A cura di Federica Benigni (02/2013)
Voto:Il libro racconta su due piani sequenza paralleli, tra passato e presente, la storia di due donne, Anna e Trudy, madre e figlia di origine tedesca emigrate in America dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Weimar, 1939,
primi mesi di guerra. Anna, diciotto anni, vive con un
padre dispotico e filonazista.
La sua esistenza di ragazza bella, ariana e abbastanza agiata verrà
improvvisamente sconvolta dall'incontro e dalla successiva relazione
con un medico ebreo, il Dottor Max Stern, che collabora segretamente
con la Resistenza.
Dopo poco lui viene rinchiuso nel vicino campo di Buchenwald, lei
scappa di casa incinta e viene ospitata e aiutata dalla fornaia Frau
Mathilde Standt che in segreto consegna messaggi cifrati e pane ai
prigionieri del vicino campo.
Anna aiuterà Mathilde nella sua attività sovversiva, ma quando vengono
scoperte, Anna non avrà altro modo per salvare se stessa e sua figlia
nata da poco che diventare l'amante di Horst von Steuern, uno dei più
alti ufficiali di Buchenwald.
Ogni giovedì fino a pochi giorni prima dell’arrivo degli americani a
Weimar l’Obersturmführer si presenterà da Anna affinché lei paghi il
prezzo della vita sua e della figlia.
Il prezzo sarà elevatissimo: umiliazioni fisiche e psicologiche
continue. Fino all'incontro con un ufficiale americano,
Jack Schlemmer, che porterà Anna e Trudy al di là dell'Atlantico,
lontane dall'inferno.
Anni Novanta, New Eidelburg. Minnesota. Trudy è ormai adulta ed è docente di Storia Germanica nella vicina Università. Non ha mai saputo niente della vita della madre durante la guerra ma crede, complice una fotografia nascosta in fondo ad un cassetto, di essere figlia di quell'ufficiale delle SS di cui ha un vago ricordo. Solamente grazie ad una serie di interviste a chi ha vissuto in quel periodo in Germania per un progetto organizzato dalla sua Università, Trudy capirà chi era veramente sua madre e forse, in fondo, l'aiuterà a capire se stessa...
Dopo aver letto la quarta di copertina pensavo fosse la solita
storia trita e ritrita, per quanto toccante, che decine di film, libri
e documentari ci aveva già raccontato. E forse, cinicamente, che fosse
un modo comodo per un'autrice alla sua opera prima, di attirare
l'attenzione, l'argomento del resto è ancora molto scottante. La storia
personale dell'autrice contraddice, però, questa tesi e la lettura del
libro fa il resto.
Il romanzo è interessante e la prosa scorrevole. Il punto di vista poi
è un po' diverso da quello cui ci ha abituato gran parte della
narrativa sull'argomento: questa
volta a parlare è la popolazione tedesca coinvolta suo malgrado dalla
Storia nei tragici eventi di quegli anni.
Tutto il romanzo è permeato dal senso di colpa e dal peso della
responsabilità individuale.
L'utilizzo dei due diversi piani narrativi, inoltre, contribuisce a
dare al lettore il desiderio di procedere con la lettura per poter
districare la matassa della narrazione.
Ma ci sono alcuni aspetti dell'intreccio che non mi hanno convinta del
tutto.
Niente ci aiuta a comprendere le ragioni dell'amore di Anna per Max,
del resto quest'ultimo è una figura soltanto accennata.
Anna dice, verso la fine del romanzo, "si finisce per amare quelli che
ci salvano" riferendosi all'Obersturmführer. Ma perché?
Se avessimo trovato nelle pagine che li riguardano un barlume di
umanità nell’Obersturmführer o almeno le ragioni del presunto amore di
Anna per lui avremmo capito, ma quello che si avverte, pagina dopo
pagina è solo il terrore che quest'uomo suscita in lei.
E Anna, d'altra parte, ripete più volte che quello che ha fatto lo ha
fatto per sua figlia. Però poi di punto in bianco la scopriamo
innamorata del suo aguzzino?
Alcune volte, poi, si ha la sensazione che le infamie perpetrate dai
nazisti a danno degli ebrei e dei prigionieri politici siano inserite
all'interno della narrazione a forza.
E l'effetto di insieme è molto didattico ma anche molto freddo.
Il finale poi lascia un po' delusi. Lo devo ammettere, mi sarei
aspettata, forse in maniera un po' cinematografica, un drammatico
chiarimento tra le due donne.
Nel complesso però, come ho già detto, il libro è interessante, offre
molti spunti di riflessione e ci permette di non dimenticare una delle
pagine più brutte della nostra storia.