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Nessun Dove di Neil Gaiman
Titolo originale: neverwhere
Fanucci, 2006 - Pag. 287
A cura di Clizia
Trama: Sotto le strade di Londra c’è un mondo al di
fuori di ogni immaginazione. Una città di mostri, santi, angeli e assassini,
cavalieri in armatura e pallide ragazze in velluto nero. Richard è un
giovane uomo d’affari: un singolo atto di generosità lo catapulta lontano
da una vita tranquilla e lo getta in un universo che è al tempo stesso
stranamente familiare e incredibilmente bizzarro. Qui incontra una ragazza
di nome Porta e le persone che vogliono ucciderla. Poi un angelo che vive
in un salone illuminato dalle candele, e un signore che abita sui tetti.
Dovrà attraversare un ponte nella notte sulla via di Kinghtsbridge, dove
vive il Popolo delle Fogne; c’è la Bestia nel labirinto, e si scoprono
pericoli e piaceri che superano la fantasia più sfrenata… Richard troverà
uno strano destino che lo attende, in quel luogo chiamato Nessun Dove.
In poco più di 300 pagine Gaiman dipinge
un mondo alternativo, diverso da quello ormai stereotipato del fantasy.
Inventa una città nuova e diversa, Londra-Sotto, con i suoi segreti da
scoprire, i suoi peccati nascosti, la sua variopinta popolazione, il suo
originale, ma allo stesso tempo pericoloso, mercato fluttuante. Chi conosce
la città e la sua metropolitana proverà un certo gusto nascosto a percorrere
i sentieri disegnati da Gaiman nascosti in quella fugace e temporanea
striscia di buio tra il termine della banchina e le carrozze della metropolitana
che si fermano di fronte ai passeggeri.
Mentre la Londra che conosciamo vive la sua vita prevedibile e normale,
in una Londra parallela, incuneata tra la metropolitana e la fantasia,
una fanciulla in pericolo cerca un eroe che la soccorra, un angelo sogna
il suo paradiso perduto e un ponte sospeso nella notte conduce alla tana
di un terribile mostro.
Ogni angolo della Londra-Sotto appare reale, ogni pagina contiene un avvenimento
bizzarro, un personaggio pieno di mistero o un mascherato e ironico commento
al sociale: ci sono realmente i Frati Neri al ponte di Blackfriars, mentre
la Grande Bestia si aggira in cerca di preda nelle fogne londinesi (una
simpatica strizzata d’occhio alla leggenda metropolitana degli alligatori
che infesterebbero le fogne di New York), così come Earl’s Curt (una fermata
della metropolitana) è realmente un piccolo reame all’interno di un treno,
con un vero Conte e una vera corte.
Gli strati di sudiciume e sporcizia che coprono i personaggi della Londra-sotto
non possono mascherare le loro identità allegoriche. Sono come i protagonisti
delle favole dell’infanzia, ora diventati anch’essi adulti, e che il tempo
ha reso sinistri, più terrificanti e brutali. Nelle favole classiche i
racconti avevano a che fare con il concetto di crescita, superare la prova,
ricordarsi di rifiutare i doni delle fate, vincere contro la Strega, rompere
l’incantesimo, liberare la principessa e risvegliarsi come adulto.
"NessunDove" racconta invece di come abbandonare la facciata
di un mondo adulto fatto di lavoro, noiosa routine e doveri imposti dalla
società, per tornare di nuovo bambini.
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