A cura di Silvia (05/2019)
Voto:
Ad attrarmi come una calamita tra le pagine di questo libro è stato
l'incipit. "Lydia è morta. Ma questo ancora non lo sa nessuno. 3 maggio
1977, sei e mezza del mattino, nessuno sa nulla se non una semplice
cosa: Lydia è in ritardo per la colazione."
Nonostante la storia inizi dalla fine e abbia come fulcro la
morte di un'adolescente, Quello
Che Non Ti Ho Mai Detto non è un giallo,
ma un semplice (che di
semplice non ha nulla) romanzo di narrativa. Bellissimo
tra l'altro. Così bello che ci si chiede come possa essere un esordio.
Perché a colpire non è la
trama in sé ma la sua costruzione e la tecnica narrativa dell'autrice
che per oltre duecento pagine lascia il lettore in bilico tra
l'incertezza e la consapevolezza.
Lydia è morta. Trovata senza vita in fondo al lago davanti a casa.
Omicidio? Suicidio? Non ci è dato saperlo, ma se le persone che la
conoscevano avessero semplicemente detto quanto visto e sentito nei
giorni precedenti la sua scomparsa, forse non ci sarebbe nessun mistero
da risolvere. Ma Celeste
Ng usa la famiglia Lee per parlare di silenzi. Di come le
parole non dette - e qui ci si ricollega al titolo - abbiano degli
effetti collaterali devastanti. Il silenzio può essere la causa di
tutto. Il silenzio può
anche uccidere.
L'autrice, attraverso una prosa densa e meravigliosa, ci parla di emarginazione,
solitudine, sogni infranti e paura. Paura di non essere
abbastanza. Paura di deludere chi ci ama. Paura di non poter più
tornare indietro e di essersene accorti troppo tardi.
A livello di avvenimenti non succede molto, ma c'è la normalità, quella
monotona quotidianità che per molti è un conforto e per altri una
prigione, che ci viene sviscerata in ogni sua parte. Quello Che Non Ti Ho Mai Detto è un romanzo-autopsia. Pezzo
per pezzo, poco alla volta, ogni membro della famiglia Lee finirà sotto
il bisturi di Celeste Ng e sfogliata l'ultima pagina non ci saranno più
segreti per nessuno. Forse...
Un libro davvero bello, fortemente empatico, che vi farà
incazzare tantissimo, ma che poi amerete moltissimo.
Non c'è un solo tipo di lettore a cui non lo consiglierei, ma il mio invito va soprattutto a
tutte quelle persone che si portano addosso la vita come se fosse un
vecchio abito cucito male. Capirete quanto sia importante
rimediare a quegli strappi e pulirne le macchie. Capirete che non siete
soli anche quando non vedete nessuno intorno a voi. E capirete che solo la parola può
renderci davvero liberi.