Aiuto! Libro divorato, fagocitato, consumato... almeno fino a
metà... Duecento pagine che sono scese meglio del cappuccino
mattutino... e poi? Poi lo stallo, la crisi, il cervello che ostacola
il piacere della lettura innescando meccanismi logici e del tutto
razionali. Continuo a leggere, poco alla volta arrivo alla fine, ma
purtroppo, a malincuore, mi tocca dire che Dora (la protagonista) mi è stata simpatica quanto una
verruca seborroica all'alluce del piede.
Ok, non tutti possono piacere a tutti, ma credo che lo scopo
dell'autrice fosse proprio quello di dar vita a un personaggio capace
di far ridere a crepapelle. E lo fa da un certo punto di vista. La Seals ha uno stile
invidiabile, una capacità narrativa impeccabile, una padronanza di
linguaggio che se potessi gliela ruberei seduta stante, ma
la sua insolita, stravagante e moderna protagonista non l'ho trovata
assolutamente coerente e pagina dopo pagina ha finito per urtare il mio
già labile sistema nervoso.
Lasciate che vi spieghi, e nel caso servisse mi procurerò un avvocato,
visto che Big Apple è
uno dei self più amati e votati di Amazon.
Dora e Lex lavorano insieme. Lui è il suo capo, un notevole esemplare di maschio
caucasico, dotato di un innato delirio di onnipotenza, lei
la sua segretaria, l'unica a non averlo mai idolatrato e a compatire
tutte quelle galline spennacchiate che cadono ai suoi piedi come
birilli.
Ma come immaginerete... chi disprezza compra.
Per una serie di situazioni che non sto qui a raccontarvi i due
inizieranno una convivenza forzata (forzata
pure nella motivazione, ma va bè...) fatta di sesso, sesso
e ancora sesso. Ma attenzione, Dora non è assolutamente come tutte le
altre donne (nooooo),
lei non pende dalle sue labbra, infatti considera Lex un mero strumento
di piacere al pari di un vibratore (come
se questa cosa le facesse onore).
Ovviamente con il tempo lui si dimostrerà un uomo diverso da quello che
lei si figurava, e Dora - inadeguata ma affascinante scaricatrice di porto
- saprà conquistarlo, quindi bla bla blaaaa, amen, e vissero tutti
felici e contenti.
Questa è la trama per sommi capi, e lo so, apparentemente è
uguale ad altre tremila trame di romance, ma il punto
forte dell'autrice sta altrove.
Marion Seals ha un'ironia dirompente che sgorga a fiotti e
sul palcoscenico di una New York spaccata in due - da una parte la
fetta commestibile, dall'altra quella marcia (il Bronx) - fa muovere
una serie di personaggi decisamente caricaturali, come Randy, lo
stragay di turno, l'ingessato maggiordomo George, l'ex pugile
afroamericano Luther, il bigotto padre di Dora e la madre di lei che
ancora vive secondo i dettami della cultura hippie... insomma, se ne
volete uno normale ve lo dico subito: qui non lo troverete.
Solo che con me "il troppo stroppia" e in Big Apple c'è
davvero troppo di
tutto, anche di pagine.
Una cosa che purtroppo non ho mai amato - perché invece di coinvolgermi
mi estranea dalla storia - è la
rottura della quarta parete. Il fatto che i personaggi
riconoscano l'esistenza del lettore e conversino con lui rivolgendogli
domande, zittendolo, o confermandone il pensiero, li rende ai miei
occhi degli attori e in automatico il
romanzo assume il tono di una farsa, di una pantomima, di una recita.
E poi la versione V.M.18 di Dora l'esploratrice, intenta a ispezionare
quotidianamente il corpo di Lex, non l'ho proprio capita. Sintonia
zero. L'ho percepita come una donna che si crede due spanne superiore
agli altri, capace prima di criticare e poi di cadere nel medesimo
errore, saccente, presuntuosa, perennemente incazzata (ma la vita l'ha presa a calci in
culo da quando era in fasce?) e dotata di un livello di
umiltà pari a zero. Sa tutto lei. Fissa il malcapitato di turno negli
occhi, ne decodifica le intenzioni (oltre che anticiparne le battute) e
agisce di conseguenza, il più delle volte a zanne spiegate.
Forse con cento pagine in meno l'avrei sopportata di più, invece alla
lunga mi sono un po' stancata di vedere Luther che la difende a spada
tratta in continuazione, Arch (il pompiere sexy) che la corteggia come
se fosse l'unica donna esistente sulla terra, Lex che viene sotterrato
da una serie di epiteti poco carini anche quando non fa niente di male,
e lei, Dora, che si sente in diritto di dargli lezioni di vita.
Di sicuro per
essere un self è un ottimo prodotto: impaginazione
perfetta, refusi completamente assenti, prezzo stracciato, ma io volevo
un vero romance, invece Big
Apple è a metà strada tra una commedia e un chick lit.
Probabilmente avrei dovuto iniziarlo con uno spirito diverso, ma giuro
che il sarcasmo feroce e pungente delle prime pagine mi aveva davvero
conquistato e il rishio che potesse venirmi a noia non l'avevo proprio
calcolato. Così come non avevo calcolato che mi sarei imbattuta in una
protagonista con un serio disturbo della personalità... ma
vedete... io entro in modalità crocerossina solo con i
protagonisti maschili
Comunque non mollo eh. Prossimamente la serie the Dark Side della
Seals sarà mia!