Vi Presento Sally di Elizabeth von Arnim

A cura di Alice (09/2013)
Voto:  


Una fortuita sosta in drogheria, un'accecante infatuazione, un improvviso accesso di follia: tanto basta a Jocelyn Luke, studente modello e giovanotto di belle speranze, per gettare all'aria una promettente carriera a Cambridge, e tutta una vita di sacrifici, e trovarsi irrimediabilmente catapultato in una realtà che non gli appartiene, senza più futuro davanti, ma in compenso, con accanto una giovane moglie tanto bella quanto fuori dal mondo. 
La moglie in questione, Salvatia Pinner, detta Sally, è una delle più incredibili meraviglie della natura: talmente attraente ed aggraziata da essere, suo malgrado, un'autentica calamita per gli sguardi e le fantasie (non troppo innocenti) di orde di baldi giovani, e meno giovani, che al pari del malcapitato Jocelyn, non possono fare a meno di ammirarla ed innamorarsene a prima vista.
Non è facile, dunque, per un ragazzo di buona famiglia, estremamente riservato ed orgoglioso della propria rispettabilità, trovarsi tutt'a un tratto costantemente al centro dell'attenzione, sempre in fuga dalle occhiate scrutatrici di vicini e passanti, e perfino costretto, di tanto in tanto, a nascondere la bella conosorte, quasi fosse una criminale, per godere di un po'di pace. Come se non bastasse, l'incantevole Sally, diversamente dal suo sposo, appartiene a una famiglia semplice e modesta, è totalmente digiuna di cultura e buonsenso, ed ha l'imbarazzante abitudine di parlare in modo incredibilmente sgrammaticato, tempestando la sua sgangherata conversazione, di clamorosi e ripetuti strafalcioni. 
E così, quando il brillante Jocelyn, dopo una travagliata e surreale luna di miele, si sveglia dal suo incanto, lo sgomento ha il sopravvento, ed ormai impossibilitato a sottrarsi ad una trappola a cui si è condannato da sè, il giovane si precipita dalla premurosa madre, nella speranza che costei, maestra di eleganza e buone maniere, riesca nell'ardua ed improbabile impresa di trasformare la neo Mrs Luke, tanto perfetta fuori quanto carente dentro, in un'irreprensibile e compita lady della buona società.

