A cura di Silvia (10/2012)
Voto:
The Giver è un romanzo post-apocalittico/distopico per ragazzi già
uscito nel 1995 con il titolo Il Mondo di Jonas, ma noto ai più grazie
alla ripubblicazione postuma della Giunti. La trama non è
particolarmente ricca, e gli sviluppi si concentrano soprattutto sulla
presa di coscienza di concetti e sentimenti che a volte diamo per
scontanti, ma che se non ci fossero... cosa succederebbe?
Il mondo descritto dalla Lowry è molto, molto lontano dal nostro, e
l'attenzione si focalizza su una Comunità che nel tempo si è adeguata
all'Uniformità. Niente più colori, emozioni, gioie o sofferenze, ma
solo una vita statica, dentro rigidi schemi. Non ci sono abiti, ma
tuniche, non si sceglie il lavoro, ma è sempre il sistema a deciderlo
per ogni singolo individuo in base alle varie attitudini. Non si
possono fare domande, non si può nemmeno procreare in quanto gli
impulsi sessuali sono tenuti a freno da una pillola da ingerire
rigorosamente ogni mattina. I figli vengono messi al mondo dalle
Partorienti e in seguito affidati alle unità familiari che al massimo
possono avere un maschio e una femmina. Chi compromette l'immagine di
ordine e perfezione a cui tutti devono conformarsi, sarà congedato.
Che ne è del passato fatto di genitori biologici, feste di compleanno,
Natali in
famiglia, corse sulla neve, tramonti assolati e verdi vallate? Non
esiste più nulla, se non nella mente di un uomo che ha il dovere di
tramandare le Memorie affinchè non vadano perdute.
Jonas, a 12 anni, verrà designato per ricevere i ricordi di un passato
volutamente cancellato, in modo tale che il suo Donatore possa
congedarsi. Il
fardello di cui si deve far carico è pesante,
schiacciante, opprimente, perchè fa conoscere il dolore, la
solitudine, le guerre, ma anche quelle piccole gioie che nella Comunità
non esistono. E Jonas inizia a porsi delle domande. E se si potesse scegliere?
Sarebbe necessariamente il caos, o forse si potrebbe anche essere più
felici?
Un libro fondamentalmente adatto ai giovanissimi che vogliono
approciarsi al distopico con un testo d'immediata comprensione, ma
comunque capace di smuovere gli animi.
The Giver
riesce a parlare al lettore con grande semplicità, nonostante i forti
temi che affronta, vedi l'eutanasia, l'individualismo, la diversità.
Lancia spunti di riflessione, ma non scaglia pietre e non si fa
portavoce di nessuna scomoda verità.
In fondo la Comunità descritta non nasconde secondi fini, semmai cela
dietro a mancate spiegazioni, la verità su come si possa
convivere in un'apparente perfezione. La Comunità si è formata in
seguito a
privazioni continue, con il solo fine di debellare le guerre e vivere
in pace. Eppure tutto si erge su quotidiane menzogne, perchè? La verità
non dovrebbe rendere liberi? O è la libertà il vero pericolo? Probabilmente a fine libro avrete
più domande che risposte, ma credo che lo scopo dell'autrice sia
proprio questo. Provocare delle reazioni. Pertanto
preparatevi a un finale aperto e in parte frettoloso.
Mi aspettavo qualcosa di più,
soprattutto a livello di trama, ma The Giver più che un romanzo, è un
messaggio, più che azione è riflessione. A proposito, tutto
inizia quando Jonas intravede in una mela delle
sfumature di colore rosso... che il riferimento biblico al frutto
proibito sia una casualità?