The Prestige di Christopher Priest

A cura di Clizia  (03/2007)

Due illusionisti del diciannovesimo secolo, l’aristocratico Rupert Angier e il proletario Alfred Borden, ingaggiano una sfida mortale i cui effetti saranno ancora sentiti dalle due famiglie un centinaio di anni più tardi. Lavorando nell’ambiente di fumi e specchi dei teatri vittoriani, entrambi gli uomini si muovono ciascuno nascosto sullo sfondo dell’oscura vita dell’altro; guidati fino al limite estremo da una micidiale ossessione per la segretezza e un’insaziabile curiosità. Il cuore di tutto è una strepitosa illusione che entrambi eseguono durante le loro esibizioni. Il segreto della magia è semplice ed è sotto gli occhi del lettore fin dall’inizio, ma per i due avversari il vero mistero giace più in profondità. Entrambi hanno qualcosa di più da nascondere che non un semplice trucco del mestiere. 


"The Prestige" è diviso in cinque parti raccontate in prima persona dai protagonisti sotto forma di diario: intrigante anche per un regista come Nolan.
Due molto brevi, la prima e la terza, hanno per protagonisti i discendenti di Angier e Borden: Kate Anger e Andrew Westley, il cui vero nome è Nicholas Borden.
La seconda è raccontata da Borden il quale, nel 1901, ricorda l'origine della sua rivalità nei confronti di Angier. Lo conosciamo figlio di una famiglia operaria, circondato dall'affetto dei suoi genitori e con uno spiccato talento per la prestidigitazione. Nel suo racconto, un po' storia della sua vita e un po' manuale di magia, Borden fa un Patto con noi, come se fosse sul palco, ci mostra le mani vuote e ci assicura che ciò che stiamo per leggere è la Verità.
La quarta parte è il diario di Angier iniziato quando aveva appena sei anni; Nolan si è ispirato principalmente a questa parte per il suo film. Nonostante la sua nobile famiglia, Angier sarà quasi costretto a trovarsi un lavoro per vivere perchè il padre, il duca Colderdale, lascerà titolo e poderi in eredità al figlio maggiore. In pieno periodo d'oro per la magia e lo spiritismo, Angier deciderà di diventare un mago e sarà proprio durante una seduta spiritica che incontrerà Borden dando inizio alla loro storia di odio. E’ in questa parte che conosciamo anche un altro personaggio, Nikolas Tesla una delle menti più geniali e altresì incomprese del XIX. Tesla aiuterà Angier a sviluppare una spettacolare macchina che gli permetterà di superare Borden nel suo trucco più famoso “L’uomo trasportato”.

Non ci sono buoni o cattivi in questo romanzo, Priest non prende le parti di nessuno. Borden e Angier sono spinti nel loro agire da forti motivazioni. All'inizio è il desiderio smascherare un ciarlatano di Borden e la conseguente vendetta di Angier, in seguito queste motivazioni verranno meno per lasciare spazio a emozioni forti come l'invidia, la gelosia, la curiosità e l'ossessione che porta i protagonisti a compiere azioni che potrebbero compromettere la loro stessa professione.

Al lettore la scelta.

Così come nel film, la mia simpatia va a Borden, dei due è quello con più talento ed è anche il personaggio più enigmatico; l'uso ripetitivo del pronome IO nel suo racconto è in qualche modo inquietante. Angier è sempre alla rincorsa del suo avversario che odia e ammira allo stesso tempo. Non ho fatto fatica a immaginare i due maghi con i volti di Bale e Jackam. Nolan ha scelto con cura i suoi attori ed entrambi sono stati ottimi nel dare vita ai due antagonisti.

La quinta parte del romanzo è intitolata "The Prestiges".

Spiega Borden: "Un’Illusione è composta da tre fasi. La prima è la preparazione, dove la natura di ciò che si tenterà di fare è solo accennata, o suggerita, o spiegata. Viene mostrato l'apparato. Volontari presi dal pubblico talvolta partecipano alla preparazione. Quando il trucco è pronto, il mago farà il possibile per dare indicazioni errrate. L'esecuzione è quando il lungo allenamento del mago, e il suo innato talento come artista, si uniscono per creare l'effetto magico. La terza fase è talvolta chiamata l'effetto, o il prestigio, ed è il risultato della magia. Se un coniglio è estratto dal cappello, un coniglio che apparentemente non esisteva prima che il trucco fosse eseguito, questo è il prestigio frutto di quel trucco”.

Benché trucco e prestigio mi fossero già noti, si è rinnovato quel senso di stupore che avevo avuto nelle fasi finali del film. Priest estrae del cappello non uno ma innumerevoli conigli, i capitoli finali sono infatti un susseguirsi si rivelazioni e colpi di scena.

The Prestige, come il film, è un romanzo che richiede attenzione ai dettagli e alle sfumature delle frasi e che alla fine lascia un forte senso di soddisfazione. Uno dei più bei film visti nell’ultimo anno e tra i libri più coinvolgenti letti di recente.

È un peccato che un romanzo così, vincitore del World Fantasy Award nel 1996, non sia stato ancora tradotto in Italia.

Nota: La recensione è del 2007, ma nel Marzo 2012 la Miraviglia Editore ha pubblicato il romanzo in italiano.

Link Esterni: il film del 2006

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Titolo originale
the prestige

Casa Editrice 
Miraviglia Editore
03/2012

Genere
drammatico,
fantastico

Prezzo € 18,00
Pagine  470