Ci sono scrittori che, malgrado lo stile sciatto e lessicalmente povero, la banalità delle idee, e l'evidente incapacità di raccontare una storia, per qualche strana ragione (di solito il nome famoso o un'immeritata pubblicità), diventano inspiegabilmente celebri, elogiati dalla critica e venerati dal pubblico; ve ne sono altri, che nonostante il talento, la sorprendente arguzia, e l'innegabile raffinatezza, per un capriccio del destino (o dell'editoria) vengono incomprensibilmente dimenticati, e riscoperti solo dopo decenni, grazie all'intuizione di qualche lungimirante casa editrice. È il caso di Elizabeth von Arnim, prolifica scrittrice d'inizio Novecento, e donna di grande intelletto, ingiustamente sottovalutata rispetto a molti suoi contemporanei, e ad oggi, ancora semi-sconosciuta nel nostro Paese. 
Introduction to Sally, questo il titolo originale del romanzo, è una deliziosa commedia brillante, intelligente e spiritosa, che a dispetto dell'età anagrafica (fu pubblicato nel 1926), per la sua modernità, lo stile e la freschezza, non ha davvero niente da invidiare (anzi, avrebbe molto da insegnare) all'umorismo dei giorni nostri. 
La von Arnim, con eleganza e vivacità, rielabora uno dei più celebri canoni letterari, quello della donna bella e stupida, e tenendosi a debita distanza dai luoghi comuni, dà vita, in modo davvero efficace, ad un personaggio femminile tanto imperfetto quanto adorabile. 
Sally, la protagonista della storia, a dispetto delle premesse, è quanto di più lontano si possa immaginare dal cliché della bella ragazza oca: in lei non vi è ombra di malizia nè di civetteria; ella è un concentrato di semplicità, ingenuità e, diciamolo pure, scarso acume, e la sua surreale goffaggine, mista al disarmante candore, fanno di lei un personaggio nel contempo buffo e tenerissimo. 
Ben lontana dal vantarsi della propria fisicità, che fin dall' infanzia è stata per lei motivo di cruccio, Sally reagisce ai complimenti con amara costernazione: "Che ce ne posso, io?", risponde, con la tipica parlata, ogni volta che qualcuno (e sono molti) osa ammirare la sua sorprendente bellezza. 
La von Arnim si rivela abilissima nel conferire spessore psicologico perfino ad una protagonista che, in mano a un altro autore, sarebbe stata nient'altro che una caricatura. Benché Sally abbia poche idee, e molto confuse, l'autrice, senza alcuna difficoltà, ci consente di addentrarci nella sua mente, di comprenderne i timori, e di calarci interamente nei suoi panni. Sally guarda il mondo con gli occhi di una bambina, ne prova stupore, sconcerto, s'interroga, ma molto spesso non trova risposta. Non capisce perché le maldicenze della gente siano da considerarsi rilevanti, se una persona ha la coscienza apposto; non capisce perché un marito che ha promesso a Dio di prendersi cura della moglie, debba affidare quest'ultima alla suocera; non capisce perché la pronuncia dell'H debba essere fondamentale per diventare una brava madre. Non capisce, insomma, il perché delle vuote convenzioni e dei falsi problemi da cui la gente si lascia opprimere, dimenticando che per far funzionare ogni cosa, basterebbe un po' più d'amore per le cose semplici, e il sincero desiderio di comprendersi e venirsi incontro. 
Man mano che impariamo a conoscere Sally, ci accorgiamo di come la sua presunta stupidità sia in realtà solo semplicità e innocenza, e di come nel suo animo affettuoso sarebbe possibile scorgere anche ottime qualità, se solo qualcuno si prendesse il disturbo di provare a capirla. Non è un caso che, tra tutti coloro che incontra, Sally, con orrore del borghese Jocelyn, si trovi subito a proprio agio solo con un giovane meccanico che, diversamente dal saccente marito, "la faceva sentire intelligente, brillante". 
Nel corso del racconto, inaspettatamente, assistiamo anche all'evoluzione della personalità di Sally, ottimamente delineata dall'autrice: all'inizio Sally non è che una bambola nelle mani degli altri, in soggezione di fronte al "signor marito", terrorizzata all'idea di sbagliare, priva di volontà propria, e perennemente apatica ("A me mi fa lo stesso." è la ricorrente risposta ad ogni quesito che le viene rivolto); pian piano, però, Sally acquista (a modo suo) spirito critico, mostra di possedere opinioni proprie, ed impara, seppur nei suoi limiti, a far valere le proprie idee e ad affermare la propria (originale) individualità. 
Non vi sono personaggi stereotipati, in questo romanzo, ma solo esseri umani, con le loro peculiarità (magari un po' bizzarre) e le loro debolezze. 
Particolarmente riuscito è il ritratto psicologico di Jocelyn: immaturo, impulsivo, irascibile, febbrilmente diviso tra l'ostinata consapevolezza diurna dei limiti della moglie, e l'irresistibile fascinazione notturna a cui non può evitare di abbandonarsi ogni volta. Attraverso la sua figura, la Von Arnim, col consueto brio e una buona dose di spirito, pone l'accento su tematiche sempre rilevanti e attuali: la schiavitù dei sensi opposta all'uso della ragione, la responsabilità della donna di fronte alle attenzioni maschili che ella suscita, l'incapacità dell'uomo di affrancarsi dalla dipendenza materna... Tutte questioni su cui, anche nella realtà odierna, non si smette mai di dibattere. 
Neppure la rispettabile società inglese è immune dalla penna ironica della scrittrice, che con garbo, ma non per questo in modo meno pungente, traccia un significativo quadro dei pregi e dei difetti delle classi alte, soffermandosi, con occhio sempre critico, ma senza perdere la sua disinvolta leggerezza, sui vizi, le contraddizioni e le ipocrisie di una società, dove, malgrado tutto, a dominare è sempre il potere del vile denaro. 
La storia, che in alcune dinamiche ha molto della fiaba (e, sia chiaro, ciò non è da intendersi affatto come un limite), scorre veloce e piacevolissima, sostenuta da una scrittura vivace e densa di humour, perfettamente equilibrata tra momenti di introspezione e spassosi colpi di scena; solo nella parte finale, l'intreccio perde un po' della sua originalità, risultando sempre gradevole, ma forse meno brillante che nei capitoli precedenti. 
La relativa debolezza dell'epilogo, in verità una costante nella produzione di Elizabeth von Arnim, è in tutta probabilità il solo difetto che si possa riscontrare nella prosa di questa brava autrice, che con stile e genuinità, riesce a intrattenere il lettore, offrendogli, nel contempo, numerosi spunti di riflessione... A riprova del fatto che leggerezza può far rima con ottima letteratura, e che quando ci sono l'eleganza e l'intelligenza, si può essere spiritosi e divertenti (e questo romanzo, divertente lo è per davvero!) senza alcun bisogno di doppi sensi e turpiloquio. 

Una lezione che comici ed intellettuali dei giorni nostri avrebbero davvero un gran bisogno d'imparare!

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Titolo originale
Introduction to Sally

Casa Editrice 
Bollati Boringhieri, 2008

Genere:
 commedia

Pagine  280
Prezzo € 18,00