A cura di Silvia
Voto:
Jill
Marie Landis è solita scrivere romanzi originali, complessi, cupi e
tormentati (come il bellissimo "I
Due Volti dell'Amore"), ma "Amore a Magnolia Creek" più
che cupo e tormentato è drammatico (a tratti anche inutilmente) e di
originale ha poco, tranne la protagonista, Sara, ben lontana dal
prototipo di eroina portatrice di perfezione e purezza, e la
co-protagonista Louzanna.
Sara ha quindici anni quando si innamora di Dru, l'uomo che sposerà tre
anni dopo e che la lascerà per andare a combattere al fianco dei
Sudisti. Il giorno prima della partenza si giurano amore eterno, ma la
falsa notizia della sua morte getta Sara nella disperazione più totale.
Ha solo diciotto anni ed è troppo giovane per non godere più
dell'affetto e delle attenzioni di un uomo; sente ancora troppo forte
il bisogno di conforto e protezione... e come se non bastasse è
terrorizzata dalla possibilità, anche se remota, di diventare come la
cognata, Louzanna, rimasta vedova il giorno stesso delle nozze e
rinchiusa in casa da allora, timorosa di tutto quello che succede al di
fuori delle sue quattro mura.
Inizia a frequentare uno yankee e sebbene non provi per lui l'amore
travolgente che la legava a Dru lascia il paese e lo segue. Ma Sara è
giovane e immatura e non capisce il guaio in cui si sta cacciando…
verrà sedotta, resterà incinta e sarà abbandonata.
Colpevole di ingenuità, colpevole di sentirsi in diritto di essere
amata ancora, colpevole punto e basta. Così verrà additata da Dru: per
lui il perdono è fuori discussione.
Sara è una protagonista insolitamente molto attuale, lontana dalle
eroine innocenti e candide in stile "appena uscite dal bucato", che
spesso vengono descritte nei romance. È coraggiosa, e quanto mai
determinata a riconquistare il marito; persevera ostinatamente e non si
lascia sopraffare dai suoi continui rifiuti e dall'apparente
disinteresse che ostenta troppo spesso per essere vero. Un uomo troppo
poco preso dal cuore e guidato dall'orgoglio. Un personaggio che se
all'inizio si comprende e giustifica, a lungo andare annoia.
Il punto forte del romanzo invece è Louzanna, la sorella di Dru. Così
fragile, quasi inconsistente, addirittura trasparente, con i suoi modi
discreti e insicuri e il suo microcosmo pieno d'amore e incertezze. Una
donna sola con il suo passato, intrappolata in una vita che ha voluto
andare avanti senza che lei potesse essere felice. Intenerisce,
commuove, dona tanto e non chiede nulla in cambio.
Il punto debole del romanzo invece è anche il punto focale della
storia: la riscoperta del sentimento. Purtroppo Sara e Dru hanno un
riavvicinamento in situazioni sempre molto tragiche e quello che
dovrebbe essere un abbandono all'amore sembra la semplice necessità di
aggrapparsi alla vita dopo essersi trovati al cospetto della morte. Un
normale istinto di sopravvivenza tipico dell'uomo e viene spontaneo
chiedersi se quello che (ri)nasce sia proprio l'antico legame che li
univa o un suo banale surrogato.
Un titolo che si merita la sufficienza per alcune scelte coraggiose, ma
in un romance l'attenzione cade soprattutto su come viene trattato
l'amore e su come riesca ancora a far sognare e questo non succede…
forse con un pizzico di coraggio in più, il risultato sarebbe stato
migliore.