A cura di Silvia
(01/2014)
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Il 1791 è il primo dei diciannove anelli che la Grissom legherà tra
loro per raccontare la storia di Lavinia, una bambina di origini
irlandesi che, rimasta orfana sulla nave del capitano Pyke, verrà
condotta da quest'ultimo alla sua piantagione di tabacco e affidata
alle cure dei domestici che la cresceranno come una figlia.
È
la stessa Lavinia a raccontare l'iniziale disorientamento
provato,
la paura che le blocca ogni gesto, e le precarie condizioni di salute
che minacciano la sua vita giorno dopo giorno. Ma a Tall Oaks aveva trovato
degli angeli. La saggia Mamma Mae, il tenero Papà George,
il protettivo Ben, l'allegra Fanny e poi lei, Belle, la diciottenne
figlia illegittima del capitano che le farà un po' da madre, un po' da
amica e un po' da sorella.
Siamo alla fine del 1700, in America i venti di guerra devono ancora
soffiare, il sistema sociale ed economico si basa sulla schiavitù, ma
Lavinia tra quella gente di colore così fiera, dedita al lavoro e
dispendiosa di amore vero, troverà una nuova casa. Una casa in cui tutti hanno lo
stesso colore della pelle.
Nonostante una grande forza d'animo e un indiscusso altruismo, quello
di Lavinia sarà un personaggio che nel corso del tempo non subirà
nessun drastico cambiamento: crescendo si trasformerà in "una donna con il cuore di una
bambina", e sarà proprio questo suo modo di affrontare la
vita con fiducia e ingenuità a farle compiere diversi errori di
valutazione che si ripercuoteranno su quelle persone che
avrebbe voluto invece proteggere con tutte le sue forze. Nemmeno il
troppo
amore, in una terra in cui l'etnia è l'unico discriminante che conta
davvero, può salvarti.
In quasi vent'anni di storia la Grissom, con una delicata ma incisiva forza
d'espressione, racconta la dura quotidianità degli
schiavi, la precarietà della loro esistenza, e ci parla di violenza
sulle donne, soprusi sui bambini, dipendenza dalle droghe, follia,
ossessione, paura, forza e fragilità.
Con una leggerezza quasi tagliente prende forma un mondo variegato e
complesso, magnificamente e crudelmente tratteggiato, con
personaggi fatti di carne e cuore, capaci di spingere il dolore così in
fondo da poterlo coprire con uno spesso strato di dignità e
sopportazione e riuscire così a sopravvivere. Non si sa per quanto, ma
per il tempo che sarà loro concesso ringrazieranno il Signore.
Per marcare ulteriormente la differenza tra padroni e schiavi l'autrice
ha usato un doppio registro linguistico sgrammaticando i dialoghi di
questi ultimi e la resa finale è sicuramente d'effetto, capace di
infondere ulteriore verità all'intero romanzo. Avrei solo voluto
qualcosa di
più dal finale, totalmente appagante per la mia indole disfattista,
leggermente deludente per il mio animo romantico.
Ma Il Mondo di
Belle è verità, Storia, vita. Racconta una parte della
lunga e profonda cicatrice che attraversò l'America del XIX secolo e
leggerlo sarà come
aspettare l'arrivo di un temporale: non saprete
quanto durerà e nemmeno dove si scaglierà il fulmine. Ma è solo una
questione di tempo...