A cura di Silvia
Voto:
Strano quanto a volte sia più
difficile parlare di un buon romanzo che di uno riuscito male,
soprattutto quando si vorrebbero trovare le parole giuste per
descriverne l'anima, e trasmettere in poche righe quello che l'autore è
riuscito a fare in 400 pagine; di conseguenza... leggete quanto scritto
di seguito, elevatelo alla potenza e avrete un vaga di idea di quello
che per me è stato "L'Ombra del Vento".
Nel libro, a un certo punto, viene detto che leggere è un'arte in via
d'estinzione e che la lettura è una delle poche cose capace di
coinvolgere mente e cuore, due merci sempre più rare. Non tutti i libri
riescono però in questo intento, ma Carlos Ruiz Zafón compie una specie
di magia regalandoci il privilegio di poter leggere un romanzo che
forse nel tempo non ricorderemo in tutte le sue infinitesimali
sfaccettature, ma che ci lascerà una dolce e malinconica sensazione che
ci accompagnerà per molto, molto tempo. Dolce perchè si parla di
sentimenti, di quell'amore che oggi è effimero e sfuggevole, ma che una
volta faceva fuggire di casa, scatenava gli animi e si viveva in sua
funzione. Malinconica, perchè finito il libro, avrete l'amara e triste
impressione di dover abbandonare degli amici.
La storia ha inizio nel 1945, in una magica Barcellona, il giorno in
cui Daniel Sempere viene portato dal padre al Cimitero dei Libri
Dimenticati, un misterioso luogo dove i libri destinati a perdersi
nella memoria del tempo possono riposare tra i labirintici e polverosi
scaffali per l'eternità: lì la loro anima non si consuma, ma attende
pazientemente un nuovo proprietario che possa ridarvi vita e respiro.
Secondo un'antica tradizione la prima volta che si entra nel Cimitero
si deve adottare un romanzo e impegnarsi a non abbandonarlo mai; Daniel
sceglie (o forse succede proprio il contrario) "L'Ombra del Vento" di
Julián Carax e trascorre l'intera notte perso nell'oblio della sua
trascinante lettura, finché, al rischiararsi dell'alba, stanco, ma
felice, capisce che quello che ha tra le mani è un libro speciale.
Daniel vorrebbe poter avere altri titoli dell'autore, ma viene a sapere
che i pochi romanzi pubblicati sono misteriosamente irreperibili sul
mercato e per comprenderne la causa inizia ad indagare sulla vita di
Carax, portando a galla inquietanti analogie con la sua stessa
esistenza.
Dopo anni di difficili, ma anche rocambolesche ricerche, le tragiche
verità seppellite dalla polvere del tempo verranno riesumate
ricomponendo le tessere di un mosaico lungo quasi cinquant'anni, in cui
le passioni più tragiche e violente sono state protagoniste.
"L'Ombra del Vento", in un intreccio tra presente e passato, ci
presenta una storia romanticamente tragica e personaggi avvelenati dai
sentimenti più estremi.
Daniel è avvelenato di sogni e di vita, è un ragazzo che vediamo
crescere e diventare adulto sotto l'ombra malinconica e silenziosa di
un buon padre e la vivace eloquenza dell'uomo più incredibile che vi
capiterà mai di incontrare: Fermín Romero de Torres. Non un
personaggio, ma una caricatura capace di stordire con le sue
interminabili chiacchiere che se ascoltate a dovere si rivelano rare
perle di saggezza. Una vera e propria guida capace di indirizzare
Daniel con la prudenza di un genitore e l'ingenua incoscienza che
contraddistingue solo i migliori amici. "Mi ascolti Daniel, il destino
si apposta dietro l'angolo, come un borsaiolo, una prostituta o un
venditore di biglietti della lotteria, le sue incarnazioni più
frequenti. Ma non fa mai visite a domicilio. Bisogna andare a cercarlo."
La scrittura sfumata, che passa dalle delicate tinte acquerello ai
colori forti della pittura ad olio, dipinge una storia che ha del
surreale, un viaggio quasi onirico, con indimenticabili personaggi
lacerati dalle passioni più struggenti, impossibilitati dall'amare o
odiare se non disperatamente.
Lo stile evocativo di Zafón è capace di sussurrare e gridare con la
stessa forza, e di fotografare l'essenza della vita tra le righe di
ogni pagina.
Fatevi un regalo e leggetelo, scoprirete che il vento non ha una, ma
infinite ombre che ci sfiorano quotidianamente e che non ci soffermiamo
a guardare…
Estratto
"Allora, cosa volevi mostrarmi?"
"Varie cose. In realtà quello che voglio mostrarti fa parte di una
storia. Non mi hai detto, l'altro giorno, che ti piace leggere?"
Bea annuì inarcando le sopracciglia.
"Bene, in questa storia c'entrano i libri."
"I libri?"
"Libri maledetti, l'uomo che li ha scritti, un misterioso personaggio
uscito dalle pagine di un romanzo per poterlo bruciare, un tradimento e
un'amicizia perduta. È una storia d'amore di odio e di sogni vissuti
nell'ombra del vento."
"Sembra il risvolto di copertina di un romanzetto da quattro soldi,
Daniel."
"Non per niente lavoro in una libreria. Ma questa è una storia vera.
Vera come il fatto che questo pane è vecchio almeno di tre giorni. E
come tutte le storie vere comincia e finisce in un cimitero, anche se
molto particolare."
Bea sorrise come un bambino cui si promette un indovinello o un gioco
di prestigio.
"Ti ascolto."
Bevvi l'ultimo sorso di caffè e la fissai per qualche istante.
Pensai che avrei voluto immergermi in quello sguardo sfuggente, che
sembrava traslucido, vuoto. Pensai alla solitudine che mi avrebbe
aggredito quella notte, una volta svanito l'effetto dei trucchi
destinata a impressionarla.
Pensai al poco che avevo da offrirle e al tanto che avrei voluto
ricevere.
Tetralogia Il Cimitero dei Libri Dimenticati
1. La sombra del viento - L'Ombra del Vento
2. El juego del ángel - Il Gioco dell'Angelo
3. El prisionero del cielo - Il
Prigioniero del Cielo
4. non ancora pubblicato