Di questo libro ho sempre sentito parlare tanto e bene, ma
solo dopo l'uscita del trailer cinematografico mi sono decisa a
iniziarlo. Più che decisa ne ho proprio sentito il bisogno e sono
sincera, non tanto per in romanzo il sé, ma perché volevo vedere il
prima possibile il film con Michael Fassbender e Alicia Vikander.
Come prima lettura di questo 2017 sono abbastanza soddisfatta, ma
*prende un bel respiro* non del tutto. Ok l'ho detto... e be', per una
volta, mi dispiace non condividere in pieno tutte le cinque
stelle in giro per il web e sugli store.
Spiego brevemente cosa ho amato e cosa invece non mi è piaciuto.
La storia è davvero bella,
di quelle che scuotono animi e coscienze, di quelle capaci di portarti
in luoghi lontani e indietro nel tempo.
Sono i primi anni del Novecento quando Tom Sherbourne arriva a
Point Partageuse per diventare il guardiano del faro di Janus Rock
un'isola distante 160 km dalla costa, situata nell'esatto punto in cui
l'oceano indiano e quello australe si incontrano.
Tom è un uomo giovane piegato dagli eventi. La madre è morta, con il
padre non ha più rapporti e il fronte occidentale l'ha messo così a
stretto contatto con il male nella sua forma più estrema che adesso
cerca solo pace. Crede di poterla trovare non solo al faro, ma anche in
Isabel, l'esuberante ragazza di Partageuse che ha riportato il sole là
dove c'erano solo ombre. Si sposano, vivono lontano da tutti e da tutto
in un idillio perpetuo e incontaminato, e solo la nascita di un bambino
potrebbe renderli più felici. D'altronde Isabel ha così tanta vita che
sembra nata per donarla a un altro essere umano. Ma la natura a volte è
beffarda e lei, giovane, sana, forte, non riesce mai a portare a
termine una gravidanza e quella luce che la faceva brillare poco a poco
si spegne. Poi il destino sembra venirle in soccorso. Una barca a remi
alla deriva, un uomo morto, una neonata avvolta in una
coperta. Isabel sa da subito cosa deve fare. E' un segno. Tutti la
credono incinta e quella bambina ha bisogno di lei... Anzi. Lei ha
assolutamente bisogno di quella bambina.
In un'intervista l'autrice ha dichiarato che tramite il suo scritto voleva porre l'accento su una questione molto delicata. Di chi sono i figli? Di chi li cresce o di chi li mette al mondo? Ed è qui che io ho fatto fatica, perché la madre della piccola Lucy è viva, non ha abbandonato sua figlia e a distanza di anni la sta ancora cercando disperatamente. Scoprirlo e continuare a tacere ha reso Isabel non più una madre, ma un'egoista. Una ragazzina capricciosa, forse vittima della sua sterilità, ma non sono riuscita a comprenderla fino in fondo, soprattutto per quello che fa a Tom. Lui, che è un uomo tutto d'un pezzo, che ha una morale solida come le rocce, davanti a lei cede. Sempre. E coi suoi silenzi, le poche parole sussurrate, i mille pensieri che gli ingombrano mente e cuore, mi è piaciuto moltissimo come personaggio; lui è arrivato là dove lo stile dell'autrice, spesso non è riuscita.
La domanda che mi sono posta è quindi stata un'altra: è giusto mettere sul piatto
della bilancia l'amore per una bambina non tua e quello del'uomo che ti
ha dato tutto, anche il suo onore?
Isabel ha accettato incurante il dono dell'oceano godendo dei momenti
di quiete e affrontando quelli di tempesta, perché il suo obiettivo è
primario: tenersi
Lucy. Ma Tom non è così. Lui la guarda e vede che non gli
somiglia, la stringe e pensa che con quelle braccia ha scavato
la buca per calarci dentro il suo vero padre. Lui vacilla, si
disintegra poco alla volta, non dorme la notte mentre Isabel riposa
serena vicino a una bambina che non è sua.
La loro è una bugia confezionata in un modo così perfetto che niente e
nessuno potrebbe svelarla, ma la coscienza scalpita, e se ho
amato Tom è perché la sua anima cerca la redenzione: per gli uomini
uccisi in guerra, per le parole non dette ai genitori, per Lucy. E
anche per Isabel. Se ho sentito
Isabel è solo grazie a Tom, ma c'è da dire che se da un
punto di visto storico e descrittivo il romanzo è ineccepibile, i
dialoghi li ho trovati carenti. A me le parole di Isabel non hanno mai
ferito. Il suo grande dolore è rimasto per trecentocinquanta pagine
solo suo. Lucy, ai miei occhi, non le è appartenuta nemmeno per un
secondo.
Esco quindi da questo romanzo d'esordio consapevole di aver letto una storia davvero bella, ma che poteva esserlo ancora di più. A questo punto non mi resta che vedere il film sperando che Alicia Vikander rivaluti un personaggio così controverso che ha fatto pendere decisamente l'ago della bilancia.
Film: La Luce Sugli Oceani U.S.A, Nuova Zelanda, Regno Unito, 2016 Durata: 133' Genere: drammatico Regia: Derek Cianfrances Cast: Michael Fassbender (Tom Sherbourne), Alicia Vikander (Isabel Sherbourne), Rachel Weisz (Hannah Roennfeldt), Caren Pistorius (Lucy Grace) |