*A
cura di Silvia
Non che a Julia Quinn le ciambelle riescano sempre col buco… ma quasi!
Una scrittrice con l'innegabile dono di far entrare un raggio di sole
in una giornata di pioggia, e "Cieli di Cornovaglia" non fa eccezione:
è divertente, frizzante, gradevole. Una lettura assolutamente piacevole
e consigliata.
Terzo titolo di una trilogia leggibilissima anche in ordine sparso, l'autrice
ci presenta una coppia come al solito esplosiva... nel senso che i due
protagonisti, insieme, fanno scintille!
Chi sono?
Una giovane e irriverente sfacciata fanciulla cresciuta in una tenuta
della Cornovaglia, libera e indipendente e un novello Lord, con un titolo
appena ereditato, proveniente dal bel mondo di Londra… una simpatica canaglia
assolutamente restia all'innamoramento.
Lei è Henrietta, detta Henry, l'unica in grado di tentare, con la sua
naturale spontaneità, William Dunford… la canaglia che riuscirà ad addomesticarla.
Il loro primo incontro è da manuale. Lui desidera soltanto visitare la
tenuta appena ereditata, mentre lei non vede l'ora che si tolga dai piedi,
così decide di calcare un pochino la mano per farlo desistere prima del
previsto. Lo costringe ad assurde levatacce prima dell'alba, alla costruzione
di una porcilaia, ad estenuanti ore di lavoro nel fetore più nauseante,
il tutto in cambio di miseri pasti a base di porridge o zuppa e montone.
Un vero schifo insomma.
Ma mentre tenta di allontanarlo, Henry non si rende conto che la sua disarmante
naturalezza è irresistibile agli occhi di un uomo che ha sempre avuto
a che fare con donne abituate a soppesare ogni parola pronunciata.
Dunford però è il suo tutore e deve mettersi ben chiaro in testa di "restare
al suo posto". Decide quindi di portarla a Londra e farla debuttare
in società; Henry avrà occasione di conoscere uomini di tutto rispetto,
probabilmente si innamorerà, avrà una vita felice e appagante, dei figli…
insomma, questo è il proposito, molto buono non c'è che dire, che poi
gli si ritorca lo stomaco al solo pensiero, è un altro paio di maniche.
D'altro canto Henry è terrorizzata all'idea di affrontare un mondo a lei
completamente sconosciuto. Lei è brava a gestire una fattoria, sa correre
a cavallo, accudire gli animali, ma non ha idea di come si fa ad essere
una ragazza.
Eppure, per Dunford, accetta e, sempre per lui, decide di provare a diventare
un qualcosa di vagamente simile a una lady, mettendo da parte il
timore di fallire miseramente e deluderlo. Non ha scelta, deve rischiare,
è l'unico modo per restargli vicino e, magari, per farsi notare dall'uomo
che lei ha scelto dal primo istante "non occorre sempre baciare decine
di rospi per riconoscere un principe quando lo si trova".
Ce la farà? Le sorprese che l'attendono, e che lei stessa riserverà, saranno
molte…
"Cieli di Cornovaglia" è una commedia rosa brillante, dove il punto forte,
come spesso accade, non è la storia in sè, ma come la Quinn riesce a raccontarla,
grazie a una narrazione sciolta e vivace e a piacevoli e spontanei dialoghi.
Nella sua penna c'è la gioia del racconto e questo romanzo gode della
naturale freschezza tipica delle opere iniziali (o quasi, visto che è
il secondo romanzo scritto dalla Quinn).
Oltre ai due protagonsiti c'è tutto un seguito di personaggi, tra amici,
familiari e antagonsiti, resi con poche righe alla perfezione. Non per
niente Julia Quinn è stata definita (in America) "la Jane Austen contemporanea":
sia ieri che oggi, si parla sempre d'amore e lo si fa in modo semplice
e pulito, descrivendo i turbamenti, i pensieri, addirittura le piccole
paranoie che appartengono a ognuno di noi. Come Henry... chi non ha mai
avuto la tentazione di spiare il proprio fidanzato, durante un piccolo
eccesso di gelosia?
N.B. William Dunford
fa la sua prima apparizione in "Io ti Avrò".
Serie
1. Splendid - Meravigliosa
2. Dancing at midnight
3. Minx - Cieli di Cornovaglia
La Frase
Non capisco perché Dio abbia inventato i parenti poveri.
Estratto
(© Cieli di Cornovaglia ed. Mondadori - pag. 160)
(...) - Uno di questi giorni, Dunford, dovrete decidere se vi piaccio
o meno perché, a dirla francamente, io non posso certo prevedere i vostri
stati d'animo. Un momento siete il più gentile degli uomini che conosco,
il momento dopo siete il diavolo in persona.
- "Gentile" è una definizione anodina.
- Se fossi in voi non ci farei troppo caso, perché non è l'aggettivo che
userei per descrivervi in questo momento. Ma ditemi, Dunford, cos'è che
vi rende spiacevole di tanto in tanto? Prima eravate sempre così amabile.
- Lo sguardo le si immalinconì. - Così gentile da farmi sentire davvero
splendida.
Danford pensò tristemente che lei sembrava assai più che "splendida".
Ed era questo il problema.
- Mi avete fatto sentire come una principessa, un angelo, e adesso…
Lo guardò fisso negli occhi.
- E adesso? - Chiese lui.
- … E adesso state cercando di farmi sentire come una puttana.
Dunford ebbe l'impressione di essere stato accoltellato, ma si compiacque
del dolore. Se lo meritava.
- Questo, Hen - si decise a dire - è il risultato di un desiderio insoddisfatto.
Lei mancò un passo. - Coooosa? -
- Avete sentito bene. Non potete non rendervi conto che vi desidero.
- C'è differenza tra desiderare e amare, signor mio, e io non sono disposta
ad accettare l'una cosa senza l'altra.
- Come volete. -
La musica finì e Dunford eseguì un perfetto inchino. E prima che Henry
potesse reagire, scomparve tra la folla. (...)
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