A cura di Silvia (02/2012)
Voto:
A volte le premesse "ante
recensione" non servono, ma non è questo il caso. Oggi sento il bisogno
di spiegare come mi sento ogni volta che ho tra le mani il romanzo di
un autore esordiente. Già prima d'iniziarlo penso che dietro a quelle
centinaia di pagine c'è il sogno di una persona, oltre che ore di
fatica, lavoro, notti insonni... E dall'altra parte ci sono io
che potrei stroncarlo con poche righe qui sul sito. A volte me lo
chiedo anche, "ma chi sono io per decidere se un libro è valido o
meno?"
Questo solo per dire che inizio sempre un romanzo di un autore
esordiente (o emergente) con una certa titubanza mista a curiosità;
entro nella storia in punta di piedi, con la speranza di trovare
qualcosa che mi appassioni per non distruggere il sogno di un giovane
autore. E se nel romanzo di Iannacconne sono entrata in punta di piedi
(mettendomi pure la pantofole) dopo poco mi ero già messa le scarpe da
ginnastica! Tre aggettivi per riassumerlo. Carino, divertente,
intelligente.
"Andrà Tutto Bene"; un titolo carico di ottimismo in netta
contrapposizione con la figura in copertina che - pare - stia per
buttarsi da un terrazzo. Ma forse sta solo ripensandoci e quello che
sta per fare non è un salto nel vuoto, ma un passo indietro, verso la
salvezza... Il romanzo non ci pone davanti a scelte tanto
drastiche, è molto più soft, ma parla sempre di scelte. Giuste,
sbagliate, affrettate, calcolate.
Due sono le voci che si alternano, quella di Marco, aspirante
giornalista in piena crisi
esistenziale con qualche calo di autostima e quella di Fabbiana,
pittrice per passione e cameriera
per necessità.
Vediamo Marco barcamenarsi in situazioni che probabilmente abbiamo
vissuto anche noi, tra feste con gli amici, scelte obbligate, perchè
ormai si sta diventanto grandi, donne, amori, amicizie. E ai pensieri
di Marco non si può fare a meno di sorridere, soprattutto davanti all
sue continue surreali identificazioni. Sono
l'ultimo dei Mohicani. Sono Robert De Niro in Toro Scatenato. Sono
Superman, Batman, l'Uomo Ragno.
Dall'altra parte c'è Fabiana, forte, pratica, dal passato difficile,
che conclude i suoi capitoli riassumendo
quanto vissuto come se fosse un quadro. Se dovessi descriverlo con un
dipinto sarebbe una
nuvola smisuratamente
grigia. Se dovessi descriverlo con un dipinto, sarebbe un
panorama a tinte
pastello.
Il pessimismo cronico di lui contrapposto alla poesia di lei.
Uno sguardo ironico su questa fatidica Generazione N dove N sta per
niente. La
storia di fondo è legata da tanti avvenimenti che potrebbero
essere anche letti indipendentemente dalla storia stessa. Spaccati di
vita. Situazioni esilaranti. Momenti di riflessione. In questo libro
c'è tanto, e non posso nemmeno dire che c'è troppo in troppe poche
pagine, perchè sono dell'idea che non si deve mai abusare di un'idea
ben riuscita, soprattutto quando il romanzo non è solo pura evasione.