A cura di Silvia (07/2015)
Voto:
Per colpa di una professoressa
leggermente acida e con una vena bastarda larga quando il Tamigi, ho
rischiato di odiare i libri. Avevo quattordici anni, una paura matta di
sbagliare e la timidezza mi faceva tremare la voce, ma ricordo
benissimo con quale superbia mi guardava da dietro gli enormi occhiali
da ape Maya. Sia chiaro, non la odiavo, anzi, sotto sotto mi piaceva
pure, perché capivo che lei i libri li amava davvero, ma secondo me non
amava allo stesso modo i suoi studenti. O il suo lavoro addirittura.
Insegnare non è facile, trasmettere una passione ancora meno.
Purtroppo - io che oggi adoro la letteratura ottocentesca - ho un
tremendo ricordo di Orgoglio
e Pregiudizio. A causa di un'edizione scolastica che a
fine capitolo voleva che analizzassimo anche il colore delle mutande di
Elizabeth Bennet ho cordialmente detestato il capolavoro di zia Jane.
Lo so, è un'eresia, una roba che non si può dire, mi vergogno quasi a
scriverla una cosa del genere (è come fare outing), ma è la triste
realtà.
Il romanzo di per sé mi piaceva anche, ma a ogni capitolo bisognava
interrompersi per compilare delle pallosissime schede, rispondere a una
serie di domande anche insulse, riassumere questo, argomentare quello e
insomma... capitemi... potevo immergermi nella storia se l'edizione e
la mia simpaticissima prof. facevano di tutto per buttarmici fuori?
Proprio no.
C'è da dire che negli anni a venire ho fatto un pochino pace con Lizzy
e Darcy, ma non mi scrollerò mai di dosso quella terribile sensazione
di leggere con la testa e non con il cuore. Di stare attenta a ogni
parola, senza potermi far trascinare della prosa e godermi una delle
storie d'amore più belle di tutti i tempi. No davvero, io a quella
prof. non glielo perdonerò mai!
Tutto questo per dirvi che non ho
fatto salti di gioia nell'apprendere che Aristotle and Dante discover
the secrets of the universe fosse uscito in un'edizione
che tanto mi ricordava quel calvario.
Però non sono più un'adolescente, so approcciarmi a un testo con
maggiore oggettività rispetto ai tempi in cui solo una brutta copertina
mi faceva mettere un romanzo sotto una pila di libri esteticamente più
belli, per cui mi dico... ma
chi se ne frega!
L'edizione della Loescher
invece è stata una rivelazione. A parte che è tradotta con
grande cura, ma tutti gli spunti di riflessione per discutere del
romanzo con il docente sono alla fine del testo. Può sembrare una cosa
banale, ma è importantissima, perché non tronca la lettura. Oddio, c'è
sempre la remota (ma nemmeno tanto) possibilità che ci metta lo zampino
un professore represso e pedante, ma in questo caso non possiamo
prendercela con la Casa Editrice che ha lavorato al meglio per
assicurare il piacere della lettura.
Una cosa sia chiara però: Aristotele
e Dante Scoprono i Segreti dell'Universo va letto tutto
d'un fiato.
E adesso, dopo questa
inutile premessa, parliamo del romanzo.
* * *
Amo i libri forti, quelli pieni di tormento e drammi, e nonostante Aristotele e Dante Scoprono i Segreti dell'Universo possa apparire come un testo delicato e intimista, è anche tutto questo. Dirompente, trascinante e sincero come pochi.
Aristotele, detto Ari, è uno tra i tanti sedicenni che della sua vita non sa che farsene. Scruta il mondo con diffidenza, fatica a socializzare, è introverso e pessimista. Sente di essere un grande punto interrogativo, uno di quei misteri che si perdono nell'imperscrutabile vastità dell'universo. Eppure vorrebbe sapere, conoscere, capire... più di ogni altra cosa vorrebbe volersi bene e smetterla di crogiolarsi in un mare di negatività.
Il sole non fa per tipi come me. Quelli come me appartengono alla pioggia. |
Poi arriva Dante. Complice la
piscina e un normalissimo "se
vuoi, ti insegno a nuotare." che tutto cambia. Ari
finalmente ha un amico, un amico che è il suo opposto se non fosse per
quelle amate/odiate origini messicane che li accomunano. Dante è
estroverso, sicuro di sé, sempre a proprio agio in ogni situazione e ha
una passione quasi contagiosa per la poesia, l'arte e la letteratura.
Anche la sua famiglia sembra perfetta, fatta di baci, abbracci e risate.
La famiglia di Ari invece è tutta silenzi e dolore. C'è il Vietnam che
riempe l'anima di suo padre, la prigione che ha reso suo fratello un
tabù, e il timore di perdere un altro figlio che fa di sua madre una
donna apprensiva e inquieta. C'è amore, ma non si vede, non è
palpabile, almeno non per Ari che
si sente soffocare in un universo
piccolo e claustrofobico in cui rincorre le verità altrui con
la speranza di scoprire le proprie.
L'estate del 1986 gli regalerà l'amicizia.
Quella del 1987 gli farà scoprire l'amore.
Ma niente sarà semplice. Ari sta
crescendo, non è più un ragazzino, ma
nemmeno un uomo, è in quell'età in cui accettare i cambiamenti sembra
impossibile. Sta affrontando le sue battaglie. In silenzio. Con rabbia.
E da solo.
Aristotele e Dante
Scoprono i Segreti dell'Universo è un libro bellissimo che
non racconta nulla di particolare se non la vita di due ragazzi alle
prese con l'adolescenza. Sono
il buio e la luce. Uno perso a guardare
le stelle e a cercare nel firmamento le risposte alle sue infinite
domande, l'altro intento a scrivere lettere in cui confessa all'amico i
suoi segreti più intimi e ingombranti. Per quanto siano diversi, è la
normalità che li contraddistingue: baci giusti e sbagliati, corse a
piedi nudi sull'erba, birre, spinelli e lunghi silenzi che racchiudono
il bisogno inespresso di uniformarsi ai loro coetanei.
Non
era vero. Non eravamo semplicemente amici. Eravamo diversi dal resto
del mondo. |
Ma il loro è un percorso alla
ricerca di un'identità che non si può trovare in un certificato di
nascita
o sulla carta d'identità, e la penna di Saenz è sferzante e vigorosa
come la pioggia. Lava,
fortifica, risana.
Non c'è dubbio, questo libro è una bussola per genitori e figli, aiuta
a ritrovare la strada, indica un cammino e ci insegna che l'amore è la
condanna più bella che possa venirci inflitta dalla vita.
Non c'è
scampo. Non c'è modo di evitarlo. Alla fine possiamo solo
arrenderci.
Un libro che fa bene, tanto bene,
come la
medicina più dolce del mondo.