A cura di Silvia
Voto:
Quando ho letto Bitten
è stata una sorta di folgorazione. Finalmente un urban fantasy con
tutte le carte in regola e finalmente un'autrice che ha saputo creare
una storia avvincente e non solo due protagonisti bravi a rotolarsi nel
letto (qualche anno fa giravano davvero romanzi così e mi perdoni la
Ward - una a caso). Capirete quindi quanto ho atteso Stolen...
La Armstrong si è riconfermata un'autrice davvero talentuosa e dopo
aver letto anche The Summoning, posso aggiungere versatile.
I suoi personaggi si differenziano incredibilmente l'uno l'altro, ma
risultano sempre credibili, e nonostante non ami particolarmente le
eroine troppo indipendenti, per Elena ho fatto un'eccezione.
Quando la conosciamo, in Bitten,
la vediamo alle prese con un periodo molto difficile della sua vita. La
sua natura di lupo si sta facendo strada in lei e nonostante cerchi di
tenerla sopita e di vivere come un'umana qualsiasi, tutto è
dolorosamente difficile. In Stolen
Elena, unica donna licantropo esistente al mondo, vive nel branco di
Jeremy (il lupo Alfa), è di nuovo felice al fianco di Clay (Clay...
I ♥
you) e in un
certo qual modo continua a fare anche il suo vecchio lavoro: la
giornalista. Solo che adesso cerca di portare a galla possibili minacce
ai danni del branco.
Durante le sue quotidiane ricerche
s'imbatte in un articolo sospetto che la porta a conoscere Ruth e Paige
due donne che si dichiarano streghe. Elena, convinta che
al mondo i licantropi siano gli unici esseri soprannaturali (è
egocentrica, l'ho sempre detto!), dimostra una grande diffidenza verso
di loro che l'invitano a una riunione di creature soprannaturali.
A quanto pare esistono anche demoni, semidemoni, sciamani, vampiri,
negromanti e
ovviamente streghe, e pare che un folle miliardario li stia
collezionando. Ovviamente Elena, prima ignara, poi sospetta, si dovrà
arrendere all'evidenza quando cadrà in una trappola e si ritroverà
prigioniera...
Mentre Bitten nasce come un romanzo autoconclusivo, Stolen apre con
tutti gli onori la serie delle donne
dell'altro mondo, un mondo vasto, ricco e minuziosamente
descritto. Forse i tanti dettagli narrati potrebbero sembrare un
difetto e appesantire la lettura, ma c'è la presentazione - inevitabile
- di una serie di personaggi che ritroveremo in tutta la serie.
Non
manca inoltre l'azione, tantissima azione, soprattutto nella prima
parte e nel finale. Le 200 pagine centrali invece, quelle che
raccontano la prigionia e l'organizzazione del sistema carcerario, sono
state le mie preferite. C'è una freddezza e una falsa cortesia in
contrapposizione con fini ben lontani dall'essere nobili che mi hanno
raggelata. Ed è anche il momento in cui la corazza di Elena si incrina
leggermente. Io amo i
personaggi complessi (e complessati) ed Elena non è più la
donna conosciuta in Bitten, ormai sa benissimo quello che
vuole e come tale
agisce. Del suo lato umano sembra rimasto poco se non il
desiderio
d'indipendenza (cosa che i lupi non hanno) e un certo autocontrollo
insito in lei (al contrario di Clay che ha forti problemi di
socializzazione... Clay I ♥
you, ops l'avevo già
detto). Del resto Elena è una tipa tosta, una che non si
lascia mettere i
piedi in testa e che schiaccia prima di essere schiacciata, uccide
prima di essere uccisa. E lo fa anche con grande
naturalezza. È capace
di squarciare la gola al nemico e rotolarsi nel fango con Clay tutto
nel giro di 20 minuti. Ma quando si ritroverà sola avrà paura. Paura di
non essere salvata, di venire dimenticata, di non essere amata
abbastanza...
Un romanzo per tutti i target di lettori. La
Armstrong ha fatto di nuovo centro.