Wool di Hugh Howey

Voto: 


Leggere Wool non è stato affatto semplice, perché lo stile di Hugh Howey  - molto lineare - ha una lama a doppio taglio: da un lato incalza la lettura, dall'altro sa essere così scarno e poco emotivo da bloccarla. Per questo non ho letto Wool tutto d'un fiato, non è un romanzo da divorare, ma da prendere a piccole dosi, cinque per l'esattezza, come i capitoli che lo compongono  (in origine romanzi brevi auto pubblicati come fanfiction). Il motivo? Presto detto.
Se leggete la trama sul risvolto di copertina scoprite che la vicenda si svolge nel sottosuolo all'interno di un enorme silo in cui è stata riprodotta la vita che si svolgeva un tempo in superficie regolamentandola però in modo rigido e assoluto. Quando l'integerrimo sceriffo Holston muore, il suo incarico passa a Juliette, una donna di trentadue anni, meccanico di professione, che spera con il suo operato di dare nuove speranze e prospettive migliori alla comunità. 
Pochi aneddoti riassunti in una decina di righe che in realtà contano ben centotrenta pagine, ovvero due "libri". Centotrenta pagine che rappresentano in qualche modo una lunga prefazione.
Il capitolo dedicato a Holston - il primo - è il migliore: suggestivo, claustrofobico, delirante, addirittura avvincente nel suo "dire e non dire", ma soprattutto struggente. Conosciamo un uomo distrutto dal dolore per la perdita della moglie che tre anni prima aveva deciso di uscire dal silo convinta che ad attenderla non ci sarebbe stata la morte, ma la vita vera, nonostante la Vista dei piani alti offrisse da sempre cieli plumbei e terre desolate. Holston decide di seguire quel sogno impossibile e si condanna a morte. Si condanna alla Pulizia e a tutti i rituali che questa comporta: la notte in cella, la vestizione, la camera di decompressione e poi l'uscita verso l'esterno, verso tutto quello che non c'è nel silo. Un cielo sopra la testa, il vento che ti sfiora, la luce non artificiale. Tutto per pulire le lenti che consentono la Vista e poi... cosa c'è dopo? La vita come credeva la moglie, o la morte come tutti sanno da sempre?
Sessanta pagine che catapultano in una voragine di menzogne e false illusioni in cui il lettore si ritrova prigioniero di quella grande matassa che è Wool, una matassa che solo la verità potrà districare.

Il secondo capitolo però è la nota dolente dell'intero tomo. Lento, noioso, dispersivo, utile solo per capire come funziona la società distribuita in quei centoquarantaquattro piani. Il viaggio che il sindaco e il vice sceriffo fanno per andare nel ventre del silo a cercare Juliette è stato quasi logorante, la loro storia d'amore mai confessata un più che non serve allo svolgimento della storia. 
Se non fosse stato per il cliffhanger finale mi sarei seriamente chiesta a cosa fossero servite tutte quelle pagine che si potevano riassumere in poche righe e resto comunque dell'idea che dei tagli notevoli avrebbero agevolato la scorrevolezza del momento. Perché se ci pensiamo non siamo nemmeno al punto di svolta, ma a quello d'inizio e abbiamo già macinato centotrenta pagine...

Con il terzo capitolo le cose iniziano a smuoversi: omicidi camuffati da suicidi, scoperte pericolose sulle rivolte che hanno scosso il mondo nel passato, l'amicizia inaspettata che nasce tra Juliette e Lukas e poi, finalmente, la svolta tanto attesa e anche duramente conquistata. Lo Svelamento. Insieme al capitolo su Holston il migliore in assoluto  in quanto soddisfa svariate curiosità, conferma la maggior parte dei sospetti che la mente del lettore nel frattempo ha generato (il tempo c'è stato...), e qualcuno inaspettatamente lo smentisce anche. Purtroppo però con l'epilogo ci ritroviamo con il solito problema. Howey quando ci si mette è dannatamente logorroico, in certi momenti sembra di assistere a una telecronaca di quello che sta succedendo e tutto purtroppo va a discapito delle emozioni che sfuggono via troppo velocemente per riuscire ad afferrarle. E dire che il canovaccio di questo romanzo è solido e importante, la storia è eccellente, claustrofobica, ben congegnata, ma a volte vengono a mancare i giusti tempi letterari. Le aspettative vanno soddisfatte, tirarla per le lunghe può essere decisamente controproducente in romanzi che hanno per protagonisti mondi distopici, intrighi politici e guerre apocalittiche.
C'è da dire che l'autore ha comunque quella giuste dose di furbizia da permettergli di far finire ogni capitolo con un colpo di scena... arguto il ragazzo, perché in caso contrario non so come sarei arrivata all'ultima pagina e per certi versi perdersi il mondo di Wool sarebbe stato un peccato. Ma per altri si poteva fare di più.

Nota: I diritti cinematografici di Wool sono stati acquistati dalla 20th Century Fox e sia Ridley Scott che Steve Zaillian sembrano molto interessati alla possibilità di realizzare un film. Potrebbe uscirne qualcosa di veramente grandioso, il materiale c'è... e in abbondanza! 

Trilogia del Silo
1. Wool (romanzi 1, 2  3, 4 , 5) - Wool
2. Wool (romanzi 6, 7, 8)
3.  Wool


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Titolo originale
Wool

Casa Editrice 
Fabbri Editore, 2013

Traduzione
Giulio Lupieri

Genere
post apocalittico

Pagine 552
Prezzo
€ 14,90