Le Stanze Buie di Francesca Diotallevi

A cura di Silvia  (05/2014)
Voto: 


L'edizione che ho de Le Stanze Buie inizia con una dedica dell'autrice:

A Silvia de "il piacere della lettura"
sperando si riveli una... piacevole lettura!
con affetto Francesca

No Francesca, non è stata una piacevole lettura. È stata una lettura poetica, suggestiva, incalzante e bellissima. Per certi versi anche inaspettata, perché nonostante fossi praticamente sicura che Le Stanze Buie mi sarebbe piaciuto, non sapevo fino a che punto. Non sapevo quali corde avrebbe toccato e non sapevo che le avrebbe anche spezzate.

Era da tanto che non mi commuovevo così per un libro, e sono sincera, mi mancava. Leggendo tanto - e da tanto - ci sono volte in cui mi sento quasi anestetizzata, mi sembra che le emozioni - quelle vere - siano sempre più difficili da trovare tra le pagine di un romanzo. Poi scopro che non è così, che forse, molto semplicemente, capita che inciampi in titoli "sbagliati". Ma storie come questa sono effettivamente difficili da trovare. Storie dal sapore dei tempi passati, storie che hanno il respiro dei grandi e intramontabili classici senza però possederne la pesantezza dello stile.

Francesca scrive benissimo. Il suo libro sembra nato al lume di una vecchia lampada ad olio, da un consumato pennino intriso d'inchiostro, mentre parole arricchite da sbuffi e volute prendono forma su un foglio stropicciato.

Ho iniziato a leggere sapendo pochissimo della storia, quasi niente; mi capita sovente di non soffermarmi nemmeno sulle trame riportate nei risvolti di copertina, perché a volte rivelano troppo, altre volte raccontano bugie.

La trama de Le Stanze Buie invece è veritiera, ma a mio avviso non rende giustizia al libro. Oddio, potrebbe anche essere un pregio, perché il lettore si troverà del tutto impreparato quando le emozioni lo investiranno. O almeno per me è stato così. Non ho comunque dovuto aspettare molto, sono bastate poche righe per venire catapultata alla fine del 1800, per sentirmi parte delle Langhe, per trovarmi a camminare nei lunghi corridoi di Villa Flores insieme a Vittorio Fubini, il nuovo maggiordomo sradicato dalla città a causa di una scomoda eredità.

Vittorio ha trentanove anni, è un uomo dalla natura distaccata, fermamente convinto che nel mondo ognuno rivesta un ruolo ben preciso e pertanto consapevole di dover consacrare la sua vita al servizio di qualcun altro. Ci crede veramente. Ogni fibra del suo essere parla di reticenza, meticolosità, devozione, autocontrollo. Ma Villa Flores nasconde così tanti segreti che nemmeno le spesse mura della dimora riescono più a contenerli. Porte che sbattono, pavimenti che scricchiolano, ombre che si allungano minacciose, rumori improvvisi nel cuore della notte. La razionalità di Vittorio Fubini ben presto verrà meno così come il suo rigido distacco, destinato a crollare definitivamente davanti alla moglie del suo padrone, Lucilla, una "regina delle fate", una giovane donna poco convenzionale, ma soprattutto una madre desiderosa di crescere la propria figlia senza dover delegare balie e istitutrici.

Una delle parti migliori della storia è vedere come cambierà Vittorio. Vedere cosa lo cambierà. E chi.
Scoprire come il romanzo gotico si possa incastrare alla perfezione con una struggente storia d'amore, e capire come due strade diverse possano invece essere la stessa.

Se fossi una scrittrice Le Stanze Buie sarebbe il romanzo che vorrei aver scritto.
E se fosse possibile vorrei imprigionare la sua essenza in una boccetta di vetro, proprio come fa Lucilla con l'anima delle persone, per avere sempre con me tutti quegli elementi che amo trovare nei libri: mistero, passione, sentimento, follia e un pizzico di paranormale. Per avere un promemoria di tutti quei testi che mi hanno reso la lettrice che sono: Jane Eyre, Rebecca la Prima Moglie, Cime Tempestose. Per ricordarmi che le storie che parlano di uguaglianza sociale, desiderio di riscatto e libertà, erano, sono e saranno sempre storie intramontabili. Le Stanze Buie è così. Un romanzo di ieri, di oggi e di domani. 

Sembra incredibile che sia l'esordio di una giovane autrice perché la sintassi, l'uso della parola e la costruzione dei dialoghi parlano solo di esperienza. Tanta esperienza. Ma Francesca non ha nemmeno trent'anni, quindi si può parlare solo di talento. Un talento che ti porta a finire il libro con il groppo in gola e gli occhi lucidi. 
 


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Titolo originale
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Casa Editrice 
Mursia 09/2013

Traduzione
/

Genere
narrativa, drammatico, gotico, storico

Pagine 400
Prezzo €  22,00