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LA TRILOGIA DI VALIS di Philip K. Dick
1. Valis - Pag. 288
2. Divina Invasione - Pag.252
3. La trasmigrazione di Timothy Archer - Pag. 243
Editore Oscar Mondadori, 2000
Genere: Fantascienza
A cura di Anna Maria Pelella
All'inizio degli anni settanta Philip K. Dick attraversò un periodo assai
turbolento, anche per i canoni del suo stile di vita caotico, l'intrusione
in casa sua ad opera di sconosciuti, un divorzio ed un certo numero di
relazioni problematiche, ed infine un tentativo di suicidio.
Ma l'evento attorno a cui ruota la cosiddetta trilogia di Valis e, gran
parte della vita di Dick, è l'esperienza di conversione che egli racconta
di aver avuto ad opera di un raggio rosa, che nel marzo 1974 salvò la
vita di suo figlio da un male non diagnosticato dai medici.
Ora, stando alla fedele cronaca dei fatti tenuta da Sutin nel suo Divine
Invasioni - la vita di Philip K. Dick - non sapremo mai cosa è realmente
accaduto in quei giorni, ma Valis è la versione che ne dà Dick.
La trilogia di Valis rappresenta l'apice dell'espressione letteraria di
Dick, nonché il suo personale zibaldone metafisico. L'interpretazione
che egli cerca di dare delle sue esperienze di vita, con una lucidità
che finora era stato ben lungi dal raggiungere, gli varranno quel romanzo
definitivo che per tutta la vita aveva sognato di scrivere e che aveva
finora solo sfiorato con Un
oscuro scrutare.
Valis inizia come un romanzo realistico, con i personaggi che cercano
di dare una spiegazione della faccenda del raggio rosa.
"Io sono Horselver Fat e sto scrivendo in terza persona per amore di
obiettività" ci dice Dick, e in effetti i personaggi del romanzo,
Fat, Philip Dick, Kevin e David non sono che elementi della realtà dello
scrittore.
Kevin rappresenta lo scrittore K.W. Jeter, David è Tim Powers, quanto
a Fat e Dick sono le due parti dell'autore che per tutta la sua vita si
sono alternate nel controllo della sua personalità, da una parte lo scrittore
di fantascienza affermato, con il problema della definizione di realtà
e dall'altra il lucido critico dell'America di quei giorni.
Ma dal capitolo 9 improvvisamente veniamo catapultati nel romanzo di fantascienza.
I protagonisti vanno al cinema e il film segna il punto di rottura nel
libro. I quattro si spostano nella contea di Sonoma per incontrare gli
autori del film e con loro una bambina. Inquietante metafora della divinità,
la bambina dirà loro delle cose che porteranno alla definizione di una
religiosità tutt'altro che comune.
La parte più toccante dell'intero romanzo è quella sulla ricerca, di una
spiegazione, o di una vita che valga la pena di essere vissuta. Insomma
puro Dick., le sue inquietudini, più attuali che mai, saltano fuori dalla
pagina scritta per ancorarsi nel pensiero del lettore e là soggiornare
a lungo.
Divina Invasione, a mio avviso il più completo dei tre, è il romanzo
in cui il cinismo metafisico dell'autore giunge a compimento. Un dio alieno
affida il proprio figlio ad una coppia di terrestri affinché Belial, che
regna incontrastato sulla Terra, venga sconfitto. Le continue digressioni
metafisiche ci danno la misura del lavoro che c'è dietro questo splendido
romanzo. Mai finora Dick era riuscito così bene a coniugare le sue angosce
col problema del concetto di realtà.
Non sempre si riesce a definire con chiarezza quel che si intuisce dietro
la metafora, ma la forza di alcune immagini resta il punto di riscatto
di una mente votata alla comprensione della realtà dietro il velo.
La trasmigrazione di Timothy Archer è invece il racconto della
passione di Dick per il vescovo Pike, qui raffigurato in maniera impietosa,
come un dissoluto manipolatore con un enorme ascendente, ben sfruttato,
sulle menti dei suoi adepti. La narratrice Angel Archer rappresenta la
mente lucida che sola può controbilanciare i deliri metafisici del reverendo.
Lucidità che le salverà la vita quando le impedirà di seguire Archer nella
sua estrema ricerca, raccontata con cinismo ed ironia; quasi a voler dire
che a furia di passare la vita a speculare sulla natura della realtà non
ci si accorge dei bisogni più elementari…" tu non sei malata, sei affamata,
è la fame che ti sta uccidendo…quando qualcuno viene qui a sentirmi parlare,
io gli offro un sandwich. Gli stupidi ascoltano le mie parole, i saggi
mangiano il sandwich…"A parlare è l'insegnante di sufismo che paradossalmente
conclude la ricerca di Angel con quello che potrebbe essere il messaggio
di un Dick finalmente pacificato dopo anni di tentativi "il nostro
corpo, e i corpi del resto dell'umanità, attendono di essere nutriti.
Concretamente. Materialmente. Con amore."
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