A cura di Silvia (2009)
Voto:
"Un avvincente romanzo
nella tradizione del Dottor Zivago"
Questo romanzo di Montefiore è senza dubbio un'opera capace di
emozionare, uno di quei libri che una volta finiti ti accompagnano
ancora per un po' di tempo, un po' per la forza narrativa, in
particolare per il tipo di storia narrata. In questo caso è senza
dubbio la storia a colpire e a sconvolgere maggiormente il lettore.
Montefiore dipana il romanzo in circa 80 anni di Storia russa, dal
declino degli Zar, alla nascita del Comunismo e alla conseguente caduta
di Stalin, fino ai giorni nostri, dove la parola libertà può avere
finalmente un significato uguale per tutti.
Sašenka ha
solo 16 anni quando abbraccia la fede comunista voltando le spalle
addirittura ai genitori sostenitori di Nicola II e di Rasputin. Sašenka
si improvvisa spia, quasi per gioco prova il brivido delle fughe
notturne e lo fa con lo spirito ottimistico tipico dei suoi anni. Crede
che le sue azioni contribuiranno alla nascita di un'Era migliore, non
immagina certo che un giorno resterà intrappolata in quel sistema che
così fortemente ha voluto, un sistema capace di cancellare dalla faccia
della terra una persona per i motivi più futili. Sašenka
negli anni verrà plasmata come una tipica donna bolscevica. Sarà lei
stessa ad abbracciare quell'ideologia, e sarà proprio la forza con cui
per anni ha creduto nel comunismo a sconvolgere di più il
lettore. Sašenka è cieca e il lettore lo
capisce dalle prime pagine (personalmente ho continuato a leggere
confidando in una sua conversione). Non
si rende conto che ogni cosa in cui crede non esiste. Il
marito, per dimostrare la sua fede e fedeltà politica tortura innocenti
con l'unico scopo di farli confessare verità inesistenti. Il Comunismo
stesso, appoggiato per amore della giustizia e della libertà si
rivelerà un enorme tritacarne capace di inghiottire chiunque. L'unica
certezza di Sašenka sono i suoi due figli, Neve e
Carlo, ancora troppo piccoli e innocenti per essere stati contaminati
dal veleno politico. Sašenka aprirà in parte gli occhi il
giorno in cui si innamorerà di uno scrittore, un uomo che conosce la verità
e che non può renderla pubblica.
La loro storia porterà poca felicità, ma molto dolore per un romanzo
che fa male, ma che purtroppo non mi ha coinvolto come avrebbe
potuto e la colpa la attribuisco a una protagonista che nel corso del
tempo non cambia abbastanza per farsi amare dal lettore. Per lei sono
riuscita a provare solo un'infinita pena e tanta, tanta tristezza...
Inoltre basta paragonare ogni romanzo storico ambientato in Russia al Dottor Zivago, dove
il perno della storia era l'amore sfortunato tra Jurij e Lara, perché
qui, di quel sentimento, non c'è nemmeno l'ombra.