A cura di Silvia (2007)
Voto:"Come l'ago della bussola segna
il nord,
così il dito accusatore dell'uomo
trova sempre una donna cui dare la colpa."
Hosseini, dopo il successo de "Il
Cacciatore di Aquiloni" ci
fa nuovamente percorrere le polverose e desolate strade afghane tra
Herat e Kabul, attraverso gli ultimi trent'anni di guerra, ma
esplorando questa volta il fragile mondo delle donne.
Mariam è un harami,
una bastarda nata fuori dal matrimonio e costretta
a vivere con la madre su una collina fuori dalla città, aspettando con
trepidazione le visite del padre che ama al di sopra di ogni cosa,
nonostante sia stata messa in guardia sul significato di essere donna
"Ogni
fiocco di neve è il sospiro di una donna infelice da qualche
parte del mondo".
Seguiamo la sua storia fin quando non diventa moglie infelice del
violento Rashid per poi conoscere, anni dopo, Laila, la figlia della
sua vicina di casa.
Laila proviene da una famiglia completamente diversa da quella di
Mariam, più aperta, moderna, convinta che anche la donna debba avere il
suo posto nel mondo.
A un certo punto le vite
di Mariam e Laila si incrociano e il loro
cammino diventa uno solo: prima tanto diverse, ora così simili.
Sono
donne che combattono, lottano e soffrono in silenzio, si piegano, ma
non si spezzano. Donne che trovano nell'amore la fonte da cui
abbeverarsi e il senso della loro esistenza.
Hosseini con la consueta sensibilità e il medesimo pathos ci regala un
altro libro capace di commuovere, e di farci vedere la devastante
realtà della guerra, già letta nel suo precedente romanzo, attraverso
gli occhi di Mariam e Laila, da sotto il burka, attraverso le pareti
della loro casa.
Non c'è necessità di sapere troppo della trama, bisogna lasciarsi
trasportare dagli eventi, dai passaggi generazionali, dalla storia che
come una morsa attanaglia, stringe e strazia.
Ci si commuove davanti alle discriminazioni, ci si arrabbia per le
umiliazioni inflitte gratuitamente e si scopre un mondo, che per quanto
già noto attraverso tv e giornali, non lo è mai abbastanza; ne
comprendiamo le cause, il dolore, le ingiustizie. Le sentiamo sulla
pelle e sentiamo quanto male facciano.
Il finale fa intravedere una speranza, anche se il presente ci insegna
che il valore dei pochi non riesce a ribaltare ideali arcaici e
radicati, troppo difficili da estirpare, ma è un inizio. E da qualche
parte si deve pur partire.
Citazione
"Certa gente non è mai abbastanza morta"