A cura di Silvia (06/2007)
Voto:
«Sono diventato la
persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata
invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro
un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo
lungo il torrente ghiacciato. È stato tanto tempo fa. Ma non è vero,
come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si
aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio
di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto. »
"Il Cacciatore di Aquiloni" è uno di quei casi letterari che merita il
successo ricevuto. Non è stato pubblicizzato, ma semplicemente
pubblicato, ed è giunto alla venticinquesima ristampa grazie al tam-tam
dei lettori, commossi e affascinati da questa storia di amicizia,
guerra e riscatto.
Siamo negli anni '70 in un Afghanistan dove le parole "pace"
e "libertà" hanno ancora un senso, la bellezza di
una donna non è tabù e in cielo volano gli aquiloni.
Hassan e Amir sono servo e padrone, hazara e pashtun, , sciita e
sunnita. Ma soprattutto sono amici, almeno così sembra.
Crescono insieme e condividono praticamente tutto, forse troppo, perché
Amir non è disposto a dividere l'amore di suo padre con nessuno. È la
gelosia il male da estirpare che tanto prematuramente si insinua nella
mente di un dodicenne insicuro, rendendolo egoista e meschino in modo
quasi subdolo. Ma ogni suo gesto avrà una ritorsione e le sue colpe non
lo abbandoneranno negli anni a venire, costringendolo a convivere col
più martellante dei rimorsi.
Hosseini ha una scrittura semplice e diretta, ma molto evocativa. Non
si dilunga in eccessive descrizione e con brevi frasi riesce a
riassumere l'anima di ogni suo personaggio.
Amir è un perfetto anti eroe, un ragazzino che diventa uomo senza
combattere mai una battaglia, ma delegando sempre qualcuno al suo
posto. Solo che a ogni azione, anche incompiuta c'è una causa e un
effetto a cui è impossibile sottrarsi e il tempo di pagare prima o poi
arriva per tutti. Sarà una telefonata a cambiargli la vita "C'è
un modo per ritornare a essere buoni". Possibile?
Probabilmente sì, ma a che prezzo?
Non vi resta che scoprirlo e una volta terminata la lettura del romanzo
(ci metterete poco ve l'assicuro) penserete con malinconia
all'Afghanistan distrutto dall'Armata Rossa prima e dal regime
totalitario dei talebani dopo; ad Hassan, che con i suoi grandi occhi
scuri, il viso da bambola di porcellana e un luminoso sorriso gridava
all'amico "Per te qualsiasi cosa" per poi correre a
cacciare gli aquiloni e fargli vincere la gara; e ad Amir, alla sua
storia lunga più di trent'anni in cui lentamente cresce e matura fino a
scoprirsi anche coraggioso. Non lo sapeva. Forse perché nessuno glielo
aveva mai detto.
Uno degli esordi più suggestivi nell'attuale panorama letterario.
Consigliatissimo a chi è a caccia di emozioni...
LA FRASE
" È morto, ucciso da una mina. Un modo molto afghano di morire, non
trovi?"
La Critica
"Un libro indimenticabile, emozionante come pochi"
Isabel Allende.
"L'onda terribile della Storia travolge le vite dei protagonisti in un
romanzo dalla forza straordinaria"
People
"Questo libro ha un solo difetto: lo si divora troppo in fretta"
Amazon.com
Curiosità
- Il Cacciatore di Aquiloni è stato il libro più venduto del 2006
- La Dreamworks di Steven Spielberg ha realizzato il film, uscito nel
2008.