Replay: una vita senza fine di Ken Grimwood

A cura di Silvia  (10/2014)
Voto: 

O non è un buon momento per leggere o questo non è un buon romanzo. Fatto sta che ci ho messo una vita per finirlo e ammetto di essere arrivata all'epilogo saltando anche qualche riga, ma capitemi: non ne potevo più.
Replay, una vita senza fine, vincitore tra l'altro del World Fantasy Award nel 1988, è strutturato male. L'autore non crea suspense, il suo protagonista non ha uno scopo preciso e tutto questo fa sì che non ci siano aspettative da soddisfare (con conseguente senso di gratificazione) o da infrangere (con conseguente colpo di scena). Insomma tutto scorre, ma la noia regna sovrana. E la fine sembra sempre troppo lontana.

Jeff Winston muore a 43 anni d'infarto e improvvisamente si risveglia ai tempi in cui frequentava il college. Capisce di avere avuto una seconda opportunità e... perché quindi non sfruttarla al meglio?
Così il baldo giovane pensa bene di arricchirsi puntando sulle corse dei cavalli (tanto sa già chi vincerà) e pensa pure di non sposarsi sempre con la stessa donna che si era rivelata una gran palla. Si mantiene in salute, sta attento a quello che mangia, fa sport, ma a 43 anni muore di nuovo. Sempre d'infarto. E ancora una volta si ritrova proiettato indietro nel tempo e deve ricominciare tutto da capo. Perché? Cos'ha sbagliato?
A questo punto la domanda sorge spontanea: è possibile cambiare il nostro destino?
Jeff ci metterà un bel po' di vite per capire che è lui quello che deve cambiare e non il mondo che lo circonda e sinceramente si rivela essere un uomo così ottuso ed egoista che desideravo solo morisse una volta per tutte.
Invece no.
Ogni volta ritorna e tra i miei insulti ed improperi cerca di dare una nuova forma alla sua esistenza, puntando sempre tutto sul sesso e sui soldi. Addirittura pensa di compiere grandi gesta sventando l'attentato a Kennedy, ma dietro a ogni sua azione non c'è mai il bene comune. Jeff non sa cosa sia l'amore e l'altruismo, ma conosce molto bene tutti gli aggettivi che esaltano il proprio ego. E io mi chiedo, ma possibile che l'uomo medio sia così povero di sentimenti?
Grimwood tratteggia un protagonista mediocre, triste, svilente, ma il lettore non riesce nemmeno a odiarlo più di tanto, perché lo stile stesso dell'autore non porta a grandi coinvolgimenti emotivi.
Sono interessanti le incursioni di personaggi davvero esistiti, come Steve Jobs e Steven Spielberg, ma tutto si limita a poche pagine che non sono state in grado di risvegliarmi dal coma vigile in cui ero precipitata. Insomma, un fallimento su tutta la linea, si salva solo l'idea che secondo me il cinema potrebbe rispolverare, visto che pellicole come Ricomincio da Capo hanno già le ragnatele!


Nota
: Il romanzo è uscito anche per la Sperling & Kupfer nel 1996 con il titolo Un'Altra Occasione per Vivere (traduzione di Alda Carrer).


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Titolo originale

replay

Casa Editrice 
Fanucci, 2007

Traduzione
Maurizio Nati

Genere
fantastico

Pagine 336